Canone Rai, non pagarlo è un atto di resistenza allo spreco

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L’involuzione del Renzi rottamatore, ormai trasformato a pieno titolo nel suo formato «Prima Repubblica», si è completata con l’approvazione del più retrogrado dei provvedimenti: il canone Rai in bolletta.

Canone-rai

Perché se c’è una roba che andava rottamata all’istante, senza nemmeno spenderci due pensieri sopra, quella era proprio la RAI, Radio Televisione Italiana. Per quale assurdo motivo, mi domando, dobbiamo ancora gabellare tutti i cittadini con 130 o 100 euro che siano, per il solo fatto che questi detengono una TV? Che poi, scusatemi, se la condizione che fa scattare l’imposizione fiscale sarebbe la semplice detenzione di una TV – ma addirittura pare che basti un PC, un Tablet, uno Smartphone e per alcuni addirittura il videocitofono – per quale motivo il gettito dell’odioso canone va invece ad esclusivo vantaggio della Rai? Con una TV puoi guardare qualche centinaio di canali (forse migliaia se ci aggiungi il SAT), con il tuo PC, tablet o smartphone, puoi navigare in milioni di siti internet da cui puoi attingere un così elevato volume di informazioni, che farci credere davvero che la RAI con Fazio e la Littizzetto svolga servizio pubblico, è un insulto bello e buono.

La verità è che il Canone Rai finanzia semplicemente lo spreco. E lo dicono i numeri. Il carrozzone radiotelevisivo vanta alle sue dipendenze una pletora di 11.500 lavoratori; la somma delle maestranze di tutti i suoi maggiori concorrenti messi insieme, Mediaset, Sky e La7, non supera il numero dei dipendenti RAI. Vi rendete conto, vero?

Ora non mi si dica, per carità, che la RAI svolge un servizio pubblico, perché è palese a tutti come il suo palinsesto sia sovrapponibile agli altri player commerciali (e questo, al netto del canone, non sarebbe di per sé una cosa negativa). Il servizio pubblico lo garantisce la pluralità e la libertà d’informazione, cioè l’antitesi della Rai o di una qualsiasi emittenza pubblica. Se però qualcuno di voi nutre questa vana pretesa, la mia risposta è semplice: facciamo un bando di gara e appaltiamo questo fantomatico «servizio pubblico» al miglior offerente. La RAI, invece, andrebbe privatizzata e subito, come del resto già avevano chiesto nel 1995 il 54,9% degli italiani (13 milioni e 736 mila), punto e basta.

Il Canone RAI era l’unica imposta che era riuscita a scalfire persino l’indole asburgica dei contribuenti Lombardo-Veneti, sempre in prima fila quando c’è da pagare gabelle; grazie alle campagne della Lega Nord contro l’odiato balzello infatti, anche le percentuali d’evasione al Nord sono oggi tutt’altro che trascurabili. Certo non paragonabili, come sempre, a quelle del SUD, dove in alcune province,come quelle di Caserta, Ragusa e Catanzaro, l’evasione delle famiglie sfiora il 90%.

Ora il Governo gioca la carta della bolletta elettrica, invertendo l’onere della prova; da domani sarà il singolo cittadino a dover dimostrare il non possesso dell’apparecchio televisivo, non viceversa come accaduto fino ad oggi. Bene, la battaglia continua, sarà più difficile ma continueremo a resistere a questo odioso ed inutile balzello.

2 risposte a “Canone Rai, non pagarlo è un atto di resistenza allo spreco”

  1. Avatar MaURO CASTIGLIONI

    come posso fare per non pagare più il canone rai? non lo ho pagato nel 2014 e nel 2015. ovviamente mi sono arrivati a casa i bollettini arretrati e anche la multa da equitalia. come posso fare ?

    grazie e saluti padani

    Mauro

  2. Io non sono per niente d’accordo su quello che dice Andrea Monti: secondo lui ci si dovrebbe affidare soltanto alle tv commerciali, quelle che fanno del mero profitto il loro obiettivo principale e che in questi anni sono stati frenati proprio dalla RAI nella qualità della produzione. Se non ci fosse la RAI tutto quello che sarebbe possibile far pagare agli utenti sarebbe a pagamento (sport, films, serie tv etc.), per cui chi ha i soldi per pagarsi tutto stareb a meraviglia, chi non li ha potrebbe anche non tenere la televisione perchè sarebbe soltanto pubblicità, talk show con insulti e risse e informazione condizionata dai padroni delle tv. Che la RAI vada aggiornata, modificata o addirittura ristrutturata mi può trovare anche d’accordo, ma non che venga ridotta ad una mera emittente commerciale. Ricordiamoci che per cambiare le regole bisogna lottare e non infrangerle, altrimenti diventa il caos totale, allora veramente sarebbe la legge del più forte, come nel Far West.