“La Repega” è lo spazio autogestito da Luciano Aguggini, dove pubblica pensieri, parole e poesie.
[su_highlight background=”#682a1f” color=”#ffffff”]I NUOVI POVERI[/su_highlight]
Dopo la fase di grande espansione economica che ha caratterizzato il cosiddetto periodo del boom o miracolo italiano sino agli anni settanta,assistiamo ora a grandi trasformazioni economiche che incidono in grande misura sulla formazioni dei redditi ,sulla composizione sociale. Questi anni si sono caratterizzati per una crescita produttiva e tecnologica assai importante,ma anche per un benessere largo e diffuso in ogni strato di ceto sociale .Conseguentemente in una seria e sostanziale diminuzione della fascia di povertà,con un notevole miglioramento delle condizioni di vita ,in questo momento storico siamo entrati senza prospettive di immediata uscita nella cosiddetta stagnazione del mercato e della attività finanziaria e produttiva,e siamo protagonisti nostro malgrado di un forte processo di ristrutturazione economica e, conseguentemente sociale .che appare sempre più notevole nei paesi più avanzati e politicamente stabili che guidano le grandi trasformazioni. La Germania in Europa e La Cina in Asia sono le cosiddette locomotive trainanti di tutto il mondo industrializzato,tracciano una lenta,ma costante strada verso notevoli,importanti cambiamenti .Si assiste in questi in questi paesi, e gli echi si sentono anche in altri stati gli effetti della cosiddetta”deregulation”cioè al costante se pur lento abbandono dall’economia dell’intervento regolatore della stato .Infatti,finalmente allo stato viene sostituita la libera trattazione privata:ciò non solo per l’economia nel senso stretto,ma per tutta l’attività sociale:le scuole,la sanità vengono delegate ai privati,spesso magari agli amici degli amici,diretti o indiretti .Lo stato declina ogni responsabilità per affidarla alla libera,si fa per dire,concorrenza .E si limita,spesso con risultati pessimi,ad occuparsi di difesa,del territorio,di gestione della burocrazia e dei servizi minimali .Da questa “ guerra” tra i grandi potentati economici come conseguenza porta a una dura lotta per la vita,che per l’impresa significa avere prevalenza nel mercato .Naturalmente le conseguenze di queste lotte feroci sono l’eliminazione delle imprese deboli,o spesso non politicamente sufficientemente protette, e quelle forti acquistano per contro zone sempre più ampie di mercato .Questo a mio avviso è il carattere principale di questi grossi cambiamenti,cosi evidenti ogni giorno:da una parte chi aveva di più continua a guadagnare sempre di più,mentre chi è meno abbiente si vede drasticamente ridurre le pur scarse possibilità di vita dignitosa.Questo a mio avviso confuta una volta per sempre le teorie che certi economisti,o presunti tali, sostengono che mercato monetario sia l’unica possibilità di vera eguaglianza .In realtà,senza l’intervento costante dello stato regolatore le fasce deboli vengono abbandonate a se stesse,in balia delle potenti fauci dei più”fortunati” come spesso vengono chiamati coloro che hanno già di più .Cosi,tra questo abbassamento di livello generale di chi ha meno,nasce una nuova categoria di emarginati i più poveri i i cosiddetti : “nuovi poveri”.Non si tratta di un escamotage linguistico,ma degli effetti concreti di questo deleterio ritorno al primitivo” cannibalismo”.Questa categoria e’ caratterizzata per gli inauditi livelli di povertà totale ,che è costretta a vivere ai margini della società,dove la criminalità spesso non è una scelta ma un obbligo,per sopravvivere. LUCIANO AGUGGINI