Io sono convinto che una buona politica può e deve ancora affermarsi. Onesta, trasparente, pulita e disinteressata
La prima reazione non può essere che la nausea e lo schifo. Quando si accosta la nostra Brianza alla ‘ndrangheta, quando si legge di un mega blitz che coinvolge 27 persone, quando si leggono e si ascoltano conversazioni che mai avresti voluto leggere o ascoltare.
Dopo lo schifo, lo smarrimento. Perché leggi coinvolti i nomi di persone che conosci, magari di colleghi che siedono nella tua stessa Assemblea, come il Sindaco di Seregno che incontro ad ogni Consiglio Provinciale. Poi tieni conto pure della presunzione d’innocenza, che vale per tutti, anche se a uno come Lugarà fai fatica a concederla. Poi ricordi le tante, troppe volte, in cui quella o quell’altra inchiesta sono finite in nulla. Alla fine di tutto questo travaglio, cosa rimane? Tanta amarezza. Amarezza nel constatare come per alcuni la politica rimane solo il terreno per l’occasione facile, per intrallazzare affari, per ricompensare favori. E l’ideale? L’impegno civico? La voglia di servire la propria comunità in maniera disinteressata? A qualcuno sembra non interessare più. Io sono convinto che una buona politica può e deve ancora affermarsi. Onesta, trasparente, pulita e disinteressata. Non è tanto una questione di casacche o di partiti, è una questione culturale e di atteggiamento. Riportare al centro i motivi che muovono l’impegno politico, superiori ad ogni altro interesse. Questo, a ben vedere, è l’unico vero antidoto alle infiltrazioni malavitose, che trovano gioco facile nell’esatto contrario. Ora sarà il tempo dei professionisti dell’antimafia, quelli che cavalcano per il proprio tornaconto, quelli che in fondo sono pure loro colpevoli, pensando solo alla strumentalizzazione politica. La soluzione sta altrove, è potenzialmente dentro in ognuno di noi: la buona politica.