Difendere il verde e il territorio, soprattutto in Brianza, è una di quelle cose che solitamente si traduce nella massima popolare “facile a dirsi, difficile a farsi”.
Parlo di Provincia e di PTCP in Brianza, ma il discorso starebbe bene un po’ ovunque, laddove si trovano a scontrarsi due esigenze legittime: la tutela e lo sviluppo.Diceva bene ieri in aula l’Assessore Crippa, durante la presentazione del documento, quando sosteneva che ogni piano, per sua definizione, è “migliorabile e perfettibile”. Anche questo lo è. Sono d’accordo.
Se però addirittura le opposizioni, su un tema così importante come il PTCP, arrivano a dire che questo strumento va approvato, e il prima possibile, significherà pur qualcosa? O no?
Bene. Quello che non sopporto sono invece gli avversari che non ti aspetti, i dissimulatori, quelli che rivestono il ruolo dei difensori del verde, ma che poi, alla fine dei conti, giocano la solita partita ideologica, con l’aggravante che rischiano di fare, più o meno consapevolmente, il gioco degli odiati cementificatori. E questo lo considero imperdonabile.
Leggo su “il Giorno” di oggi, alcune dichiarazioni di Alberto Colombo, che si fregia del titolo di “portavoce dell’Osservatorio sul PTCP”. Detto così, ad un lettore disattento, potrebbe sembrare quasi un ruolo istituzionale, addirittura super partes.
Alberto Colombo è un esponente di SEL (Sinistra Ecologia Libertà), già Consigliere Comunale lampo nella maggioranza del Sindaco Caimi di Meda, quello famoso per aver litigato con Sallusti e Mussolini in diretta TV, e che aveva prima vinto per un voto e poi è stato destituito dopo il riconteggio.
Perché allora non presentarsi come esponente di SEL? Forse si pensa di essere poco credibili, presentandosi sotto il cappello delle proprie liste o partiti politici di appartenenza, e quindi si cerca di mettersi insieme, alle solite sigle ambientaliste ideologizzate, dandosi una veste nuova, per ricostruirsi una credibilità, ormai evidentemente compromessa, agli occhi di chi, disattento, sia disposto a farsi ingannare. La solita storia, un po’ triste, di sfruttare tematiche che dovrebbero essere di tutti, a solo vantaggio di una parte.
Ma veniamo al fattaccio. Alberto Colombo, nell’articolo, si vanta di aver suggerito, attraverso l’Osservatorio, una serie di emendamenti al piano, che sono stati presentati dal PD. Tra questi si scatena in difesa del territorio in merito all’art 48, quello che da la possibilità, anche se in maniera assai stringente, ad alcune aziende di ricollocarsi sul territorio, per scongiurare la chiusura o il trasferimento dell’attività fuori dalla Brianza.
L’esigenza di introdurre questo articolo è nata dalla vicenda Cartonstrong, ma giustamente il tutto si è concretizzato in un articolo, molto rigido e severo nelle tutele e nelle richieste di compensazione, che debba naturalmente valere per tutti, com’è giusto che sia, e non solo per una singola azienda.
Situazione critica, per l’esponente di SEL, che si trova tra due fuochi, anzi addirittura tre: da una parte il Sindaco (di Sinistra) di Cavenago, che è pronto ad accogliere l’Azienda nel suo territorio, concedendo la possibilità di cementificare un’area oggi verde e che la Provincia stessa ha inserito nelle aree vincolate, ovvero gli Ambiti Agricoli Strategici.
Poi ci sono i Sindacati, che vogliono tutelare gli occupati e quindi approvano la variante, e lo spostamento dell’Azienda anche in area agricola, per scongiurarne la dipartita e la perdita di posti di lavoro.
Queste due posizioni, politicamente vicine ad Alberto Colombo, le deve conciliare con l’intransigenza assoluta del suo Osservatorio, che non vuole che si prevedano deroghe alcune, per nessun motivo.
Come uscire da questo imbarazzo?
Bhe devo dire che in questo caso, quelli che io chiamerei i “Furbetti dell’ambientino”, non si sono fatti scrupoli, e una soluzione è stata trovata.
Il gruppo del PD, quello che presenta emendamenti per nome e per conto del famoso “Osservatorio”, ha presentato due emendamenti per risolvere la questione: l’emendamento nr. 100, proponente Nadio Limonta (PD), firmatari Ghioni (PD) e Guerriero (PD); qui si mira, di fatto, a cancellare la portata dell’art. 48, o comunque togliere ogni possibilità, anche a fronte di onerose compensazioni, alle aziende che ne avesse la necessità, di ricollocarsi anche in aree inserite negli Ambiti Agricolo Strategici. Con questo emendamento si soddisfa l’intransigenza, a volte un po’ miope, dei fautori del no ad ogni costo, anche quando il saldo ambientale arriva ad essere zero. Ma ecco che arriva il bello. Sempre il Consigliere Nadio Limonta propone l’emendamento nr. 59, firmato da Ghioni: la richiesta qui è puntuale sull’area di Cavenago oggetto del possibile futuro insediamento della nuova Cartonstrong e si chiede che venga tolta dalle Aree Agricole Strategiche, quindi che non sia più tutelata.
Devo ammetterlo, un capolavoro! Il giochetto si traduce così: siamo i difensori dell’ambiente sempre, e anche belli incazzati, a parte laddove c’è il Sindaco dalla nostra parte, politicamente amico, beh allora, in quel caso, e solo in quello per carità, si può fare la sacrosanta eccezione.
E scusate, noi dovremmo prendere le lezioni da questi “furbetti dell’ambientino? No grazie, di grilli parlanti, in questo paese, ne abbiamo abbastanza.
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