Una sentenza della Corte Costituzionale inchioda il Governo a coprire i costi dei servizi che rischiano il taglio
La scorsa domenica abbiamo vissuto un triste rinnovo del Consiglio Provinciale di Monza e della Brianza. Triste, perché gli unici che hanno avuto il privilegio di votare, purtroppo, sono stati poco più di 850 elettori, tra Sindaci e Consiglieri Comunali. Triste, perché per tutta la prima mattina di votazioni, siamo stati accompagnati da una vivace protesta di lavoratori e studenti. Si trattava degli utenti delle due linee di BUS, la Z225 e la Z227, condannate alla soppressione totale dal prossimo febbraio. Motivo? La Provincia di Monza non ha più risorse per coprire interamente i propri contratti.
Mentre molto irresponsabilmente, alcuni Sindaci e Consiglieri di maggioranza, organizzano improbabili conferenze stampa in cui protestano contro loro stessi, mentre altri magari pensano solo a cogliere l’occasione per mettere in difficoltà l’avversario politico, facendo credere che i soldi debba metterli la Regione, io intendo raccogliere l’invito del Presidente Gigi Ponti. Rimaniamo uniti, solo insieme possiamo salvare i servizi dei nostri cittadini.
Ma come salvarlo? Magari chiedendo il rispetto delle leggi e della Costituzione che ci governa. Credo possa essere un buon inizio. Credo che pochi, purtroppo, abbiano colto il peso del contenuto di una sentenza della Corte Costituzionale di alcuni mesi fa.
LO HA SENTENZIATO LA CORTE COSTITUZIONALE: LO STATO DEVE TRASFERIRE LE RISORSE
Nel luglio scorso, con sentenza nr. 205/2016, la Corte Costituzionale ha sancito un principio che risulta oggi decisivo, proprio rispetto ai tagli operati dalla Legge di stabilità 2015. Tagli che riguardano il triennio 2015, 2016 e 2017. Prelievi così enormi da aver posto in pre dissesto quasi tutte le province italiane, e che hanno costretto, tra le altre cose, la nostra ad arrivare alla soppressione di alcune linee di BUS.
Cosa dice la Corte di così importante? Ecco:
Più precisamente, dunque, disponendo il comma 418 che le risorse affluiscano «ad apposito capitolo di entrata del bilancio dello Stato», si deve ritenere – e in questi termini la disposizione va correttamente interpretata – che tale allocazione sia destinata, per quel che riguarda le risorse degli enti di area vasta connesse al riordino delle funzioni non fondamentali, a una successiva riassegnazione agli enti subentranti nell’esercizio delle stesse funzioni non fondamentali (art. 1, comma 97, lettera b, della legge n. 56 del 2014).
e ancora ribadisce più avanti:
le risorse versate allo Stato in parte si devono ritenere destinate a una futura riassegnazione agli enti subentranti
Chiamata a decidere sul ricorso della Regione Veneto, che considerava (giustamente a mio avviso) non costituzionali i tagli indiscriminati e abnormi operati dallo Stato con la Legge di Stabilità 2015, è riuscita solo in corner a salvare il Governo Centrale. Come? Di fatto inguaiandolo, perché come evidenziato sopra, la Corte considera i tagli rispettosi dei principi costituzionali solo a condizione che, attenzione, queste risorse tagliate alle province siano poi riversate a chi sarà chiamato a sostituire la Provincia stessa nell’erogazione dei servizi. Tradotto: lo Stato non può trattenersi quella montagna di milioni che nei tre anni ha forzosamente prelevato e preleverà ancora alle Province, ma deve trasferirli a quegli enti chiamati ad erogare i servizi al suo posto.
Ciò significa una cosa molto semplice, per buona pace di chi ancora tenta un subdolo gioco politico de rimpiattino, sulla pelle dei cittadini utenti: non è Regione Lombardia che deve metterci i soldi per coprire il Trasporto Pubblico, per quella quota che la Provincia non riesce più a finanziare. Quei soldi che mancano alla provincia, proprio perché sottratti dallo Stato, è lo Stato stesso che deve trasferirli a Regione Lombardia, visto che andrà a sostituirsi alla provincia nella gestione del Trasporto Pubblico Locale.
PRESENTATA UNA MOZIONE IN CONSIGLIO
Questa è la soluzione prospettata nella mozione che ho presentato oggi in Consiglio Provinciale, auspicando che lo stesso venga prontamente convocato. Il testo impegna il Presidente ad attivarsi, con una certa tempestività, coinvolgendo l’Assemblea dei Sindaci, Città Metropolitana, Comune di Milano e Parlamentari del territorio, affinché lo Stato rispetti il sacrosanto principio sancito dalla Corte Costituzionale e che non può essere ignorato. In caso contrario, impegniamo il Presidente a valutare la possibilità di organizzare una manifestazione, coinvolgendo anche tutti i cittadini utenti, oltreché i Sindaci e gli Amministratori, perché si rendano più evidenti le rivendicazioni, costituzionalmente legittimate dalla Corte, di un territorio produttivo e generoso come la Brianza, da troppo tempo mortificato. Solo insieme e uniti si può vincere, contro Roma.