Il Governo è costretto a far fronte ad un aumento insostenibile di gas ed energia elettrica. Per salvare imprese e famiglie Giorgetti propone una tassa sugli extra profitti. Scopriamo chi ha guadagnato con la crisi Covid 19.
Siamo alle porte di una potenziale nuova catastrofe, non sanitaria come la pandemia da Covid 19, ma economica. L’aumento delle materie prime energetiche, gas e corrente, corre su livelli insostenibili per tutti. Il rischio? Per molte imprese è già realtà, con alcune attività produttive già costrette alla chiusura degli impianti, pur con portafoglio ordini gonfio. Il motivo? Con costi dell’energia raddoppiati, per alcune attività produrre (e vendere) genera più perdite che non produrre e chiudere gli stabilimenti.
Così per le famiglie, che rischiano di vedersi recapitare bollette insostenibili per i bilanci famigliari. Soprattutto al nord Italia, dove l’inverno morde e il riscaldamento è sempre acceso.
(A questo proposito, corre l’obbligo di aprire una piccola parentesi, giusto per ricordare che in Italia ancora oggi ci sono imposte sul gas agevolate per le aree ex Cassa del mezzogiorno. Ciò determina che dove si ha più bisogno di gas da riscaldamento per il vivere quotidiano delle famiglie, le tasse applicate sono più alte.)
Per questo il Governo è naturalmente corso ai ripari, varando subito un fondo per assorbire i rincari, da 2,8 miliardi (oltre ai 3,5 miliardi di settembre per agire sugli oneri di sistema). Risorse non sufficienti, quindi ora si cercano le coperture per aumentare il fondo. Naturalmente ci si interroga su una domanda scontata: chi dovrebbe contribuire per la costituzione di questo fondo? Il Ministro Giorgetti ha proposto, giustamente, una tassa sull’extra-profitto delle aziende del settore energetico. Molte big del settore, vista l’impennata dei prezzi, macineranno fatturato, profitti e utili da sogno. Credo sia plausibile, pur non amando mai le tasse, ipotizzare che un contributo economico importante arrivi proprio da chi trarrà il maggior vantaggio da questa crisi dei prezzi.
CHI HA GUADAGNATO CON LA CRISI COVID?
Le cattive notizie non finiscono però qui. La spirale dell’aumento dei prezzi, alimentata dal picco degli energetici, probabilmente scalderà l’inflazione generale: alcuni prevedono aumento dei prezzi a doppia cifra, ipotizzando un +15%.
E allora, allargando lo spettro al di fuori del perimetro energetico, quali sono le aziende che hanno «beneficato» della crisi pandemica? A «naso» potremmo già ben intuire quali settori, e aziende, abbiano goduto dei provvedimenti più restrittivi: lockdown, quarantene, didattica a distanza. Perché se sei costretto mesi sdraiato sul divano, è proprio molto difficile che non ti venga la voglia di guardarti un film o una serie tv su Netflix. Ovvio.
Ma a noi le cose «a naso» non piacciono, quindi ci affidiamo a chi fa le cose per bene. Ci viene in aiuto una indagine svolta dall’Area Studi di Mediobanca: Impatto Covid-19 sui conti annuali 2020.
A livello mondiale il settore «websoft» (i giganti del web) ha visto crescere il proprio fatturato 2020 del 19,5%, seguito dalla grande distribuzione (+8,5%) e dall’alimentare +7,5%. Nella GDO (grande distribuzione organizzata) l’e-commerce è aumentato del 115% solo nel 2020!
Nel 2021 il trend non è naturalmente cambiato. Una ricerca pubblicata da osservatori.net ha calcolato che il settore e-commerce in Italia vale 39,4 miliardi nell’anno appena concluso, con un aumento del 21%.
Amazon in Italia ha aumentato il fatturato dai 4,5 miliardi del 2019 ai 7,25 miliardi del 2020.
Un aumento corposo, sicuramente agevolato anche da una condizione di vantaggio data dalle norme emergenziali varate in Italia: il mercato di Amazon è stata una delle pochissime attività che non ha mai chiuso i battenti. In pieno lockdown, per molti italiani, era l’unico canale di approvvigionamento di prodotti, escluso il food (settore in cui comunque opera anche Amazon nelle grandi città).
E’ giusto pensare di richiedere un prelievo straordinario su chi da una crisi ha avuto o avrà un giovamento non prevedibile e non dipendente dalle proprie scelte, ma piuttosto dai provvedimenti varati dal Governo? Tutto sommato, non è così sbagliato pensarci.