Don Camillo e Peppone rivive a Lazzate. Ecco tutta la (mia) verità

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C’è forse un pezzetto di quel “Mondo Piccolo”, raccontato magistralmente nei capolavori di Giovannino Guareschi, che sta rivivendo nella mia Lazzate e non dev’essere nemmeno tutto e soltanto conseguenza del caso.
Già perché chi ha studiato bene la storia di Don Camillo e Peppone, conosce bene il legame che lega Lazzate e il personaggio più famoso di Guareschi, ovvero la figura del ruvido parroco di Brescello. Guareschi si ispirò al prete di Trepalle, frazione di Livigno, che è la Parrocchia più alta d’Europa, posta a 2.069 mt d’altezza con il termometro che scende a -40° d’inverno. Si chiamava Don Alessandro Parenti, per tutti “Don Lisander”ed era un nostro illustre concittadino.

BREVE RESOCONTO DEI FATTI

Leggendo le cronache degli ultimi giorni, che parlano di uno scontro tra l’amministrazione di Lazzate e il parroco don Aldo Ceriani, sembra quasi di essere capitati dentro un romanzo di Guareschi.
La vicenda è già nota ai paesani: il parroco di Lazzate, negli ultimi tempi sempre più insofferente e infastidito dai numerosi momenti in cui la piazza è animata da feste e mercatini (organizzati ormai da oltre un decennio), si è imbarcato in una battaglia fatta di carte e lettere con l’amministrazione comunale, che a tratti è sembrata quasi ossessiva, come se si volesse cercare lo scontro a tutti i costi.
[su_pullquote align=”right”]abbiamo cercato di reagire come ogni cristiano dovrebbe: porgendo l’altra guancia. Ma non è bastato [/su_pullquote]Ha iniziato con il contestare la riqualificazione del muro che delimitava la piazza, che ha visto anche la realizzazione di un blocco servizi con annessa terrazza ad uso pubblico da cui si gode di un discreto scorcio sul centro cittadino. Successivamente ha iniziato a contestare l’apertura di un bagno pubblico ad uso esclusivo dei disabili, che invade la proprietà privata e creerebbe delle difficoltà nel passaggio dal cancello carraio. Da sottolineare il particolare di una di queste missive, in cui il parroco si è premurato di allegare un disegno in cui si illustravano una serie di disabili stilizzati in carrozzina che ostacolavano il passaggio dell’auto raffigurata tra una carrozzina e l’altra. Quando si dice che la realtà supera ogni più fervida fantasia romanzesca, una roba così non se la sarebbe immaginata nemmeno Guareschi. Dal canto nostro non abbiamo mai pensato che l’apertura di un bagno per disabili, da utilizare solo in occasione delle feste, potesse rappresentare un fastidio così grande. Ma tant’è.
Le lettere continuavano a pervenire in Comune in una vera e propria escalation. Una volta si contestava l’organizzazione della festa della Lega (la Notte verde per Cesarino), poi si contestava l’invadenza del tendone della “Sagra della Patata”, finendo poi per prendersela con il mercato settimanale, reo di invadere la proprietà della parrocchia con due bancarelle e di disturbare con la sua presenza i fedeli, costringendoli a una gimcana tra salumi e biancheria intima! Ricordo che il mercato settimanale si svolge nel solo pomeriggio del mercoledì, che i cristiani non hanno nessun problema con i salumi e che passare davanti ad un paio di calze o mutande non credo offenda il pudore di nessuno. Ma tant’è, prendiamone atto.
Noi dell’amministrazione, dal canto nostro, abbiamo sempre cercato di minimizzare la questione, di rifuggire lo scontro ad ogni costo, di non esacerbare gli animi. Insomma abbiamo cercato di reagire come ogni cristiano dovrebbe: porgere l’altra guancia. Ma non è bastato. Le lettere che il parroco recapitava in comune continuavano, fino ad arrivare a dichiarare, unilateralmente, che a detta loro la convenzione tra comune e parrocchia, che da svariati decenni regolava l’utilizzo di una piccola porzione della piazza di Lazzate, era da considerarsi non più valida. Si tratta di una piccola striscia di terreno, che divide la piazza dal lato Nord della chiesa e che è da sempre in uso a tutta la cittadinanza. Il comune ne ha curato la riqualificazione, ne cura l’illuminazione, la pulizia ed il controllo. Insomma, per tutti è sempre stata una piazza. I rapporti erano regolati appunto da una convenzione, che non ha mai creato nessun particolare problema in tutti questi decenni, almeno fino ad oggi.

IL PARROCO HA CHIESTO L’INTERVENTO DEGLI AVVOCATI, NON NOI

A questo punto è bene chiarire un aspetto, molto importante per chi vi scrive e anche per i cittadini e contribuenti di Lazzate. Non siamo stati noi a mettere in mezzo gli avvocati. Come detto abbiamo sempre cercato di tenere un basso profilo, consci del rispetto che va dovuto alla parrocchia, alla sua tradizione e in generale a tutta la comunità cattolica di Lazzate. Questo lo abbiamo continuato a fare anche dopo che i contenuti di un incontro tra noi e alcuni rappresentanti della parrocchia, furono oggetto pochi giorni dopo, di una pretestuosa polemica politica mossa dalle nostre opposizioni.
È stato invece don Aldo Ceriani, in una delle sue ultime lettere, a richiederci espressamente di incontrarlo accompagnati dal nostro avvocato.

Ecco le parole usate nella lettera inviata al comune in data 22 settembre 2014:

[su_quote style=”flat-light” cite=”Lettera a firma Don Aldo Ceriani del 22 settembre 2014″]“Pur ritenendo già sufficientemente chiara la situazione in oggetto, al fine di tentare di addivenire, comunque, ad una bonaria composizione della vertenza sono, tuttavia, disponibile al richiesto incontro che potrà tenersi, previo appuntamento, presso la Casa Parrocchiale, e, più opportunamente, alla presenza dei rispettivi legali di fiducia”[/su_quote]

È importante chiarire questo aspetto, che voglio sottolineare particolarmente, perché l’opposizione sul suo informatore “La Ringhera” ha già iniziato la tradizionale opera mistificatoria, sostenendo che:

[su_quote style=”flat-light” cite=”La Ringhera ottobre 2014″]“il Comune ha pensato di ricorrere all’assistenza di un legale: come già successo i cittadini pagheranno per le decisioni e i comportamenti molto discutibili di una giunta che anche qui non appare all’altezza dei suoi compiti”[/su_quote]

Il Comune è stato costretto ad avvalersi di un legale, su precisa richiesta del Parrocco, dopo mesi di lettere in cui si prodigava in accuse spesso discutibili.

L’AMMINISTRAZIONE DIFENDE IL DIRITTO DEI CITTADINI AD USARE LA PROPRIA PIAZZA

I cittadini hanno il diritto di essere tutelati, soprattutto quando qualcuno vorrebbe addirittura privarli della totale fruizione della loro piazza. Perché questa bislacca storia non finisce mai di stupire. Durante l’incontro tra le parti, abbiamo capito quale fosse l’equivoco che ha evidentemente generato tutta questa diatriba: il parroco era (o forse lo è ancora?) convinto che la citata convenzione non regolasse il solo utilizzo della piccola porzione di piazza di proprietà della parrocchia, bensì che fosse sottoposta a convenzione l’intera piazza P. Giovanni XXIII. Quindi, seguendo i paletti posti dalla convenzione, il comune non avrebbe potuto organizzare sulla piazza nessuna festa, nessun mercatino, nessun momento di ritrovo civico, se non espressamente autorizzato dal parroco. [su_pullquote]la piazza è proprietà della nostra comunità e nessuno, nemmeno il parroco di Lazzate può pensare di privarci di questo diritto[/su_pullquote] Di più: non avrebbe potuto organizzare il mercato settimanale nel borgo di Lazzate, tanto apprezzato dai cittadini e tantomeno avrebbe potuto dare autorizzazione per organizzare feste di partito né i comizi elettorali, come da anni si svolgono in piazza. Insomma, i cittadini rischiano di perdere il diritto al completo utilizzo della loro piazza, e davanti a questo rischio non possiamo che rispondere con decisione e fermezza, affermando e rivendicando un semplice ed elementare principio: la piazza è di tutti i lazzatesi, la piazza è dei cittadini, la piazza è proprietà della nostra comunità e nessuno, nemmeno il parroco di Lazzate può pensare di privarci di questo diritto.

Se rivendicare questo diritto significa passare per un novello Peppone, correrò il rischio. Io non sono però comunista, e soprattutto mi pongo a difesa dei miei cittadini, anche dei tanti che frequentano la parrocchia, così come il nostro Don Lisander difendeva i suoi parrocchiani, anche davanti alla legge e alle divise grigie dei finanzieri, perché bisogna seguire anche il buon senso.