Vigilantes per la sicurezza nelle Groane

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Affrontare subito l’emergenza degrado, presidiare Parco Groane e stazione ferroviaria, perché spacciatori e malfattori non devono averla vinta

DEGRADO

Secondo qualcuno il problema sarebbe da minimizzare, coprire, nascondere. Comunque meglio non parlarne troppo che ci si fa cattiva pubblicità. Come se la sicurezza fosse un argomento buono solo per la polemica politica, non un problema con cui tanti cittadini devono fare i conti tutti i giorni, recandosi a scuola o al lavoro. Parlo del nutrito gruppo di malviventi e spacciatori che hanno preso in ostaggio un pezzo di Parco Groane e la vicina stazione ferroviaria «Ceriano Groane».

Lo scorso mercoledì 27 il tema è stato oggetto di un apposito tavolo in Prefettura di Monza, dove non abbiamo appreso nulla di nuovo, solite cose. Lo Stato, per bocca del Prefetto di Monza, ci dice che il problema degli spacciatori non si può risolvere, al massimo con qualche intervento straordinario si può raggiungere l’obiettivo di spostare il problema da un posto ad un altro, senza però risolverlo. Evidentemente, non volendo creare il disagio di un «trasloco» agli spacciatori (mica che poi si innervosiscono), l’ipotesi di un intervento straordinario non viene presa in considerazione. Soluzione proposta dallo Stato? Che i comuni utilizzino i propri uomini della Polizia Locale per effettuare pattugliamenti. Tradotto in linguaggio della strada suona un po’ così: arrangiatevi con i vostri mezzi.

Curiosa come risposta, considerando che il tavolo in questione è nato proprio dalla richiesta che i comuni hanno inviato proprio allo Stato, Sindaco Dante Cattaneo di Ceriano Laghetto in testa, perché rafforzasse la presenza di tutori dell’ordine in quelle zone e che magari tentasse, perlomeno tentasse, di eliminare la piaga dello spaccio in aree sensibili come parchi e stazioni.

È risaputo come tutte le Polizie Locali siano sotto organico, proprio a causa dei tagli e dei limiti posti dallo Stato ai comuni, quindi impossibilitate ad aumentare la loro presenza sul territorio con pattugliamenti. Quindi scaricare il problema sui vigili equivale a non risolvere il problema.

LA MIA PROPOSTA: VIGILANTES PRIVATI PAGATI CON IL SURPLUS DEL FONDO PROFUGHI

Che fare allora? Se lo Stato non ha uomini a sufficienza per aumentare le pattuglie e se i comuni sono in carenza di organico, ho lanciato una proposta concreta, al di là di tante belle parole: pagare la vigilanza privata per presidiare tutto il giorno stazioni e parco, almeno fino a quando rientrerà questa emergenza degrado. Proposta che è stata condivisa anche dal Presidente della Provincia Gigi Ponti, anch’egli favorevole all’utilizzo dei vigilantes. Il problema è legato a chi si farà carico dei costi di questa vigilanza privata.

Anche qui la mia proposta è semplice e concreta. La Prefettura ha recentemente avviato una gara da 14.777.50€ per la gestione dell’accoglienza profughi sul territorio provinciale, utilizzando fondi stanziati dallo Stato. Sono tanti bei soldi, perché evidentemente quando lo Stato vuole i soldi si trovano, e alla svelta. Come noto le quote pagate per la gestione dell’accoglienza sono particolarmente generose, si tratta di circa 35€ + iva al giorno per ogni straniero ospitato, tanto che le stesse cooperative hanno pubblicamente annunciato di aver letteralmente avanzato 200.000€ solo nell’ultimo anno. Perché allora non utilizzare questo surplus di risorse, tanto eclatante da essere sbandierato sui giornali, per venire incontro alle necessità dei nostri cittadini? Con che faccia andiamo a dire loro che non ci sono soldi per togliere spacciatori, drogati e siringhe da parchi e stazioni, quando invece regaliamo fiumi di denaro per gestire l’accoglienza degli stranieri che vengono addirittura avanzati?

Sarebbe utile che queste risorse vengano messe a disposizione di tutti, lasciandole gestire alla Prefettura. Vi sembra un’idea così bizzarra chiedere un gesto di solidarietà a delle cooperative che dovrebbero avere la solidarietà tra i loro primi obiettivi? Ricordo che, quando ha voluto, lo Stato non si fece nessun scrupolo a ridurre del 5% tutti i contratti in essere con i propri fornitori, come recitava l’articolo 8, comma 8, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, la mitologica «spending review»:

Le amministrazioni pubbliche … sono:

a) autorizzate … a ridurre gli importi dei contratti in essere aventi ad oggetto acquisto o fornitura di beni e servizi, nella misura del 5 per cento, per tutta la durata residua dei contratti medesimi. Le parti hanno facoltà di rinegoziare il contenuto dei contratti, in funzione della suddetta riduzione. E’ fatta salva la facoltà del prestatore dei beni e dei servizi di recedere dal contratto entro 30 giorni dalla comunicazione della manifestazione di volontà di operare la riduzione senza alcuna penalità da recesso verso l’amministrazione. Il recesso è comunicato all’Amministrazione e ha effetto decorsi trenta giorni dal ricevimento della relativa comunicazione da parte di quest’ultima.

E comunque, se proprio non si può imporre coercitivamente (però quando ha voluto lo Stato lo ha fatto), possiamo sempre chiederlo con gentilezza. Care cooperative, siete disposte ad utilizzare i soldi che avete avanzato dalla gestione dell’accoglienza profughi per garantire più sicurezza ai nostri cittadini, costretti a fare slalom tra siringhe, spacciatori e schizzi di sangue? Io credo che non potranno dire di no. Non potranno rimanere indifferenti, per esempio, ad appelli come questo che mi ha inviato una mia concittadina:

Gentilissimi,

Chi Vi scrive è una ragazza di 28 anni da poco residente nel comune di Lazzate.

A settembre, insieme col mio compagno, abbiamo deciso di lasciare la grande Milano per continuare la nostra esperienza di vita nell’accogliente Lazzate.

Come ben saprà al giorno d’oggi trovare lavoro non è certo cosa semplice e quindi, ringraziando di avercelo un lavoro, abbiamo iniziato la vita da pendolari.

Quando, prima di trasferirmi, ho scoperto che una comodissima linea chiamata S9 collegava Ceriano Laghetto con Milano Forlanini sono rimasta piacevolmente sorpresa.

Mi sono preparata a tutto, ai lunghi viaggi in treno, ai ritardi e persino ai treni soppressi, ma quello per cui non potevo e non potrò mai sentirmi pronta è la costante sensazione di paura che provo la il pomeriggio in quell’infernale tratto Seregno-Ceriano.

All’inizio erano solo facce che m’intimorivano un pó quelle che puntualmente vedevo sul treno o sulla banchina di Cesano e Ceriano Groane. Mi sono detta di stare tranquilla che non potevano essere spacciatori nè tantomeno tossicodipendenti a frequentare quei piccoli paesi.

Allora ho iniziato a guardarmi meglio attorno, o se vogliamo essere più precisi, ho iniziato a guardare meglio i gradini della stazione dove cucchiai, carta stagnola annerita, cenere e qualche goccia di sangue sparsa in qua e là mi sono sembrati sempre più evidenti.

Quotidianamente ragazzi e ragazze, la maggior parte più giovani di me, ti avvicinano sul treno per chiederti soldi. “Una monetina per mangiare e un altra per comprarmi il biglietto del treno”, recitano così ma puntualmente li vedo scendere a Ceriano groane ed imboccare la strada di quello che più che un parco sembra un inferno di siringhe e carta bruciata.

In 8 mesi di tragitto ho assistito alle scene più svariate notando un peggioramento nell’ultimo periodo. Dai ragazzini impazienti di scendere a Ceriano a persone molto più grandi che scambiano buoni pasto per nutrirsi di chissà cosa. Ma quello che più fa paura è l’indifferenza e la noncuranza con la quale ho visto persone sulla banchina del treno stringere in bocca una siringa, rimboccarsi la manica della felpa, “disinfettarsi” con un pó d’acqua e procedere con l’ovvio.

Tutto questo non accade in chissà quali orari notturni, parliamo delle 7 di sera al massimo perché purtroppo ho il terrore di prendere il treno più tardi e ritrovarmi completamente sola in qualche carrozza vuota.

Non credo di essere una voce fuori dal coro perché sento spesso persone lamentarsi dello stato della linea e del tratto indicato.

È una situazione palese, sotto gli occhi di tutti. Mi trovo costretta a viaggiare con lo spray al peperoncino in mano e l’occhio vigile che segue ogni movimento sospetto. Non è giusto, non voglio più avere paura ed è per questo che chiedo un vostro intervento in merito; un intervento che sia volto a migliorare la situazione di degrado che si assiste vicino alla stazione oppure volto a incentivare iniziative a tutela dei pendolari (ad esempio con una carrozza limitata ai possessori di abbonamento).

Vi allego qualche foto a testimonianza di quanto appena descritto.

Resto a disposizione,

Cordialmente

Risolvere un problema è chiedere troppo? Non credo.