Un attacco orchestrato, dalla sanità alla cassa integrazione. Un mix di menzogne e falsità, volte a screditare la regione meglio amministrata d’Italia. Non ci riusciranno
Oggi è lunedì, piove a dirotto. E pioverà per tutta la settimana. Dove? In Lombardia naturalmente. Strano che per qualcuno non sia colpa pure questo di Attilio Fontana e della Regione.
E’ incredibile la campagna mediatica, vergognosa e senza pudore, che la disperata coppia PD/5Stelle stanno orchestrando da settimane contro il lavoro del Governatore Fontana e di Regione.
Un attacco così spudorato che ha visto il suo abbrivio addirittura sul terreno dove inequivocabilmente la Lombardia ha dato sempre prova di solidità e concretezza: la sanità. Tutto si può dire e tutto si può migliorare, ma ci sono elementi oggettivi innegabili: fino a tre mesi fa correvano qui da tutta Italia anche per farsi curare una semplice cataratta o intervenire su un’anca. Oggi, improvvisamente, arrivano addirittura a mettere in dubbio l’autonomia della Lombardia nella gestione della sanità, auspicando un ritorno all’amministrazione centrale. Dio ce ne scampi.
Poi hanno utilizzato l’INPS e lo strano ritardo con cui si aggiornavano i dati delle pratiche lavorate da Regione Lombardia, per raccontare ai lavoratori che la Cassa Integrazione non arriva per colpa di Regione Lombardia. Quando è ben noto come il grosso della Cassa (dai 5 ai 50 dipendenti) è gestita unicamente dall’INPS, mentre sulla Cassa in Deroga (sotto i 5 dipendenti), Regione Lombardia ha processato circa 50.000 domande di aziende (grosso modo oltre 200.000 lavoratori). Solo che magicamente il portale INPS non aggiornava il dato, inchiodato a poche decine di pratiche. Una presa in giro, soprattutto nei confronti dei lavoratori in attesa dell’assegno. Un’operazione spericolata che aveva l’unico scopo propagandistico di spostare mediatamente le responsabilità dal Governo centrale a Regione Lombardia. Pateticamente scorretto.
Così come hanno sbandierato l’accordo con ABI, quello che doveva garantire l’anticipo immediato della cassa integrazione. Ma l’accordo non funziona, molte banche sono bloccate e alla fine il grosso dei lavoratori è ancora in attesa dei solidi sul conto. E soffrono, perché da due mesi non ricevono il salario.
Ci attaccano sempre sul numero dei morti, ignorando che la Lombardia, proprio per le innate caratteristiche di dinamismo industriale, commerciale e turistico, il numero di abitanti, aziende e PIL prodotto che la fanno competere con alcuni Stati europei, aveva in sé tutti gli elementi perché il virus la colpisse in maniera massiccia. Su di noi si è abbattuto un vero e proprio tsunami pandemico. E lo Stato cosa ha fatto? Il Governo se ne stava a Roma, quasi godendo del fatto che noi fossimo qui a soffrire e ad affrontare da soli, con le sole armi e risorse spuntate in mano a una regione a statuto ordinario, la più grande crisi sanitaria dell’era moderna.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, si è fatto vedere in Lombardia dopo quasi tre mesi dallo scoppio della pandemia. Ed è arrivato esordendo con una dichiarazione ridicola: «sono arrivato solo ora perché prima non volevo disturbare». Colui che guida il Governo Italiano, cioè l’organo a cui spetta affrontare le emergenze sanitarie, ci ha fatto sapere che se ne stava lontano, per non disturbare. Amen.
Ma a loro non importano i morti, non importano i lavoratori in cassa, e non importano le difficolta che patiamo nell’avere poche risorse per dare risposte a cittadini, commercianti, imprenditori e partite iva.
Abbiamo fatto tutto praticamente da soli. Siamo stati inascoltati e ridicolizzati prima, quando lanciavamo l’allarme sulla pericolosità del Covid-19. Siamo stati abbandonati durante il picco dell’emergenza. Ora siamo attaccati pretestuosamente e in continuazione su tutti i media nazionali. Un attacco orchestrato: da Report a Chi l’ha visto, da Piazza Pulita a L’Espresso. Tutti a cercare il pelo in Regione Lombardia, senza guardare la trave nell’occhio del governo centrale.
Perché accade tutto questo? Forse perché noi siamo sempre stati i più bravi, i primi della classe e il somaro non vede l’ora di farla pagare al primo della classe appena lo vede in difficoltà. Ma non ci riusciranno in questa vergognosa operazione: la Lombardia si rialzerà più forte di prima. E chiederemo il conto. Statene certi.