Da un mese tutti gli acquisti della Pubblica Amministrazione sono bloccati. Il Governo spinge per snellire e semplificare, qualcuno rema con forza in direzione contraria.
Noi che siamo passati indenni al “millenium bug”, pensavamo che la paura di un nefasto tilt digitale fosse definitivamente dietro le nostre spalle. Ed invece ci siamo ritrovati nel capodanno nero dell’eco sistema binario con ventiquattr’anni di ritardo. Non per tutti certo, sicuramente per i 7.896 comuni italiani ma anche una serie infinita di enti pubblici, come scuole, aziende pubbliche, persino gli ospedali! Tutti bloccati in acquisti e appalti proprio dal primo dell’anno. Il motivo? A partire dal 1 gennaio 2024 è entrata in vigore la digitalizzazione completa del ciclo degli appalti, attivando l’utilizzo di piattaforme digitali certificate. Quante sono queste piattaforme che hanno raggiunto la certificazione in tempo? Ovviamente poche e insufficienti e difficilmente raggiungibili da tutti i comuni ed enti pubblici.
PIL INCHIODATO E GITE ANNULLATE
L’intero comparto degli appalti pubblici è inchiodato, certo non quella che si direbbe una manna per il PIL italiano del primo trimestre 2024. Senza contare tutte le scadenze, talvolta perentorie e tassative per non perdere finanziamenti, che i comuni rischiano di non ottemperare. Per non parlare di ospedali che faticano ad approvvigionarsi, si legge addirittura di numerose scuole che hanno dovuto annullare le gite scolastiche.
STRETTI NELLA MORSA DELL’ANAC(ONDA)
Dietro tutto questo caos, ancora una volta, ci ritroviamo la cara vecchia ANAC, che ha vissuto anni di protagonismo attivo con l’ex Presidente Raffaele Cantone; con le sue linee guida e regolamenti, prodotti a profusione come i colpi di un lanciarazzi Katjuša, aveva eretto un nuovo pilastro nell’edificio della gerarchia delle fonti: le soft law. Risultato? Il terrore generalizzato in ogni livello della macchina pubblica, soprattutto a danno di un esercito di funzionari onesti e perbene (ovvero la stragrande maggioranza).
Ridimensionata nella sua furia censoria, l’ANAC sembra essersi presa ora una rivincita: dal primo gennaio ha smesso di emettere gli “smart CIG”, ovvero la versione smart del Codice Identificativo Gara.
NO CIG NO PARTY
E senza CIG non fai nulla. E pazienza per le gare più complesse, su cui comunque si rischia di accumulare ritardi importanti, ma oggi è bloccato qualsiasi tipo di acquisto, pure da poche centinaia di euro! Perché? Non si riesce ad ottenere il CIG, tutti ne sono alla ricerca come Indiana Jones alla caccia dell’Arca perduta. Costretti a superare un calvario di prove che nemmeno i Giochi Senza Frontiere, con i responsabili del procedimento impossibilitati a delegare collaboratori per riempire pile di scartoffie elettroniche. Perché si entra con la SPID, che è personale, creare delegati è un’altra avventura al limite dell’impossibile.
NON SIAMO IN UN MONDO DI LADRI
Capisco che Venditti lo cantava negli anni novanta, forse però i parrucconi che siedono nei palazzi della burocrazia romana, con tutto il rispetto e la reverenza possibile, dovrebbero iniziare a pensare che i Sindaci non sono una categoria di briganti e malfattori, così come i funzionari pubblici non sono un esercito di malavitosi. Almeno per spesucce fino a 5.000€ si può pensare di andare verso lo snellimento e non la complicazione? Che diavolo serve un “Codice Identificativo Gara” per una spesa da poche centinaia di euro? Suvvia…
Il danno che si sta provocando all’intero sistema italiano della PA è incalcolabile, il tutto alle spalle di un Governo che invece ha tentato a più riprese di andare verso la direzione opposta, con la revisione delle soglie tutte al rialzo. Per questo a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Forse questi bastoni tra le ruote non ci sono finiti per caso.
2 risposte a “CARO STATO, NOI SINDACI SIAMO MEGLIO DI QUANTO CI(G) CONSIDERI ”
Non so se pensare se a Roma abbiamo dei principianti, di sicuro gente che non ha mai fatto nemmeno il consigliere comunale nel più piccolo dei comuni Italiani e che non sa cosa significhi amministrare un Comune. Chi ha partorito questa disposizione è uno scriteriato.
La burocrazia e i rallentamenti nelle pubbliche Amministrazioni sono uno dei mali peggiori che affliggono lo stato italiano. Ci sono dipendenti pubblici lazzaroni che andrebbero radiati, i Sindaci e le Giunte devono impazzire per creare opere o migliorare servizi al cittadino, ma nessuno in Italia fa qualcosa per cambiare questa situazione!!!
Speriamo nel futuro, chi non fa nulla nel pubblico deve sapere che può perdere qualcosa, altrimenti se ne approfitta sempre !!