7 aprile 1167, il giorno del “Giuramento di Pontida”, nasce il mito della Lega Lombarda. Un giuramento che va rinnovato per non tagliare le nostre radici. Altrimenti cosa rimarrà di noi?
La tradizione, versione romantica della storia, racconta che il 7 aprile del 1167 alcuni comuni lombardi, riuniti nell’Abbazia di Pontida, strinsero un’alleanza militare per cacciare l’esercito invasore, quello di Federico Barbarossa e il Sacro Romano Impero. Nasceva così la Lega Lombarda, un vero e proprio simbolo di libertà, un mito per tutti coloro che credono possibile ciò che talvolta appare agli occhi di tutti impossibile.
È proprio sul mito che rappresenta il patto tra comuni, il giuramento tra uomini desiderosi di libertà, che Umberto Bossi fondò la moderna Lega Lombarda. Un nome che sintetizza e trasmette tutti i valori fondanti di un movimento che non può essere nient’altro di diverso, per definizione.
Ricordare il giuramento di Pontida, anche quello moderno stretto e rinnovato sul sacro suolo, non è una banale operazione nostalgia, una riunione di vecchi compagni d’armi imbolsiti o peggio solo folklore. Tornare a Pontida, magari con le scarpe e non solo con la memoria, significa dare rinnovata energia alle battaglie future, nutrendoci attraverso le nostre radici. Perché la nostra identità è importante quanto lo sono le radici per una pianta, che cresce e prospera rigogliosa negli anni, con sempre nuove fioriture, ferma e salda nel terreno che la ospita.
Se cancelliamo tutto questo, se dimentichiamo ciò che ci ha condotti fin qui, cosa rimane di noi e della nostra storia? E senza radici come faremo a resistere ai venti della storia, che spesso soffiano contrari a noi?