Confetti tra BEA/CEM, supposte per i cittadini. La Lega dice NO.

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Qualche giorno fa ho incontrato un sindaco del PD, che dopo il mio primo intervento, giudicato troppo polemico, in consiglio provinciale, mi ha invitato a fare innanzitutto gli interessi dei cittadini della Brianza. L’ho rassicurato, dicendo che questo sarà lo spirito con cui lavorerò in Provincia.
Detto fatto. Proprio per dimostrare che il mio interesse è quello di lavorare per il bene dei cittadini della Brianza, ho presentato come primo firmatario, insieme al consigliere Andrea Villa, una mozione del Gruppo Lega Nord Padania in Consiglio Provinciale di Monza Brianza, per impegnare il Presidente Gigi Ponti a prendere posizione contraria rispetto all’ipotesi di fusione delle due aziende BEA e CEM.
Il documento, che trovate qui, è lungo e dettagliato e analizza tutti gli aspetti negativi che questa prospettata fusione porta con se.

AAA rifiuti cercasi. Chi cerca trova, in casa PD.
Come i lettori più attenti ricorderanno, il sottoscritto è sempre stato contrario ad ogni ipotesi di raddoppio o anche di semplice potenziamento dell’inceneritore di Desio; avevo scritto anche un appello ai Sindaci del PD prima del voto in assemblea di BEA, il piano passò con una risicata maggioranza, come scrissi qui. La questione interessò anche le cronache nazionali, e persino l’Huffington Post criticò la scelta di investire su un potenziamento di un inceneritore in Lombardia, dove è da tempo acclarata una sovracapacità, invece di pensare a forme alternative e complementari di smaltimento. Ricordo anche come uno dei punti deboli del piano fosse proprio la difficoltà di BEA di poter competere con altri giganti nella dura lotta per accaparrarsi rifiuti da bruciare, in un contesto futuro che vede la continua riduzione del rifiuto da incenerire.
Come fare dunque a tenere in piedi un inceneritore che non serviva ma che abbiamo potenziato perché interessava a qualcuno farlo? A furia di sbattere la testa contro un muro, alcune teste pensanti del PD, diventato ormai il veri padrone di queste società pubbliche, hanno trovato una soluzione geniale e utile. Utile a chi? Naturalmente non ai cittadini, ma utile solo a generare artificialmente un futuro al forno inceneritore di BEA, che poi pare essere l’unico obiettivo per qualcuno. E quale sarebbe allora questa soluzione, di grazia? Semplice e banale, quanto astuta: si prende il CEM, anche questa una società controllata per lo più da comuni di centro sinistra, e lo si fa fidanzare e poi sposare con BEA. Il risultato sarà una nuova società per azioni, nata appunto dalla fusione di BEA e CEM. Così facendo i 49 comuni soci di CEM, diventati grazie alla fusione proprietari di un inceneritore, dove volete che smaltiranno i loro rifiuti? Naturalmente nel forno di Desio. Ecco dunque risolto il problema di trovare i rifiuti per il forno di BEA, che anzi potrà avere problemi di abbondanza. Evviva, confetti per tutti. Supposte per noi.

Tutto bene quel che finisce bene dunque? Naturalmente no.
Ma in tutto questo, ci domandiamo nel testo della mozione, l’interesse dei cittadini dove emergerebbe? Si perché la sensazione, in tutta questa vicenda, è che qualcuno si sia scordato che ogni amministratore pubblico ha il dovere di difendere gli interessi dei propri cittadini prima di ogni altra cosa, anche prima degli interessi delle proprie aziende, se necessario. D’altro canto crediamo che un’azienda pubblica abbia senso di esistere se crea un vantaggio per la collettività e non, al contrario, se i cittadini debbono pagare il prezzo della sua sopravvivenza. E quale sarebbe invece l’interesse del cittadino? Semplice: avere un servizio di raccolta e smaltimento sempre più efficiente e ad un prezzo sempre più contenuto, rispettando naturalmente l’ambiente. E qual’è lo strumento per garantire questa corsa continua al miglioramento del servizio e il contemporaneo contenimento dei prezzi? Semplice: la concorrenza.
Quella stessa concorrenza che permette oggi ai comuni soci di Bea di scontare costi di smaltimento nettamente inferiori a quelli di qualche anno fa, questo anche grazie al fatto che BEA è stata costretta a ricorrere al mercato, ovvero a partecipare ad aste al ribasso per accaparrarsi i rifiuti.
La risposta degli amici del PD va naturalmente nel senso contrario, ovvero la creazione di una grande società che punta di fatto ad un monopolio; i comuni soci si affideranno ad essa sia per lo smaltimento che per la raccolta, con la scusa che il servizio sarà offerto “in house”, ovvero dalla loro società. Con tanti saluti al libero mercato, la concorrenza, l’innovazione.
E chi pagherà i maggiori costi? Secondo voi? Naturalmente i cittadini. Ecco in arrivo un pacco di supposte, e nemmeno in omaggio! Infatti oggi i costi di raccolta e smaltimento che sostengono i comuni devono essere coperti interamente, al 100%, dalla tassa rifiuti (TARI). Questo significa che ogni singolo euro di aumento si scaricherà direttamente in un aumento di imposta. Cioè nelle tasche dei cittadini. Beh però quei cittadini saranno soci di una grande società per azioni, vuoi mettere che orgoglio? Eh cavolo! Non state più nella pelle immagino. Attenzione perché qualcuno vi dirà: bhé ma queste società genereranno un utile, quindi un dividendo per tutti i comuni soci, quindi per i cittadini. Se qualche intelligente vi farà questo discorso potrete sempre rispondere che se l’utile di un’azienda scaturisce da un costo maggiore del servizio, che copro io con i miei soldi, non vedo dove starebbe il vantaggio, se non per lo stato, visto che sull’utile ci pagheremmo pure le imposte. Non sarebbe meglio quindi che i miei sacri soldini stessero direttamente beati nelle mie tasche senza nemmeno uscire? Che ne dite? Così non prendono freddo!

Ma c’è anche di peggio.
Gli aspetti negativi non si esauriscono però con il rischio di un aumento dei prezzi e di un deterioramento del servizio, tipiche conseguenze di un servizio gestito da aziende pubbliche in regime di monopolio, ma rischierà addirittura di mortificare lo sviluppo della raccolta differenziata. Oggi abbiamo infatti una separazione tra la società CEM da una parte, chiamata a svolgere il servizio di raccolta, cercando di investire in azioni che mirano all’aumento della differenziata e la società BEA dall’altra, che ha come obiettivo quello di bruciare più rifiuti possibili. È evidente come rischierà di emergere un palese conflitto di interessi tra le due realtà che andranno a fondersi: come potranno i soci di BEA puntare verso un deciso aumento della differenziata, quando questo determinerebbe una diminuzione della quantità di rifiuti che la stessa BEA brucia per generare i propri ricavi? Il rischio è quindi quello di pagare tasse più e alte e veder mortificato il potenziale sviluppo della raccolta differenziata. Un capolavoro insomma.

Noi chiediamo di dire NO
Ecco perché la Lega Nord invita il Presidente Gigi Ponti e la maggioranza del PD a dire no a questo sciagurato progetto di fusione, a pensare prima agli interessi dei cittadini, e solo dopo agli interessi di quelle aziende pubbliche che dovrebbero essere al nostro servizio e non viceversa.
Lo chiediamo con un documento presentato in Provincia, che è socia di BEA al 20%, e che ha come Presidente il Sindaco di Cesano Maderno, socio per un altro 11,25%. Insomma, ci sembra che Gigi Ponti sia quello che comanda qui, quindi la persona giusta a cui chiedere di fermare questa mezza porcata.

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Testo Mozione BEA CEM