E alla fine il partito del “tassa e spendi” ha avuto la meglio; la Giunta Comunale di Monza, nella seduta del 26 novembre, ha varato la famigerata “Tassa di Soggiorno” per il capoluogo Monzese. Mi ero già espresso negativamente nei primi giorni di agosto, quando la proposta aveva cominciato a circolare con sempre maggiore insistenza. Conosco già la posizione della Giunta, visto che ho avuto modo di discuterne direttamente con il Sindaco Roberto Scanagatti, a settembre durante una pausa del venerdì del Gp di F1; cercava di convincermi della bontà dell’operazione, che da un lato porterebbe nelle casse del Comune soldi freschi da investire nella promozione turistica (anche perché questo vincolo di destinazione è un obbligo di legge), senza d’altro canto rappresentare un pesante aggravio, perlomeno a detta del Sindaco, in quanto si tratterebbe di cifre irrisorie. Proprio su questo punto insistette molto, facendomi notare che di sicuro un turista non scarterebbe l’ipotesi di soggiornare a Monza solo perché costretto a versare 2€ a notte in più.
Devo ammettere che su questo il Sindaco non ha tutti i torti; un singolo turista probabilmente non verrebbe scoraggiato più di tanto per i 2€ a notte, che per gli alberghi a 3 stelle si riducono a 1,50€, sempre a notte e a persona; va poi tenuto conto che la “sorpresina” il turista rischia di trovarsela solo al momento di abbandonare la struttura, visto che le tariffe on line solitamente non comprendono la maggiorazione della tassa di soggiorno. C’è un aspetto importante, però, di cui il Sindaco e la Giunta dovrebbero tenere conto; la città di Monza, seppur in fiduciosa crescita nel settore “leisure”, è marcatamente posizionata nel settore “business”, quindi il grosso del fatturato è ancora legato al mondo del lavoro, delle trasferte aziendali, a convegni e congressi e, non ultimi, agli operatori che partecipano ai numerosi eventi sportivi in Autodromo. Non parliamo quindi di una singola coppia che visita Monza e che si troverà a pagare qualche manciata di euro in più, parliamo invece di contratti, alcuni già stipulati con aziende per centinaia di pernottamenti, che ora dovranno essere rivisti; viceversa gli operatori saranno costretti a rimetterci parte del già risicato guadagno.E non c’è bisogno di sottolineare come in futuro, per i prossimi contratti, sarà sempre più difficile rimanere competitivi quando la concorrenza, che magari dista solo una manciata di chilometri, ha la fortuna di stare in Comuni in cui non è applicato questo balzello.
Da tempo e con fatica, insieme alla Camera di Commercio, stiamo cercando di dare vita ad una struttura, seguendo il modello dei più affermati Convention bureau, proprio per migliorare l’offerta del territorio in questo settore. Non è facile, visto che scontiamo parecchie carenze strutturali e infrastrutturali, ora questo ulteriore elemento negativo penalizzerà la città di Monza. Una scelta doppiamente suicida, se pensiamo che Milano, con Pisapia, vanta oggi una delle più alte tasse di soggiorno del Paese; il federalismo fiscale andrebbe inteso anche come opportunità positiva, ovvero scegliendo di non applicare una tassa per rendere il proprio territorio più appetibile di altri vicini e contigui. Milano muove già da una posizione di vantaggio, soprattutto in ottica Expo2015, non introdurre la tassa di soggiorno avrebbe aiutato a diminuire il divario.
Monza sarà l’unico Comune della Provincia ad introdurre la tassa di soggiorno, dando vita a situazioni kafkiane. Facciamo un esempio concreto di cosa accadrà dal 1° Gennaio 2014 a due strutture divise, territorialmente, solo da qualche centinaio di metri. L’AS Hotel di Viale Lombardia, struttura tra l’altro già martoriata dai disagi dovuti ai lavori di costruzione del tunnel, si troverà costretta ad applicare una tassa di 2€ al giorno per persona, vantando le 4 stelle; percorrendo il medesimo Viale il nome cambia da Lombardia a Brianza, siamo però nel Comune di Cinisello Balsamo, e troviamo il Best Western Premier, che di nome, ironia della sorte, fa “Monza e Brianza Palace”; questo, non avendo Cinisello applicato la tassa di soggiorno, costerà automaticamente 2€ in meno al giorno. Per un’azienda che dovesse decidere di acquistare 30 camere doppie per due 2 notti sono la bellezza di 240€ in più. Un motivo più che valido per cambiare struttura, con tanti saluti ad ogni sforzo per attrarre aziende sul nostro territorio.
Vi è poi tutta una questione squisitamente istituzionale. La Provincia non è stata assolutamente coinvolta, nonostante abbia funzioni delegate in materia turistica. Atteggiamento legittimo, ci mancherebbe, ma probabilmente sbagliato, proprio perché il mancato coinvolgimento del territorio determinerà una differenza ingiustificata tra le strutture del capoluogo e le tante che invece sono situate fuori Monza. Capisco e comprendo la necessità di recuperare risorse da destinare alla promozione turistica, ma come ho avuto modo di ipotizzare ad agosto, ribadisco e rilancio la proposta che vengano reperite queste risorse dirottando una quota di gettito IMU versata dalle strutture alberghiere. Perché anche l’IMU graverà pesantemente su operatori già messi alla frusta dalla crisi.
Ma quanto vale la tassa di soggiorno a Monza? E’ relativamente facile fare delle proiezioni sul potenziale gettito di questa imposta. Monza vanta dieci strutture alberghiere propriamente dette, una dozzina di B&B, e circa una ventina di strutture complementari; prendendo come esempio i dati delle presenze 2012 il gettito, al lordo delle esenzioni previste da regolamento, si aggirerebbe attorno ai 230.000€. Al netto delle esenzioni difficilmente si arriverà a superare i 200.000€. Una cifra certo non banale, ma probabilmente non sufficiente ad equilibrare la bilancia delle negatività che si ripercuoteranno sul settore grazie all’introduzione della tassa.
La battaglia ora si sposata in Consiglio Comunale, dove il gruppo della Lega Nord non mancherà di contrastare questa scelta sbagliata. A questo proposito ne ho parlato con Simone Villa, capogruppo Lega Nord in Comune, che ha confermato la linea:
Terminata in Commissione la discussione del regolamento per l’introduzione a Monza dell’imposta di soggiorno, ora comincia la battaglia in Consiglio Comunale. Da quanto finora emerso, al di là della posizione ideale e politica della Lega Nord contraria a ogni ipotesi di introduzione di nuovi balzelli, come questo e altri, ci sono aspetti che sommariamente elenco di seguito e che sono quelli più critici:
- si dà per acquisito il parere favorevole delle associazioni di categoria che rappresentano il settore alberghiero-ricettivo, ma non si hanno elementi in tal senso
- Non c’è un’idea neanche di massima dei costi e delle modalità di gestione della nuova imposta: sarebbe paradossale che una quota magari ampia delle risorse recuperate con la nuova imposta servisse a pagare i costi di gestione dell’imposta stessa!
- Le finalità sono oscure: si blatera di Expo, si fanno paragoni impropri con una tassa di scopo, in realtà non ci sono ancora idee chiare su quaie destinazioni specifiche dare alle risorse che verranno raccolte. Scanagatti parla di imposta di soggiorno da luglio scorso: a dicembre non sono ancora in grado di dire a quali azioni sarà destinata (se è una tassa di scopo… quali sono gli scopi?)
- Si introduce una nuova imposta e finisce tutto lì: manca una progettualità complessiva, un piano di azioni globale che possa rilanciare davvero il turismo in città. La nuova tassa in realtà contribuisce a diminuire l’attrattività di Monza e a favorire altri territori.
- Una chicca: nessuna esenzione prevista per gli studenti universitari che devono usare alberghi, camere, ostelli e altre sistemazioni in città. Altro che diritto allo studio: chi non è monzese e deve alloggiare a Monza per motivi di studio viene pure caricato di questo balzello!
Simone Villa – Capogruppo Lega Nord Comune di Monza