È stata inviata questa mattina la richiesta di convocazione di un Consiglio Provinciale straordinario, per discutere il testo di una mozione preparata e sottoscritta da tutti i gruppi d’opposizione, (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) che chiede di fatto la testa dei vertici della società Bea S.p.A. e Bea Gestioni S.p.A..
Il Partito Democratico e il Presidente Ponti a questo punto non hanno più scampo, non potranno più continuare a tergiversare (come fanno da mesi, non rispondendo alle mie interpellanze), perché come recita l’articolo 35 comma 6 del regolamento, la seduta dovrà essere convocata obbligatoriamente entro venti giorni a far data da oggi. Una mozione simile è già stata presentata in tutti i comuni soci del forno di Desio, dai gruppi della Lega Nord e una analoga dal Movimento 5 Stelle. A Desio sarà discussa in una seduta infuocata del 3 dicembre, in cui sono stati invitati anche i vertici aziendali. Noi avevamo già chiesto subito le dimissioni dei vertici di BEA, all’indomani della seduta farsa del Consiglio di Amministrazione di venerdì 23 ottobre, iniziato alle 18.00 e terminato alle 18.06, in cui di fatto il vice Presidente Bolis non ha potuto discutere i sei punti all’ordine del giorno, tra cui l’aumento delle tariffe di smaltimento a carico di tutti i soci. Questo episodio del CDA lampo era però solo un segnale del malessere e dell’insofferenza dei vertici di BEA, perché il grosso della questione rimaneva legata alle presunte anomalie dell’offerta presentata per il lotto 2. Per chi volesse approfondire la questione può leggere qui. A cui si aggiungeva la pervicace, e del tutto ingiustificata, resistenza del Presidente Mazzuconi nel dar visione del contratto sottoscritto con COMEF.
A questo punto i sogni di «gloria» del PD brianzolo, ovvero creare un mega carrozzone pubblico dei rifiuti attraverso la fusione di Bea con CEM, sta sempre di più naufragando, veloce come il Titanic. Il Consiglio Provinciale sarà il luogo adatto dove affrontare ogni punto di questa intricata vicenda, per questo abbiamo chiesto che vengano invitati anche i vertici di BEA S.p.A.. E lo è soprattutto perché il Presidente Ponti, nella sua doppia veste di Sindaco di Cesano Maderno, rappresenta il 31,25% dell’intera compagine societaria. Non mi sembra che possa continuare a far finta di nulla.
Ma con BEA le sorprese non finisco mai; oggi scopriamo che BEA ha finalmente provveduto a distribuire le documentazioni che da tempo negava a me e ad altri consiglieri. Lo apprendiamo grazie al blog del Consigliere Regionale Gianmarco Corbetta dei 5 Stelle, che ne da ampia notizia, ma al sottoscritto nessuno ha ancora inviato ad oggi nessun documento. E guarda caso se ne scoprono nuovamente delle belle. E delle grosse. D’altra parte lo sospettavamo da tempo, non poteva essere solo frutto di un capriccio il voler tenere segregato il contatto tra BEA e COMEF, evidentemente si temeva che qualcuno potesse scoprire qualche anomalia. E come prontamente Corbetta ha fatto notare, le anomalie sono belle e in buon numero. La cosa non ci sorprende. Lo schema di convenzione firmato con Comef differisce in diversi punti sostanziali rispetto ai documenti di gara, e ciò non è assolutamente ammissibile. Il direttore lavori non risulta più a carico del privato, ed ecco spiegato il perché (come sospettavamo da tempo) di quella gara indetta da Bea ad agosto per affidare la direzione lavori. Costo? Ben 364.000 euro, giusto due lire.
Seconda grave modifica ed anomalia riscontrata, sta nel fatto che la futura gestione della turbina per i prossimi 15 anni, inizialmente a carico del privato, sarà invece sostenuta da Bea Gestioni S.p.A.. E bene fa Corbetta a sottolineare che ciò si ripercuote pesantemente sul presunto ruolo operativo del privato, che stante le condizioni contrattuali, pare non soddisfare quelle condizioni minime richieste per giustificare l’affidamento in house providing. Se così fosse, significherebbe che i comuni soci avrebbero dovuto fare le gare e non affidare lo smaltimento direttamente a Bea.
Ci domandiamo quanto potranno ancora sopportare i sindaci soci, al di là della scontata disciplina di partito, non possiamo credere che siano disposti ad accettare silenziosamente e supinamente questa situazione, che tra l’altro cagiona danno ai propri cittadini. Perché ancora tace il sindaco di Desio Corti? Non vuole forse inimicarsi i vertici del partito, rischiando di mettere in discussione la sua ricandidatura a Sindaco per i prossimi cinque anni? Noi aspettiamo con ansia la convocazione del Consiglio Provinciale, si avvicina la resa dei conti.