Prendere 9milioni di voti e non sapere cosa farne. Ecco in poche parole come si potrebbe sintetizzare l’attività del M5S in questi primi mesi di esperienza Parlamentare. Passi l’inesperienza, passi l’intransigenza, però quando si è chiamati a rappresentare milioni di cittadini che ti hanno affidato la loro fiducia e il loro futuro, il minimo sindacale richiesto sarebbe perlomeno di sapere quale sia la posizione del Movimento 5 Stelle. Magari non quella di domani, perlomeno quella di oggi. Evidentemente nel circo grillino anche questo è troppo, e adesso a far ridere non è più solo il capo, ma anche i suoi Parlamentari. Riso amaro purtroppo. Ieri al Senato il Gruppo 5 stelle ha presentato, votato e fatto approvare un emendamento che cancella il reato di immigrazione clandestina, derubricandolo a semplice contravvenzione amministrativa, con ammenda da 5 a 10 mila euro (da chiedere a chi sbarca con i gommoni magari).
 

Passate nemmeno 24 ore ecco arrivare la diffida di Grillo e Casaleggio, che sul blog scrivono a chiare lettere che la posizione del Movimento non è contraria al reato di immigrazione clandestina; anzi vanno oltre, ricordando che lo stesso reato è previsto in diversi Paesi molto più civili del nostro. Incredibile. Sembra quasi di sentire parlare uno della Lega, che il reato ha introdotto nel 2008. Una bella retromarcia, spregiudicata e in stile “Berlusconi”. Fosse solo questo, il problema è che collegandosi al sito ufficiale del “Parlamento 5 stelle”, mica pizza e fichi, cosa si trova in home page? Un bel pezzo in cui si da notizia della vittoria ottenuta, ovvero la cancellazione del reato di clandestinità, con tanto di spiegazione sui buoni, anzi sacrosanti, motivi per cui il M5S ha voluto la cancellazione. Ok cambiare idea, ma averne due contemporaneamente forse non è il massimo della trasparenza e del rispetto dei cittadini e degli elettori. Sapere cosa vogliano farne di questi 9 milioni di voti è chiedere troppo?