PISAPIA SI VERGOGNA DEL TITOLO DI “COMUNISTA”. E FA BENE.

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20130918-095314.jpg Un po’ come accadeva ne “Il favoloso mondo di Ameliè”, il capolavoro di Jean-Pierre Jeunet, anche nel favoloso mondo di Ballarò, nota trasmissione Rai apparecchiata ogni martedì sera dal “cameriere” Floris, l’incredibile trova casa, il surreale diventa reale, e la fantasia galoppa spensierata e felice nelle immense praterie, rosse, della propaganda.

Epici e consegnati alla storia alcuni episodi; come per esempio il servizio che qualche mese fa ci spiegava quanto fosse meglio l’Albania dell’Italia, oppure quando elogiarono la solidità e la serietà della politica Belga, che si trascinava da oltre un anno senza un Governo. Ed allora, nel “Favoloso mondo di Ballarò”, può anche capitare che uno come Giuliano Pisapia riesca a lasciarsi scappare un:”non sono mai stato comunista”, presto corretto nel cavilloso:”non sono mai stato iscritto al Partito Comunista Italiano”. Nemmeno si stesse parlando della tessera della loggia massonica P2. Il Primo Cittadino di Milano, nonostante la clamorosa gaffe, ne è uscito incredibilmente alla grande, tanto che il [Corriere.it](http://corriere.it/) titola: “Gaffe dell’esponente PDL”. E poi uno mette in dubbio l’equilibrio del Corsera, tze! Certo, quando hai di fronte una come Mara Carfagna, che c’entra con la politica come i cavoli a merenda, tutto diventa più facile, senza contare il conduttore della trasmissione, il cui scopo è quello di malmenare gli ospiti sgraditi, seguendo un canovaccio ormai super collaudato.

La colpa della Carfagna è stata quella di accusare prima Pisapia di essere stato “comunista”, titolo evidentemente considerato infame e rigettato subito con sdegno al mittente. Poverina la Carfagna, a suo merito va detto che lei aveva ben sottolineato il cavillo, ovvero che Pisapia era “esponente del Partito della Rifondazione Comunista”, ma anche qui Pisapia ha abiurato: “Ero eletto come indipendente”. E vabbè. Infine la chiusura sarcastica e saccente:”Floris, glielo spieghi lei”!

Ecco Floris, spiegacelo tu, che sei tanto bravo. Giuliano Pisapia inizia a muovere i primi passi in politica con Democrazia Proletaria, una roba che stava a sinistra del Partito Comunista. Nel 1996 e nel 2001 viene eletto Deputato nelle file del Partito della Rifondazione Comunista, cioè gente che è rimasta comunista anche dopo che gli stessi comunisti, bontà loro solo negli anni 90, avevano capito che il comunismo fosse ormai un ferro vecchio. E infine, arrivando ai giorni nostri, Giuliano Pisapia è diventato Sindaco di Milano proprio perché Vendola l’ha candidato alle Primarie. Sono sicuro però che Floris riuscirebbe a spiegarci perché non si possa dare del “comunista” a uno che voleva addirittura rifondarlo dopo morto il comunismo. Non c’è invece bisogno di spiegarci il perché inviti la Carfagna a Ballarò, quello lo abbiamo capito da un pezzo.

Probabilmente la prossima puntata a Ballarò mostreranno le cartoline inviate dai nani da giardino… ah no, scusate, quello era il Favoloso mondo di Ameliè.