Secondo Lucrezia Reichlin lo scenario post brexit potrebbe contemplare il ritorno all’idea dell’Europa a due velocità. E l’Italia dove andrà? La Padania è già pronta per stare con i grandi.
L’editoriale Pasquale del Corsera, a firma di Lucrezia Reichlin, disegna interessanti scenari futuri per l’Europa che assisterà a breve (il prossimo giugno) al primo vero referendum in cui gli elettori di uno Stato membro, la Gran Bretagna, potranno scegliere se uscire o meno dall’Unione Europea. Alla Reichlin, giustamente, non sfugge il potenziale disgregante che potrebbe generare questa inedita partita referendaria:
Questo dimostrerebbe che le istituzioni che abbiamo faticosamente costruito dal Dopoguerra si possono disfare. L’esempio avrebbe sicuramente un effetto incoraggiante per tutti coloro che sono scontenti di un’Europa vista come incapace di agire nell’interesse comune, percepita come burocratica, inefficiente, vessatrice
Fin qui si tratta di una previsione piuttosto scontata, è il rischio poco calcolato che Cameron ha deciso di prendersi, il secondo dopo la risicata vittoria strappata sul referendum scozzese. Ma è la democrazia bellezza, pensare di poter ignorare sempre e comunque il sentimento e il gradimento popolare è il più grande errore di questa Europa costruita come un super Stato fatto di Stati. Sul Corsera ci si spinge però oltre, immaginando come e in che forma potrebbero reagire gli Stati membri, almeno quelli a cui sta ancora a cuore un futuro per l’Europa unita. La Reichlin ipotizza un’accelerazione rispetto al superamento dei vecchi Stati nazionali, abracciando l’idea che venga condiviso tra di loro il rischio, condizione necessaria per finanziare la crescita. Ma come convincere, ancora una volta, la Germania a fidarsi della Grecia? Qui sta la novità, che è poi il ritorno di un vecchio cavallo di battaglia tedesco: l’Europa a due velocità
In una zona euro incapace di trovare la via di una maggiore condivisione del rischio necessaria a mettere in campo politiche per la crescita, l’unica strada sarebbe quella di proporre un progetto per un’Europa a due velocità.
E l’interrogativo che segue è sempre lo stesso, quello su cui si aggrappó l’audace tentativo di Umberto Bossi che, sul finire degli anni ’90, accelerò verso la secessione del Nord Italia e la dichiarazione d’indipendenza della Padania:
Ed eccoci quindi di nuovo agli Anni 90. Il grande quesito, come allora, sarebbe la posizione dell’Italia: dentro o fuori il cuore dell’Europa integrata? Difficile immaginare che un Paese grande come il nostro, tra i fondatori dell’Unione, possa rimanerne fuori. Ma è difficile anche pensare che possa farne parte: fragilità finanziaria, alto debito pubblico, istituzioni deboli e scarse prospettive di crescita ci spingono ai margini.
Quello che non dice la Reichlin, forse solo pensandolo, è che la soluzione scontata a questo dilemma sarebbe la più naturale e sensata possibile: l’Italia del Nord entra nell’Euro1, con la Padania, il resto d’Italia rimane nell’Euro2, risolvendo finalmente due equivoci della storia che tanti accidenti hanno generato fino ad oggi. L’Italia subisce da 150 anni una unione forzata e chi non ha i numeri non può stare in Europa truccando i conti.
È di fronte a questo scenario, verosimile in caso di brexit, che la Lega Nord dovrà misurare la propria forza elettorale rispetto ad un Nord che necessita di una forza politica che sappia rappresentarlo e difenderlo, soprattutto nei momenti decisivi della storia. Tutto questo sarebbe incompatibile con qualsiasi altra strada che tenta di tenere insieme anche le esigenze ed istanze di un Sud ancora troppo diverso, arretrato, refrattario a leggi e regole, ed ancora colpevolmente vittima del suo stesso assistenzialismo.
Una risposta a “Se il Corriere disegna la secessione”
Ciao Andrea,
ho letto con attenzione ciò che il corriere ha pubblicato ed anche ciò che Umberto aveva desiderato.
A giugno il regno unito o quello che ne è rimasto deciderà se uscire o rientrare con un altra velocitá.
A Roma, che tu scrivi essere vittima di se stessa, non saranno in alcun modo la possibilità di scissione.
Sanno,o meglio i numeri dicono che senza di noi non sopravivrebbero.
Questa è una delle ragioni mai espressamente verbalizzate che non ci permetteranno di essere sovrani in casa nostra.
Dobbiamo intraprendere un altra strada, ad esempio quella della Catalugna e come scriveva Sum Tzu prima vincere la guerra e poi scatenare la battaglia.
Lo scrivo, anche se so che non è necessario : io sono con te,al tuo fianco.
Quando è come vuoi
Manrico