A Lazzate qualcuno scambia il pulpito per il palco di un comizio. Adesso parlano i documenti: pubblico tutto.

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In questi giorni sono stato vittima di un pesante attacco, per certi versi inaudito, mosso direttamente dentro le sacre mure della nostra Chiesa, la casa del Signore, il luogo ove tutti dovremmo trovare rifugio, ristoro e buone parole. “Buona Parola” è appunto il titolo dell’informatore parrocchiale distribuito durante le Sante Messe e che ha visto una sorta di edizione speciale, una versione monografica, contro il sottoscritto. Sono sinceramente turbato e scioccato, vittima di una campagna al limite della diffamazione, in cui si cerca di farmi passare per un mentitore, di screditarmi, di demolire l’onorabilità della mia persona. Insomma, qualcuno usa contro di me il “metodo Boffo”, e quel che è peggio lo fa da dentro una Chiesa, che è anche la mia. Naturalmente una risposta è doverosa, non solo perché moltissimi in questi giorni me lo hanno chiesto, mentre mi esprimevano sincera solidarietà, ma perché è giusto a questo punto che i cittadini sappiano e leggano tutti i documenti. Mi scuso in anticipo, ma il mio intervento sarà necessariamente lunghetto, anche se cercherò di lasciare il minimo spazio al commento, lasciando appunto parlare i fatti e i documenti. Armatevi di (cristiana) pazienza e cominciamo

 

LA PREMESSA

Solo una doverosa premessa, che serva anche a chiarire la totale buona fede con cui abbiamo cercato di affrontare questa delicata vicenda: l’Amministrazione Comunale di Lazzate non ha mai voluto montare nessun “caso”, non ha mai voluto rendere pubblico alcunché, tantomeno non ha mai voluto trascinare nessuno dentro una sterile e dannosa polemica. Figurarsi il nostro parroco. Non lo abbiamo fatto nemmeno quando i documenti realizzati dal CAEP (Consiglio Affari Economici Parrocchiale)  furono utilizzati, si disse in maniera fraudolenta, dalle opposizioni. “Pietro porgi l’altra guancia”, fu la nostra reazione. E anche una volta contattati da alcune testate locali, venute a conoscenza della questione a seguito dell’incarico conferito al legale (le delibere sono affisse all’Albo Pretorio e quindi pubbliche) abbiamo tenuto un profilo molto basso. Non è bastato. Purtroppo attraverso l’informatore delle forze di opposizione distribuito in tutte le case, La Ringhera, e su cui scrivono alcuni candidati della lista “Lazzate in Comune” che sono anche membri attivi della Parrocchia, si accusava l’Amministrazione di essere ricorsa senza motivo alla nomina di un legale per arrivare alla soluzione del contenzioso con la Parrocchia, e quindi di sprecare i soldi dei cittadini.

Siamo pronti ad accettare quasi tutto, ma ingannare i nostri concittadini no, non se lo meritano. A questo punto siamo stati costretti ad intervenire in un qualche modo, per chiarire la situazione ed evitare che iniziassero pretestuose speculazioni politiche. Sempre mossi dalla volontà di evitare ogni scontro frontale, abbiamo preferito evitare prese di posizione attraverso comunicati ufficiali, convenendo che sarebbe stato sufficiente utilizzare la forma della dichiarazione spontanea di un assessore, attraverso un post sul mio Blog personale. Un intervento tutto sommato sereno, certamente non astioso. Purtroppo tutti questi scrupoli sono risultati inutili, e appare ormai evidente che qualcuno cerchi solo e soltanto lo scontro.

 

PUNTO PRIMO: mi sono rivolto solo a Don Aldo perché CAEP e CPP non hanno mai firmato nessuna delle lettere

Il comunicato del CAEP e del CPP (Consiglio Pastorale Parrocchiale) pubblicato sulla Buona Parola inizia con questa introduzione:

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La Buona Parola pag. 1

Il sottoscritto non ha mai millantato alcunché, e le mie parole sono state rivolte a Don Aldo Ceriani per un semplice, quanto disarmante, motivo: tutte le comunicazioni ricevute in comune (che potete leggere qui) erano firmate dal parroco Don Aldo Ceriani. E da nessun altro.

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La firma delle lettere inviate al comune

E quando in passato è capitato che le comunicazioni arrivassero invece dal CAEP erano appunto firmate dal CAEP. Come è successo per questa lettera del 24 febbraio 2014.

[su_document url=”http://www.ilmonti.com/wp-content/uploads/2014/11/CAEP.pdf” height=”1320″]

Perché allora il CAEP non ha mai firmato nessuna comunicazione e ha lasciato che si esponesse solo e sempre il parroco Don Aldo? C’era forse l’intenzione di farsi scudo del rispetto, che è dovuto alla figura del nostro parroco, e nel frattempo muovere una pretestuosa polemica contro il comune?  I documenti parlano comunque chiaro: io non ho millantato nulla, mi sono solo rivolto a chi firmava le lettere. Se questo ha turbato eccessivamente Don Aldo me ne dispiaccio sinceramente, ma sarebbe stato meglio che CAEP e CPP si fossero esposti in prima persona, lasciando fuori il nostro parroco. Ripeto,  a questo punto l’unico dubbio che rimane è: [su_highlight background=”#faf41c”]perché il CAEP e il CPP non hanno mai firmato, almeno insieme a Don Aldo, le lettere? [/su_highlight]

 

PUNTO SECONDO: il problema non è la convenzione

Sempre sulla prima pagina della Buona Parola leggiamo:

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La Buona Parola – pag. 1

Qui è evidente come CAEP e CPP siano in cerca di un motivo valido che giustifichi, soprattutto agli occhi dei fedeli e dei parrocchiani spaesati e sbalorditi, tutta questa enorme diatriba innescata con il comune. Per questo si lascia intendere che tutto il problema nasca da una convenzione che necessita di aggiornamento perché datata. Ma questo non è assolutamente vero, perché la convenzione non è scaduta, non è mai stata contestata in tutti questi anni, e non è stato certo il motivo che ha dato vita alla fitta corrispondenza.

Anche qui parlano i documenti: la prima lettera inviata dal parroco Don Aldo, in data 5/7/2014, ha come unico oggetto e contenuto la realizzazione del nuovo servizio igienico per disabili.

[su_document url=”http://www.ilmonti.com/wp-content/uploads/2014/11/Lettera_parroco_5_7_2014.pdf” height=”1320″]

[su_highlight background=”#faf41c”]Perché il CAEP lascia invece intendere che il problema sarebbe la convenzione?[/su_highlight]

 

PUNTO TERZO: le mie responsabilità e l’inizio dei lavori

Ed ecco che arriviamo al primo dei numerosi attacchi personali, pesante e del tutto immotivato, in cui mi si accusa di dire il falso.

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La Buona Parola – pag.1

 

Cominciamo magari con lo spiegare che se io manifesto delle mie opinioni e sensazioni, ovvero quando scrivo che è sembrata qui ossessiva come se si volesse cercare lo scontro a tutti i costi , è difficile sostenere che siano affermazioni “completamente FALSE”. Le opinioni e le sensazioni personali sono vere per definizione. Si possono contestare, criticare, ma certo non sono FALSE. Evidentemente la voglia di diffamare il sottoscritto era però così tanta che si è voluto addirittura arrivare a dire che è FALSA una mia opinione e una mia considerazione. Vi garantisco, amici del CAEP e del CPP che queste affermazioni sono pensieri miei, quindi assolutamente VERI. Se poi non sono da voi condivisi è un altro discorso.

Ora però lasciamo parlare anche qui i documenti.

Fino a quel momento, anche nell’incontro in cui io sono stato presente, si avanzavano perplessità sulla presunta irregolarità a livello normativo del bagno, con il nostro Architetto che chiarì come il bagno e il suo accesso avrebbe rispettato le prescrizioni. Mai fu esplicitamente dichiarato che li non era possibile aprire l’accesso al bagno dei disabili a nessuna condizione. È  solo con la lettera del 5/7/2014, cioè quando i lavori erano già ad uno stadio avanzato, che Don Aldo chiede espressamente che non venga realizzato l’accesso per i disabili in quella posizione.

Ecco la lettera:

[su_document url=”http://www.ilmonti.com/wp-content/uploads/2014/11/Lettera_parroco_5_7_2014.pdf” height=”1320″]

In quel momento i lavori volgono già al termine, e grande è il rammarico e lo stupore dell’amministrazione  e dello stesso Architetto Redaelli, che lo manifesta in questa lettera del 9/07/2014:

[su_document url=”http://www.ilmonti.com/wp-content/uploads/2014/11/Lettera_architetti_11_7_2014.pdf” height=”1320″]

[su_highlight background=”#faf41c”]Passi che il sottoscritto sia un falsario e uno che non capisce nulla, passi che il Sindaco, tutta la Giunta e i tecnici del comune siano in malafede, ma anche l’Architetto che dirige i lavori sarebbe complice di questo complotto ai danni della parrocchia? Suvvia. [/su_highlight]

 

PUNTO QUARTO: le accuse discutibili

Il comunicato continua ad accusarmi gratuitamente di dire cose false. È evidente come il tentativo sia quello di infangare e scalfire la credibilità dell’interlocutore.

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La Buona Parola – pag. 2

Registro la presunta buona fede, ovvero che quelle che sembravano accuse discutibili, fossero invece semplici segnalazioni. Sostenere, anche qui, che le mie impressioni siano FALSE, è quantomeno curioso.  Qui lascio a chi legge il giudizio, e ognuno di voi dopo la lettura di tutte le missive, potrà giudicare se il mio sentimento fosse così lontano dalla realtà. Quando si arriva a chiedere la modifica e l’abbattimento di una parte di una costruzione, già di fatto realizzata e completata e si pretende che la demolizione sia eseguita in TRE GIORNI dal ricevimento della lettera, pena ricorso ad azioni legali anche urgenti, come potete leggera qui sotto nel documento datato 28 luglio 2014, mi domando se ciò corrisponda a quel tono rispettoso e formale di cui ci si vanta. Giudicate voi. E tenete presente che siamo al 28 luglio 2014, ovvero a pochi giorni dall’inizio della festa “Vacanze nel Borgo”, quando si scrive “intraprendere tutte quelle azioni legali, eventualmente anche in via di urgenza”.

[su_document url=”http://www.ilmonti.com/wp-content/uploads/2014/11/Lettera_parroco_28_7_2014_B.pdf” height=”1320″]

 

PUNTO QUINTO: chi ha preteso l’avvocato

Ed ecco arrivati al capolavoro, al tentativo di ribaltare completamente la realtà. Ma se pensavano di esserci riusciti… alla fine gli è andata male, come quel tale che faceva le pentole ma non i coperchi? Chi era?

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Buona Parola – pag. 2

Rileggendo ci si accorge che qui addirittura si sfiora il ridicolo. Direi che è già tutto scritto sopra, ci sarebbe poco o nulla da aggiungere, almeno tra persone di buon senso. Nel caso però che in qualcuno albergasse ancora un residuo dubbio sul fatto che  “più opportunamente” non significasse che dovessimo necessariamente presentarci accompagnati da un avvocato, non sarò certo io (quello che dice sempre falsità) a togliervi ogni dubbio, ma lascio parlare come sempre i documenti. Anche qui a dircelo è una lettera della parrocchia, immediatamente successiva a quella citata del 22/09/2014. Siamo alla missiva del 30/09/2015 dove la frase “presso la Casa Parrocchiale, e, più opportunamente alla presenza dei rispettivi legali di fiducia” ; viene sostituita da   “presso la Casa Parrocchiale sempre alla presenza dei rispettivi legali di fiducia”,  il famigerato termine “più opportunamente” è sparito, insieme a tutti i dubbi. Lo so, la verità è tremenda, ma è tutto vero, come leggete qui sotto:

[su_document url=”http://www.ilmonti.com/wp-content/uploads/2014/11/Lettera_parroco_29_9_2014_B.pdf” height=”1320″]

A questo punto mi viene un dubbio: [su_highlight background=”#faf41c”]ma il CAEP e il CPP che dicono di aver sempre condiviso le lettere di Don Aldo, le avranno davvero lette prima di criticarmi e sostenere che sia io a dire il falso?[/su_highlight]

 

PUNTO SESTO: cosa ha iniziato a contestare Don Aldo

Qui la faccio davvero breve su questo punto:

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La Buona Parola – pag. 3

 

Anche qui gli “amici” del CAEP e del CPP si sono fatti prendere dalla foga di volermi accusare a tutti i costi di aver detto il falso. Naturalmente in buona fede, ci mancherebbe! Sarebbe infatti  bastato riportare l’intero capoverso, evitando di troncare le mie frasi a metà, per mutarne il senso.

Ecco cosa ho scritto io nel post:

“Ha iniziato con il contestare la riqualificazione del muro che delimitava la piazza, che ha visto anche la realizzazione di un blocco servizi con annessa terrazza ad uso pubblico da cui si gode di un discreto scorcio sul centro cittadino.”

È chiaro come facessi riferimento alla questione dell’affaccio dalla terrazza, la quale è stata creata nell’ambito della riqualificazione del muro. [su_highlight background=”#faf41c”]La prossima volta basterebbe rileggere le frasi un paio di volte (anche tre se per qualcuno dovesse servire) ed evitare di diffamare il sottoscritto gratuitamente. Grazie.[/su_highlight]

 

PUNTO SETTIMO: il bagno è solo per disabili. Excusatio non petita, accusatio manifesta

E ancora si continua con il tentativo di mistificare  e modificare la realtà, traguardando l’incredibile:

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La Buona Parola – pag. 3

È sconcertante come si arrivi a scrivere parole che vanno contro non solo alla realtà delle cose, ma addirittura alle proprie stesse parole. Innanzitutto il bagno realizzato è ad uso esclusivo dei disabili, ma non solo: si è più volte chiarito che sarebbe utilizzato solo durante lo svolgimento delle feste in piazza. MAI e dico MAI nessuno ha mai sostenuto che quel bagno fosse disponibile anche a persone diverse dai disabili. Ma c’è di più. È lo stesso Don Aldo ( e anche il CAEP e CPP visto che sostiene di averle condivise) ad essere ben cosciente che il bagno sia per disabili, visto che lo scrive a chiare lettere nell’oggetto delle prime tre lettere: quella del 5 luglio, quella del 28 luglio e quella dell’11 settembre. Questo patetico tentativo, a posteriori, di mettere in dubbio ciò che è lì da vedere, ovvero che il bagno è solo per disabili, mi turba e mi sconcerta. Capisco l’imbarazzo di dover giustificare un atteggiamento che non troverebbe giustifiazioni, ma tentare di ingannare le persone mistificando la realtà non mi appare come una grande idea.

PUNTO OTTAVO: i disabili stilizzati e le mie (presunte) incapacità

Continua il tentativo di delegittimazione della mia figura: in questo punto accusata di essere incompetente

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La Buona Parola – pag. 3

Premesso che sono io a chiedermi come sia possibile che con tutte le persone che compongono il CAEP e il CPP, nessuna di queste sappia che io non sono assessore ai lavori pubblici, e la cosa è aggravata dal fatto che l’assessore ai lavori pubblici ricopre quella carica da svariati anni ed è persona popolarissima, mi sfugge dove avrei sostenuto che quello presentato non fosse un disegno tecnico? Naturalmente non l’ho mai affermato. Mi sono limitato, lo confesso con una dose minima di ironia che utilizzo sempre per rendere meno pesanti i miei scritti, a sostenere come agli occhi miei (ma vi garantisco non solo miei) quel “disegno tecnico”,  allegato alla lettera del 5 luglio 2014  risultasse perlomeno curioso. Probabilmente perché noi continuiamo ad utilizzare più il buon senso che le carte bollate. Questo era il disegno allegato:

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Disegno tecnico

Segnalo con viva preoccupazione, che tale area è oggetto quotidiano di stazionamento e/o passaggio di bambini, ragazzi, uomini e donne, magari anche con  passeggini. Voglio augurarmi che le auto, ma ne sono sicuro, si fermino in attesa che i pedoni liberino loro il passaggio, senza investirli.

(Permettetemi una piccola nota a margine, un po’ pedante, ma per puntiglio preferisco chiarire ogni cosa. I disabili riprodotti qui sopra non sono ne immagini fotografiche, ne riproduzioni pittoriche, sono appunto stilizzati, che non è un insulto. Stilizzare significa riprodurre un soggetto rappresentato nei suoi tratti essenziali. Notate, amici del CAEP e CPP, che qui sopra i disabili non hanno elementi tipo: naso, capelli, vestiti, scarpe ecc? Ecco, questo significa che sono riprodotti solo i tratti essenziali, ovvero sono stilizzati. Avete ragione, sarebbe sicuramente grave se io non riconoscessi un disegno tecnico, ma direi che sarebbe altrettanto grave che chi tenta di elevarsi a professore non conoscesse nemmeno il significato di elementari termini della lingua italiana)

PUNTO NONO: “non dire falsa testimonianza”

E siamo giunti alla fine, con l’ultima delle accuse, quella però che più mi ha sconvolto. Mi ha sconvolto perché mai avrei pensato che fosse possibile negare la verità fino a questo punto.

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La Buona Parola – pag. 4

La questione qui è semplice. Leggendo tutte le lettere inviate nel tempo dal Parroco, abbiamo avuto più volte la sensazione che la parrocchia interpretasse la convenzione come se questa riguardasse tutta la piazza, e non solo la porzione di proprietà della Parrocchia. Infatti, quando si lamentavano le “presunte” violazioni della convenzione si menzionavano manifestazioni, come per esempio la “Notte Verde”, che non hanno occupato la parte di piazza di proprietà della parrocchia. Per questo motivo, durante l’incontro tra l’amministrazione e la parrocchia, quel famoso incontro svoltosi alla presenza dei rispettivi avvocati, a mia precisa richiesta di chiarimento posta all’Avvocato della parrocchia Lucia Aliberti, rispetto ai presunti gravi motivi per cui il comune avrebbe disatteso negli anni la convenzione, fatto salvo il posizionamento delle due bancarelle a quel tempo già sanato, è stato proprio l’Avvocato Aliberti a sostenere che la convenzione regolasse l’intera piazza, e non solo la parte di proprietà della Chiesa. E vi dirò di più: alla nostra reazione negativa, in cui facevamo presente che la convenzione vedeva addirittura allegata una mappa che delimitava precisamente l’area oggetto della convenzione, l’avvocato Aliberti insisteva sul punto, argomentando sulla presunta poca chiarezza di alcuni termini della convenzione, che a detta sua potevano far intendere che la convenzione riguardasse TUTTA LA PIAZZA. Ma cosa significherebbe questa interpretazione estensiva? Presto detto. Significherebbe, per esempio, che non sarebbe più possibile organizzare il mercato settimanale nel Borgo, che è tanto apprezzato da cittadini e operatori. Difficile diventerebbe organizzare le feste, i mercatini e tutte le altre numerose manifestazioni che si svolgono in piazza,  dato che il loro svolgimento sarebbe subordinato ad una esplicita autorizzazione del parroco, senza della quale non si farebbe nulla. Non si potrebbero nemmeno più autorizzare i banchetti politici, soprattutto quelli del PD, che da anni si posiziona in piazza.  Da qui la mia risposta ferma, intransigente sul punto, che ho ribadito nel mio post, dove ho sostenuto un diritto che è di tutti i cittadini lazzatesi, ovvero di fruire della loro parte di piazza senza nessuna possibilità di sottostare a vincoli o permessi posti dalla parrocchia.

[su_highlight background=”#faf41c”]Cari amici del CAEP e del CPP, dove avrei detto falsità? Dove ho avanzato accuse gratuite? Dove sarebbero infondate? [/su_highlight]

Negate che avete dichiarato come a vostra interpretazione la convenzione valesse per tutta la piazza? Come potete negarlo, avendolo sostenuto davanti a numerosi testimoni, al parroco stesso, nelle quattro mura della canonica? Vi prego, mi appello al rispetto almeno dei dieci comandamentI. Ottavo: “non dire falsa testimonianza”.

 

COMMENTO FINALE

La verità costa un po’ di fatica, e vi ringrazio per essere giunti fino alla fine di questa lunga ed estenuante lettura. Purtroppo può essere complicato difendersi dalle ingiurie e dalle accuse, per questo spesso, in questo mondo che appare sempre più superficiale e incapace di approfondire la verità, il metodo “infanga, infanga, che qualcosa rimane” può anche riscuotere un discreto successo. Ecco perché non potevo non difendermi, ecco perché spero di essere riuscito a dimostrare ciò che mi stava più a cuore: ovvero che qui c’è un amministrazione fatta di uomini e donne che potranno anche sbagliare, essendo uomini, ma che ha dimostrato negli anni di muoversi sempre e solo nell’interesse della collettività, che spesso può anche non corrispondere con l’interesse del singolo o del privato, ma che alla lunga è l’unico interesse che è giusto salvaguardare sempre. Nessuno ha né la voglia, né l’intenzione di aprire diatribe o contenziosi inutili contro nessuno, tantomeno ci cercare uno scontro da cui siamo sempre rifuggiti. Ecco allora perché invito tutti a lasciare da parte risentimenti o attriti personali, invito lo stesso Don Aldo a non lasciarsi influenzare da chi, forse, rischia solo di trasformalo in strumento di uno scontro che nulla ha a che vedere con la Chiesa, la Parrocchia, la piazza o tantomeno un bagno per disabili usato 15 giorni all’anno; ma che trova ragione solo se legato ad antiche ragioni, vecchie frizioni, scontri riconducibili ad un passato remoto che non tornerà più. Il confronto o addirittura lo scontro politico può starci, anzi può persino essere salutare se incorniciato in una dialettica democratica, ma va sempre e solo intrapreso sul terreno politico, non certo nelle quattro mura sacre della nostra Chiesa. Che rimane la casa di tutti.
E permettetemi, eviterei anche di strumentalizzare e di abusare a proprio piacimento delle parole del Santo Padre, come è stato fatto in maniera davvero scorretta, cercando di piegare le parole del Papa al proprio fine polemico. Che squallore.

A questo proposito, cari amici del CAEP e del CPP, vi consiglio la rilettura di queste parole che Dante mise in bocca a ad un infervorato San Pietro, vi faranno bene:

 

Non fu nostra intenzion ch’a destra mano
d’i nostri successor parte sedesse,
parte da l’altra del popol cristiano;

ne’ che le chiavi che mi fuor concesse,
divenisser signaculo in vessillo
che contra battezzati combattesse;

ne’ ch’io fossi figura di sigillo
a privilegi venduti e mendaci,
ond’io sovente arrosso e disfavillo.

Divina Commedia – Paradiso Canto XXVII 48,51,54

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