Farinetti e la secessione, dal suo cervello

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Se avete un dieci minuti di tempo della vostra vita da gettare al vento, anzi per la precisione 8′ e 36”, vi consiglio di guardare questa video intervista di Paragone al patron di Eataly Oscar Farinetti. Se proprio otto minuti vi sembran tanti, andate direttamente al minuto 4 e 40”, dove si esibisce nella sua particolare interpretazione della secessione.
Annoto, giusto per cronaca, che introduce la sua tesi chiosando che lui, Farinetti, “di cazzate ne ha dette così poche”. Quando si dice che uno si sottovaluta troppo.
Insomma, Farinetti esordisce affermando: “Io pensavo, e continuo a pensare, molto male del concetto della secessione”. Dando per scontato che uno come Farinetti conosca il senso di ciò che va dicendo alla TV (effettivamente questo forse è un azzardo), registro che lui pensa male non tanto dell’ipotesi che una parte d’Italia seceda, ma trova sbagliato il concetto stesso di secessione, che secondo lui significherebbe che una parte di uno stato vorrebbe dividersi da un’altra perché si considera migliore. Questa la stravagante concezione della secessione secondo Oscar Farinetti, quello che di cazzate pensa di dirne poche.
Poi si esibisce nella più famosa, quanto stupida, parodia del concetto di autonomia e d’indipendenza, quello secondo cui un territorio che vuole emanciparsi, liberarsi o semplicemente rendersi autonomo da uno stato che lo opprime, sarebbe poi condannato in un processo continuo di smembramento verso il basso. La Padania si divide da Roma, poi la Lombardia dal Piemonte, poi Asti da Bra, poi il comune, il villaggio, la casa; una cazzata vecchia come il mare, ma evidentemente dura a morire. Farinetti va però oltre, lui che è un innovatore, innova anche le cazzate, con una chicca molto gustosa. Eccola: “arrivando poi a 60 anni mi accorgerò che la parte sud del mio corpo è meno performante e allora mi taglierò a metà”. Davvero, l’ha detto provare per credere! E poi la sentenza finale: “la secessione è la fine del mondo”.
Adesso noi siamo però curiosi di sapere se questa perla di cazzata, il buon Farinetti, l’abbia mai esposta in uno dei suoi negozi negli States, per dire, che ne so magari in quello di New York; perché sarei curioso di vedere la faccia che farebbe un cittadino degli Stati Uniti d’America, potenza mondiale che governa da diversi decenni le sorti del mondo, e nata appunto da un processo di secessione, a sentirsi dire che secedere sarebbe la fine del mondo. Poi quando si avrà un po’ di tempo si spiegherà a Farinetti che proprio l’Europa negli ultimi decenni è stata l’esempio di come il concetto di secessione e la sua messa in pratica, ha significato risolvere in positivo molte crisi: dalla Cecoslovacchia, alla ex Jugoslavia e le repubbliche baltiche. E non ci risulta, per esempio, che ora in Repubblica Ceca ci si stia dividendo villaggio per villaggio, casa per casa, famiglia per famiglia
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