Scuola di arabo a spese della Provincia (che non ha soldi)

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Uno schiaffo alle tante associazioni sportive della Brianza, costrette a pagare salati l’utilizzo degli spazi scolastici

scuola di arabo

Delle difficoltà della Provincia, per usare un termine che minimizza di molto la situazione, in termini di risorse economiche a disposizione, ho parlato più volte. Siamo ancora in attesa dell’approvazione del Bilancio Preventivo 2016, con equilibri raggiunti grazie ad una operazione non prevista dalle norme contabili, come scritto nero su bianco negli stessi documenti ufficiali. Soldi non ce ne sono insomma, la situazione è drammatica. In questo quadro di assoluta emergenza, dove i dettami costituzionali che obbligano all’attuazione, da parte delle Pubbliche Amministrazioni, del principio di buon andamento (art. 97 della Costituzione), meglio esplicitati nel principio di economicità della gestione amministrativa (art. 1, legge n. 241/1990 e ss.ii.mm.), assumono un pieno significato e quasi un obbligo rispetto alle decisioni afferenti alla sfera politica, cosa fa il nostro Presidente Ponti? Scialacqua, regala, elargisce. Con il DPP (Decreto Deliberativo Presidenziale) n.98 del 30/11/2016, ha deciso di regalare al Centro Islamico di Monza (guidato dall’algerino Fouad Selim, già membro dell’UCOII.), l’utilizzo di importanti (per dimensioni e durata) spazi scolastici provinciali, si tratta di quattro aule del Mosè Bianchi di Monza, per un lungo periodo che va dal novembre 2016 al giugno 2017. E per fare cosa? Per organizzare un corso di lingua araba. Non corsi di italiano per arabi, proprio corsi di arabo per bambini e ragazzi.

Mi chiedo, come mai la Provincia si permette il lusso di regalare questi spazi? E soprattutto, come mai a qualcuno «regala» quando invece a svariate decine di associazioni sportive, quelle che si occupano dell’attività ludica e agonistica di centinaia di nostri ragazzi, fa pagare affitti salati per l’utilizzo degli spazi scolastici di sua proprietà?

Il motivo, tenetevi forte, è descritto così nell’atto deliberativo:

la Provincia di Monza e della Brianza ritiene opportuno offrire a bambini e ragazzi la possibilità di apprendere la lingua araba, in considerazione del considerevole numero di famiglie residenti in Italia provenienti dai paesi arabi, della storica rilevanza di scambi culturali tra paesi del Mediterraneo, della crescente diffusione di rapporti economici, commerciali e sociali tra i paesi arabi e l’Italia

Siamo di fronte ad una sorta di integrazione alla rovescia, dove l’ente pubblico concede vantaggi economici per agevolare lo studio della lingua araba, cioè per meglio integrare i giovani italiani nella comunità araba. Noi pensavamo di essere alle prese con un problema enorme, ovvero quello di integrare giovani bambini e ragazzi di cultura e lingua araba in Italia. Invece no, oggi compiamo un passo in avanti, una drammatica evoluzione. Siamo noi a doverci integrare. Davvero curioso.

Questa iniziativa, come detto assolutamente discriminante rispetto alle associazioni, sportive e non, che pagano regolarmente per l’utilizzo degli spazi, sarebbe figlia di un non meglio conosciuto accordo di collaborazione tra Assessorato all’istruzione del Comune di Monza, Centro Islamico di Monza e Brianza e Istituto Scolastico Mosè Bianchi. Che ruolo abbia la Provincia, oltre a quello di metterci gli spazi gratuitamente, non è dato sapere.

CORSO A PAGAMENTO, 150€ PER IMPARARE L’ARABO

Preso da curiosità ho chiamato il Centro Islamico, fingendomi interessato al corso. I partecipanti possono avere al massimo 16 anni e il corso non è gratuito. Sommariamente mi è stato indicato un costo complessivo di circa 150€, tra iscrizione, fornitura libri, assicurazione e quant’altro. Quindi la Provincia, in disperata situazione economica, concede gratuitamente spazi per organizzare corsi di arabo che sono pure a pagamento. Di bene in meglio, direi.

Il corso si svolgerà ogni martedì, dalle ore 17.00 alle ore 21.00 e proseguirà fino al 15 giugno.

DIVERSI ASPETTI DA CHIARIRE E A CUI IL PRESIDENTE DOVRÀ RISPONDERE

All’interno di una interrogazione che ho depositato oggi, il Presidente sarà poi chiamato a chiarire diversi aspetti legati a questa concessione gratuita.

Innanzitutto dal DDP non si evince bene chi sia il soggetto che abbia avanzato la richiesta di spazi, anzi, non si riporta l’esistenza di nessuna richiesta. Si fa semplicemente cenno ad una generica nota pervenuta in data 30 settembre 2016, a firma del Dirigente dell’Istituto «Mosè Bianchi», in cui viene inviato questo «Accordo di collaborazione», senza altro specificare. Ma è stata fatta la richiesta? E se si, chi l’avrebbe firmata?

Questo particolare non è secondario, visto che in base al «Regolamento per la concessione in uso a terzi di strutture scolastiche», specificatamente all’articolo 5, tale domanda dev’essere formalmente inviata e firmata dal legale rappresentante dell’associazione o ente che la presenta. C’è poi l’obbligo, sempre in base all’articolo 5, di presentare regolare copertura assicurativa RCT, obbligo posto in capo al soggetto che presenta la domanda.

Rimane poi la questione temporale, ovvero all’art. 6 si specifica chiaramente che le richieste annuali di occupazione spazi, come il caso in oggetto, debbano pervenire entro il 31 luglio, quando invece la nota della scuola è datata 30 settembre. Com’è stato possibile, quindi, concedere le aule? Arriva una domanda fuori tempo massimo di due mesi e si fa finta di nulla? Scuola e Provincia concedono senza battere ciglio? Chi ha avuto a che fare con questo tipo di domande, soprattutto quando coinvolgono le programmazioni scolastiche, sa bene quali e quante difficoltà è necessario superare.

QUANTO AVREBBERO DOVUTO PAGARE?

La concessione gratuita riguarda un periodo che va dal 1 novembre 2016 al 15 giugno 2017, tutti i martedì per quattro ore in quattro aule. Partendo dalla tariffa base oraria di 3,51€, i conti sono presto fatti. Si tratta di 4 aule, 33 martedì, per un totale di 528, che sommano un totale di 1.853,28€. Ma perché si è deciso di scontare questa cifra al Centro Islamico di Monza e Brianza? Perché sarebbero loro più meritori delle altre associazioni a cui viene fatto pagare regolarmente?

Senza contare i costi indiretti, visto che riscaldare, illuminare e tenere aperte queste aule comporterà ulteriori costi per l’ente, probabilmente anche maggiori.

RISCHIO MADRASSE IN BRIANZA

Una scelta politica incomprensibile, figlia del solito vizio della sinistra che si sente in qualche modo sottomessa ad un mondo islamico a cui pare tutto sia dovuto. Ma perché mai? Senza contare che questo corso, che ha la chiara finalità di far imparare l’arabo anche a quei bambini stranieri che sarebbero cresciuti con la sola lingua italiana, potrebbe rappresentare un elemento di radicalizzazione culturale, elemento che va in senso contrario alla sbandierata esigenza di integrazione. È evidente l’intenzione di questo Centro Islamico, quella di evitare che le nuove generazioni perdano il contatto con la cultura di riferimento delle famiglie, che magari già percepiscono come lontana. E il primo passo è preservare la lingua. A loro lo concedono, gli amici del PD, mentre invece si sono scagliati contro la legge di Regione Lombardia volta a tutelare la lingua lombarda.

Chi poi controllerà e vigilerà su questi corsi? Chi potrà garantire che non si trasformino in vere e proprie madrasse nel cuore della Brianza?

Una scelta sbagliata e pericolosa, di cui chiediamo l’immediato annullamento, anche per gli evidenti profili di incompatibilità rispetto alla situazione economica della Provincia di Monza.

interrogazione
Testo interrogazione