Si, noi militanti ci crediamo. Stronzi

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Qualcuno crede di essere più furbo degli altri, qualcuno rideva di noi militanti. Qualcuno ora sta al fresco. 

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Ricordo ancora il giorno che diventai, finalmente, «Socio Ordinario Militante» della Lega Nord – Lega Lombarda. Sono passati ormai parecchi anni. Coccolai quel pezzetto di plastica per qualche minuto, osservando fiero il mio nome stampigliato sopra. Finalmente ero un militante della Lega Nord. Un orgoglio, un vanto. La gioia di entrare nelle fila di un grande esercito pacifico, fatto di uomini e donne, legati da una stretta fratellanza e con l’obiettivo condiviso: liberare il Nord.

Questi sentimenti sono comuni ad ogni singolo militante della Lega. Chi è SOM lo sa bene, chi non lo è può facilmente scoprirlo, interrogando il primo che gli capita sotto mano.

La figura del Militante è così importante, quasi sacra, all’interno della Lega. Giancarlo Giorgietti, in uno storico discorso da segretario nel congresso della Lega Lombarda del 14 gennaio 2007, idealizzò la figura del «Militante Ignoto», con queste parole:

… è quello che tutte le mattine,

quando esce di casa,

dopo aver ascoltato “Radio Padania”,

corre in edicola e compra “la Padania” e gira,

ostentandola con orgoglio agli amici.

Per lui è un problema secondario chi sia il direttore,

o se non ci trova scritto male della Lega, o che non c’è

l’ennesima puntata della guerra tra colonnelli.

E non sente neppure il bisogno di autoflagellarsi

andando a leggersi
queste invenzioni da altre parti;

… è  quello che si alza alle due del mattino,

prende il pullman per andare e portare con orgoglio

la bandiera dalla Padania alla manifestazione a Roma.

Perché Bossi l’ha chiesto

E sa che è giusto fare così per la libertà del Nord,

anche se, secondo la televisione,

tutto questo sforzo sembra sia fatto per altri scopi:

… è quello che, piova o tiri il

vento,

esce al mattino con i “soci del gazebo”

e loro due o tre montano la postazione,

sacramentando sugli assenti, sui ritardatari

e su Bellerio che ha mandato poco materiale

… è quello che aderisce alle

iniziative Padane,

anche quelle più sfortunate come la Credieuronord,

e che ha buon diritto di lamentarsi e criticare,

diversamente da chi mai a queste iniziative ha aderito

e diritto di strumentalizzare non ce l’ha.

Una via di mezzo tra un proclama, una poesia e soprattutto un monito a tutti quelli che si credono superiori, migliori o più furbi di noi militanti.

Oggi il Corriere della Sera ha pubblicato uno stralcio delle tante intercettazioni legate al caso «Rizzi». Tra le tante schifezze, segnalo questa:

Ma Longo parla anche di politica e deride i militanti del Carroccio che «ci credono anche se gli fa ridere che ci credano»

Evidentemente Longo, anche lui peraltro militante della Lega, si crede migliore, più furbo, più intelligente, più sgamato degli altri. E ride dei militanti. Lui è quello che fa il militante senza crederci, e pare se ne meni vanto. Perché crederci, secondo lui , sarebbe evidentemente da coglioni. Adesso non so quanto avrà ancora da ridere, nel freddo di una galera. Ma ciò servirà, forse, a fargli capire che i militanti non sono tutti stupidi. I militanti non sono un branco di caproni, di sciocchi, di illusi, di mentecatti. I militanti lo sanno bene che esistono i Longo. Sanno che esiste chi non ci crede, o chi ha smesso di farlo perché ha cominciato a credere di più al denaro che agli ideali. I militanti lo sanno, non sono mica scemi. Sappiamo bene che tra noi e il nostro obiettivo finale ci sono mille ostacoli da superare, nemici da abbattere, forze contrarie da respingere e anche qualche verme da schiacciare. Lo sappiamo bene, ma continuano ad impegnarci, a sbatterci e a sacramentare perché ci CREDIAMO. Nonostante gli stronzi. Perché un uomo che non crede a nulla non vale niente. Perché abbiamo giurato di combattere per raggiungere l’obiettivo. Certo ci vuole coraggio e forza per superare ogni avversità; i militanti della Lega hanno sempre dimostrato di possederne in grande quantità. Questo potrebbe però non bastare, potrebbe essere necessario rinnovare il nostro giuramento, rinsaldare gli ideali che stanno scolpiti nei nostri cuori; ricordare a tutti, giovani e vecchi, qual è il nostro obiettivo. Se occorrerà rimetterci la canottiera, come scrivevo qualche giorno fa, facciamolo.