Riaprirà il Museo dell’Alfa di Arese, la notizia è di quelle che riempiono di gioia migliaia di appassionati. La Fiat pare finalmente giunta a miti consigli, anche grazie alle pressioni di Regione Lombardia e del Governatore Roberto Maroni. Le preoccupazioni e i timori sul futuro delle auto del museo al contrario, sembrano aumentare.
Il Museo e la sua storia travagliata
Il Museo della casa del biscione venne chiuso nel febbraio 2011, le motivazioni ufficiali raccontavano della necessità di effettuare lavori di manutenzione nei locali, anche se da più parti si parlava apertamente di una reazione del Gruppo Fiat nei confronti del provvedimento del Ministero dei Beni Culturali, che solo qualche giorno prima aveva posto il vincolo sul Museo e su tutti i beni mobili ivi custoditi, ovvero auto stradali e da competizione, nonché l’immenso archivio storico, composto da documenti,modelli, libri e fotografie. Il vincolo, naturalmente, prevedeva e prevede il divieto assoluto e tassativo di vendere o cedere ogni bene contenuto nel Museo stesso.
Una delle battaglie di Cesarino Monti Senatore
La vicenda mi sta a cuore per svariati motivi; innanzitutto sono un grande appassionato di motori, e conosco il valore immenso di quel Museo, e soprattutto non posso dimenticare le energie spese da mio padre, in veste di Senatore, proprio per salvaguardare il Museo. Proprio in Senato, il 1 febbraio 2011, fu presentata un interrogazione, a firma Garavaglia-Monti, che segnò il punto di arrivo di una lunga battaglia, in cui si sollecitava il Ministro in questi termini:
per la definizione del procedimento relativo alla formalizzazione del vincolo sulle palazzine del Centro direzionale Alfa Romeo e del materiale ospitato
La risposta del Ministro Galan arrivò il 22 luglio 2011, e confermava l’esito positivo dell’iter, con l’emanazione del Decreto del Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia, avvenuto il 31 gennaio 2011.
Come detto, qualche giorno dopo, il 10 febbraio 2011, la decisione della Fiat di chiudere il museo per manutenzione.
Il Gruppo torinese non si limitò a chiudere il Museo di Arese, ma in data 5 aprile 2011 ha presentato due ricorsi al TAR Lombardia, con la richiesta di annullare il provvedimento di tutela, sia sui beni immobile (il Museo) che su quelli mobili (Auto e archivio). I ricorsi al momento languono in qualche polveroso scaffale, nessun udienza è stata fissata, come si può leggere dalla scheda del TAR qui
In questi anni le auto non sono però rimaste ferme, alcune di queste entrano ed escono dal Museo per partecipare ad eventi rievocativi o gare storiche: Mille Miglia, Goodwood, Milano-Sanremo, Terre di Canossa, Circuito della Fascia d’Oro ecc.
La Fiat vuole forse vendere le auto?
Arriviamo quindi alla notizia di questi giorni, ovvero Fiat accetta la richiesta, giunta da Regione e Comune, di riaprire, soprattutto in vista di Expo 2015, il Museo dell’Alfa di Arese. Tutto tranquillo dunque? Non proprio.
Nell’ambiente degli “alfisti” l’allarme è suonato da qualche settimana, ovvero da quando le voci hanno cominciato a rincorrersi e a farsi sempre più insistenti, sfociando in una ridda di indiscrezioni, che vedrebbero il Gruppo Fiat pronto a mettere in vendita alcuni dei pezzi più pregiati del Museo, su tutte la mitica “Alfa 159 Gran Premio”.
La mitica Alfa 159
Leggi Alfa 159 e pensi a Monza, dove il gioiello della casa del Biscione ha debuttato nel Gp d’Italia del 1950, subito vittoriosa con Farina.
La 159 era una vettura da record, capace di sprigionare 450cv di potenza, una enormità per l’epoca.
L’Alfa 159 ha un valore sportivo e storico inestimabile, proprio perché ha segnato la storia della casa di Arese, fu la vettura con cui Juan Manuel Fangio vinse il primo Campionato del Mondo di F1 e fu l’ultima vettura con cui l’Alfa partecipò al Mondiale di F1. Salvo la fugace parentesi degli anni ’70.
Anche il valore economico è davvero elevato, basti pensare che la Mercedes W196, quella usata sempre da Fangio nel GP di Germania e Svizzera del 1954, è stata venduta proprio qualche giorno fa, all’asta Bonhams organizzata durante il Goodwood Festival of Speed, per l’iperbolica cifra di 22.701.864 euro!
Perché spaventa la riapertura del Museo?
La notizia della riapertura del Museo ha aumentato ancora di più i timori di possibili vendite o cessioni dei pezzi pregiati. Nell’ambiente più di uno comincia ad elaborare la più semplice delle equazioni; il Gruppo Fiat concede la riapertura del Museo per costringere il Governo a revocare il provvedimento di tutela almeno sui beni mobili, ovvero le vetture.
Si rischierebbe quindi la più classica delle soluzioni all’italiana, verrebbe fatta salva da una parte la tutela del Museo, inteso come stabile, lasciando le mani libere a Torino sui pezzi pregiati della collezione. Un colpo al cerchio ed uno alla botte.Ma quale valore avrebbe il Museo senza le vetture? Ovvio, nessun valore.
Dev’essere chiaro che non si possono fare passi indietro rispetto al vincolo di tutela dei Beni Culturali, anzi, bisogna andare oltre ed arrivare ad una valorizzazione del Museo e della sua collezione.
Ritorna l’idea del Museo a Monza
Proprio in vista di Expo bisogna rilanciare una vecchia idea, ovvero quella di dare vita finalmente ad un Museo permanente all’interno dell’Autodromo di Monza. L’Alfa 159 potrebbe finalmente tornare a casa, sul tracciato brianzolo, insieme ad altre vetture, di marchi diversi, che hanno contribuito alla gloriosa storia del tracciato monzese. Un Museo che potrebbe trovare posto sotto le curve sopraelevate, che attendono da anni i lavori di restauro.
Le idee non mancano, i progetti nemmeno, i soldi si potrebbero trovare, magari grazie al nuovo corso che potrebbe prendere l’Autodromo Nazionale di Monza, come più volte auspicato dallo stesso Presidente Valli, magari, perché no, con un ruolo importante della Regione Lombardia, che si è già dimostrata più volte interessata al trittico Villa Reale, Parco e Autodromo.
Una cosa è certa, i tanti appassionati di motori, alfisti e non, attendo che qualcuno si muova per proteggere la nostra storia, il nostro passato, che poi significa lavorare per il nostro futuro.
Reopen the Alfa Romeo Museum
Reopen the Historical Museum of Alfa Romeo in Arese and thousands of fans are already excited. FIAT was convinced, even under pressure from Lombardy Region and its Governor Roberto Maroni.
The protection of the Ministry of Culture and the Museum closure
On January 31th 2011, the protection was confirmed by the Ministry of Culture and the Historical Museum and his collection – over 250 stunning cars – were saved.
On February 7th 2011, the Management of Fiat Group Automobiles decided to close the Historical Museum and the access to the archive. The official reason was the maintenance of the Museum.The commitment of Senator Cesarino Monti
In the Senate, on February 1st 2011, was presented a query, signed Garavaglia-Monti, for the definition of the procedure relating to the formalization of the legal protection of the buildings of Alfa Romeo area and materials stored.
FIAT reactions
On March 18th 2011, Fiat and the City of Turin officially opened the new Automobile Museum of Torino.
Many media reported this episode: “Fiat has opened an automobile museum in Turin, while silently they has closed the Alfa Romeo Historical Museum, the 3 rd most important museum in the world.”
In the meanwhile, the lawyers of the Fiat Group on March 25th 2011 presented to the Council of state two separate appeals against the constraint placed by the Ministry on the cars of the Collective heritage and the Museum.
What is surprising are the tones that Fiat Group lawyers have used, and their justifications horrify for any fan of automotive history: “As for the museum collection of Alfa Romeo, most cars are of dubious value collectible”. Furthermore, it is totally unjustified and unlawful, setting the constraint on the cars as unique models, such as the two Alfetta 159 F1 world champions, as they are two identical vehicles and is illogical to attribute the uniqueness.The risks
The risk is that the extraordinary archive of the Historic Museum will be disperse. Combined, the museum’s collection of 130 cars is worth between 50 and 60 million euros. Alfa Romeo would hardly be the first automaker to sell off parts of its collection to finance operations; less than two years ago, General Motors sent many models from its heritage collection to a Barrett-Jackson auction in Arizona to thin its ranks.
The idea of a museum in Monza
Other brands push strongly their own history, and they created new art museums, such as Porsche, Mercedes, Audi and BMW.
In view of Expo, it will be interesting the planning of a permanent museum at Autodromo Nazionale Monza to show a wide collection of racing cars and first of all Alfa 159.
4 risposte a “RIAPRE IL MUSEO DELL’ALFA MA CRESCE LA PAURA TRA GLI ALFISTI. QUALCUNO VUOLE VENDERE LE AUTO?”
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