Altro che indispensabile! Nessuna rete può garantire a Fazio contratti milionari e share che riceve in Rai. Il motivo? 1,5 miliardi di euro di canone estorto ai cittadini!
Non è la prima volta che monta lo scandalo sui contratti dei VIP in Rai, alimentato spesso dalle rispettive convenienze politiche. Il recente caso Fazio rappresenta però una odiosa evoluzione, una gigantesca vergogna che nelle ultime ore ha raggiunto i livelli di una telenovela sudamericana.
Il bello, quando si tratta di difendere questi artisti molto radical chic, quelli con il cuore a sinistra e il portafogli a destra, sta nel vedere tutto il mondo post comunista sguainare le dure leggi del business, dei numeri, del libero mercato e bla bla. Quando si tratta di liberalizzare davvero l’Italia dallo statalismo, son tutti socialisti vecchia maniera, quando invece sono impegnati a strapagare qualche loro amichetto, d’un tratto diventano spietati e cinici affaristi. Valli a capire.
Fazio indispensabile? Non scherziamo!
Fazio, secondo la vulgata, avrebbe fatto capire di essere pronto a trasferirsi armi e bagagli a La7, eventualità che avrebbe gettato nel panico i vertici di mamma Rai. Tanto che la Maggioni ha dichiarato:
Non so se avrebbe retto a sua uscita
Avete capito bene? Un gruppo che fattura quasi 2,5 miliardi all’anno non avrebbe retto alla dipartita di un singolo artista. Seppur si tratti di una star, non lo metto in dubbio, questa dichiarazione è una enorme cazzata. Scusate, ma non trovo altri termini. Una roba buttata li solo per difendere una scelta impopolare, buona solo per Fazio che si assicura nella saccoccia oltre 12 milioni di euro in 4 anni.
La minaccia deve proprio aver terrorizzato tutti in Rai (?!?!?!), tanto che Diaconale ha ammesso candidamente, riguardo alla firma del contratto:
Siamo stati costretti a sottoscriverlo
Ma come? Costretti a sottoscriverlo? Ma per caso Fazio vi ha teso un coltello alla gola? Ma che scemenze saranno mai queste? Ma un’azienda come la RAI in che mani sarebbe finita?
Sono i numeri, bellezza, dicono dalla Rai.
C’è poi chi si è avventurato, nel tentativo di giustificare il contratto milionario, in ardui conti su quanto la Rai incasserebbe con la pubblicità grazie a Fazio.
Lo ha fatto Fabio Salamida per esempio, andando a recuperare i prezzi a listino che gli inserzionisti pagano per lanciare i loro spot in Rai. Eccoli qui.
Secondo i calcoli, che però si basano su un listino (che potrebbe pure subire sconti a doppie cifre), Fazio farebbe incassare con «Che Tempo Che Fa» oltre 180 milioni di euro.
Un dato che appare un tantinello esagerato, contando che nel 2016 l’intero gruppo Rai non ha raggiunto nemmeno gli 800 milioni di euro di raccolta. Una sola trasmissione in un solo canale, tra l’altro Rai3, rappresenterebbe oltre il 20% dell’intera raccolta pubblicitaria del gruppo? Pare strano.
Ma ormai a questo punto, i sinistri in versione Gordon Gekko, ti dicono: «Ma che ti fotte della morale? Che vi fotte dei ricatti? Che vi fotte del canone? Questo porta quattrini e ci fa guadagnare». Eh già.
Ma la controprova, l’avete mai ipotizzata?
Tenendo pure per buoni quei dati, va però considerato che un imprenditore con la testa sulle spalle non cede mai al ricatto, e soprattutto valuta tutta una serie di elementi che in maniera semplicistica e turbina qui qualcuno pare ignorare. Quanto varrebbe quello spazio pubblicitario con un conduttore diverso? Davvero se prendessimo un altro al posto di Fazio, nella medesima prima serata, con a disposizione il medesimo budget per avere ospiti over the top alla sua scrivania, azzererebbe quel dato di raccolta? Certo che no, suvvia.
Crozza se lo ricorda qualcuno?
Ma poi, dove andrebbe Fabio Fazio? Lui ha millantato un contratto pronto a La7, che però dalle parti di Cairo si sono affrettati a smentire. Pare che abbia ordito quel che in gergo giovanilissimo si dice una «banfata», come gli alunni delle scuole superiori. Però, in questo caso, gli è valsa un bel 12 milioni.
Perché prendete Crozza, anche lui uno di quei VIP di sinistra che ama farsi ricoprire d’oro. Prima emigrato a La7, poi sempre più ingolosito si è rintanato a La 9 (quel canale a cui ci si arriva quando si sbaglia a pigiare il telecomando), nuovo canale generalista del gruppo Discovery. Risultato? Dopo una prima puntata con il botto, come prevedibile, il numero di ascoltatori è calato drasticamente, facendo scomparire Crozza, con la sua fama da star, dai salotti di molte famiglie.
Perché se è vero che Fazio porta ascolti alla Rai, è altrettanto vero che la Rai porta popolarità a Fazio, che in altri lidi si sognerebbe quegli share e quegli ascolti. Questo non può essere ignorato.
Quel contratto è coperto dal canone, non dalla pubblicità
E poi veniamo alla questione delle questioni: il canone. La Rai incassa circa 1,6 miliardi di euro dall’odioso canone, e meno di 800 milioni dalla raccolta pubblicitaria. Basterebbero questi dati per capire al volo che il contratto di Fazio è pagato dal canone, nel frattempo estorto coercitivamente dalle bollette dei cittadini, e solo in minima parte dalla raccolta pubblicitaria. Ecco dove sta l’aspetto immorale della vicenda. Fossero soldi di privati, fosse capitale di rischio, nessuno aprirebbe il becco. Qui si tratta però di quattrini prelevati anche a poveri cristi, anche a gente che fatica a mettere insieme pranzo con la cena. Per questo ci vorrebbe un po’ più di rispetto, per questo ci vorrebbe cautela, per questo non valgono nulla i discorsi legati al libero mercato e alle logiche d’impresa. La RAI non agisce sul libero mercato, la RAI estorce coercitivamente il canone, senza peraltro offrire un prodotto qualitativamente migliore. I soldi vengono utilizzati per strapagare amici radicalchic, come Fazio, e per alimentare una pletora infinita di dipendenti, che sono più del doppio del gruppo Mediaset, che tra l’altro fattura pure di più.