È giunto il momento che la politica locale si svegli, sollecitando una presa di posizione ufficiale dei vertici camerali che scongiuri l’accorpamento con Milano
Com’è noto il Governo Renzi ha mosso da tempo guerra alle Camere di Commercio, per motivi non del tutto chiari e che ho cercato di ricostruire in questo post.
Mentre sale la preoccupazione tra gli addetti ai lavori e tra le aziende, si continua ad attendere invano il testo del decreto che il Governo ha già più volte annunciato, che dovrebbe dar seguito alla legge delega in tema di riordino delle camere, approvata il 4 agosto 2015. La norma prevede l’obbligo di accorpamento di due o più camere, solo se queste hanno però meno di 75.000 imprese iscritte ciascuna.
Ciò significa che la CCIAA di Monza e Brianza, che vanta oltre 90.000 imprese, non sarebbe coinvolta dalla riduzione imposta dal Governo. Come reso noto da una lettera aperta firmata dal personale della Camera, inviata nei giorni scorsi anche a tutti i Consiglieri Provinciali, Monza avrebbe tutti i numeri e la solidità finanziaria per poter continuare ad essere autonoma, scongiurando così la paventata fusione con Milano.
Purtroppo continua l’assordante silenzio dei vertici camerali locali, come ho sottolineato qui, per questo abbiamo deciso di presentare una mozione in Consiglio Provinciale, al fine di impegnare ufficialmente il Presidente della Provincia, che si è gia pronunciato favorevolmente nei giorni scorsi, nel tentativo di convincere il Presidente della Camera di Commercio a non traslocare a Milano. Sarebbe una ferita lacerante per il nostro tessuto economico, polverizzato in micro e piccoli imprenditori, quelli più bisognosi dell’aiuto, della promozione e dei servizi erogati dall’ente camerale. Speriamo che già nel prossimo Consiglio, che sarà convocato a breve, si possa discutere ed approvare il testo.