Caro Prefetto, se aiuto i Rom mi premi, se aiuto i profughi mi paghi ma per aiutare i miei cittadini mi ostacoli
Fare l’amministratore locale è sempre più difficile, la tua pazienza è ogni giorno messa a dura prova e ad un bel momento si arriva al punto in cui la misura è davvero colma. Si sopporta parecchio, si comprende ogni norma cervellotica, si metabolizza ogni tipo di ingiustizia e si subisce più di quanto si sarebbe mai immaginato di fare. Poi però cade nel vaso l’ultima goccia che lo fa rovesciare. Non per forza l’ultima è quella più grave e pesante, semplicemente a quel punto non c’è più spazio per farci entrare nulla di più nel tuo stomaco, maltrattato e messo a dura, durissima prova.
SE AIUTI I ROM TI PREMIANO
Con protocollo di ieri, 27 maggio 2015, giusto qualche ora prima che una banda di ROM minorenni falcidiasse un gruppo di persone a Roma (una semplice coincidenza ma che ha pur sempre il suo significato), la Prefettura di Monza e Brianza inviava a tutti i sindaci una lettera ad oggetto:
Consiglio d’Europa. Premio Dosta!/CPLRE per progetti integrazione Rom
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Nel testo si informavano tutti i primi cittadini che chi di loro avesse realizzato progetti a favore della comunità Rom, grazie all’iniziativa del Consiglio d’Europa, potrà concorrere alla vittoria di uno dei premi messi in palio. Sempre la Prefettura si premurava, vista l’occasione, di richiedere a tutti i comuni quali progettualità avessero realizzato o intendessero realizzare per il futuro, a favore della comunità Rom. Un invito dunque a non rimanere con le mani in mano.
Questa lettera si aggiunge alle altre decine di lettere, siamo ormai ad un livello assimilabile a “SPAM”, che negli ultimi mesi la Prefettura invia costantemente nelle caselle dei poveri comuni, con sempre lo stesso identico tema: immigrati, richiedenti asilo e profughi. Uno si domanda se l’unica preoccupazione delle prefetture italiane sia quella di gestire gli stranieri!?! E prima chiede spazi, poi chiede di mettere a disposizione le case sfitte dei privati, poi chiede collaborazione per gli stranieri minorenni. Ad un certo punto a qualcuno viene pure il dubbio che la Prefettura che ti scrive non sia più il rappresentante del governo italiano, ma di qualche stato del centro africa.
SE FAI LAVORARE GLI IMMIGRATI PAGA LO STATO
Una delle ultime missive prefettizie informava, con toni trionfalistici, della straordinaria possibilità offerta ai comuni che, a fronte della stipula di una convenzione, potevano avvantaggiarsi della forza lavoro degli immigrati richiedenti asilo, da impegnare in lavori e lavoretti sul territorio comunale. Quindi, in buona sostanza, accade questo: tu comune direttamente, oppure un’associazione del tuo territorio, decidi di ospitare immigrati (giunti clandestinamente in Italia) richiedenti asilo, e lo Stato ti assicura circa 40€ al giorno di rimborso, soldi freschi nelle casse. Non solo, perché puoi impegnarli, senza nessun particolare vincolo od ostacolo burocratico, in lavori socialmente utili. Che poi significa cose del tipo: tagliare l’erba, sistemare aiuole, spazzare le strade, verniciare paletti, cosette del genere.
Bene, penserà qualcuno, che c’è di male? Nulla, anzi è pure una cosa lodevole far lavorare queste persone che altrimenti sarebbero in giro solo e soltanto a bighellonare a nostre spese. Dietro si cela però un’enorme ingiustizia, una roba che fa prudere tremendamente le mani. E non solo le mani.
SE VUOI FAR LAVORARE I TUOI CITTADINI TI OSTACOLANO
Un’assurda ingiustizia, perché per far lavorare gli immigrati paga lo Stato, invece per far lavorare gli italiani lo Stato i soldi te li frega. Com’è possibile? Presto spiegato: si da il caso che il mio comune, come tanti altri in Lombardia e in Italia, utilizzino da tempo lo strumento dei voucher lavoro. Di cosa si tratta? Semplicemente quando arriva qualche mio concittadino in momentanea difficoltà (capita sempre più spesso), perché ha perso il lavoro o perché la Fornero gliel’ha messo in quel posto, come facciamo ad aiutarlo? Volendo evitare i contributi a pioggia, e avendo costante necessità di impegnare persone in alcune attività, si cerca di dare una mano facendo lavorare queste persone. Proprio attraverso i voucher, gli si dà la possibilità di svolgere alcuni lavori: tagliare l’erba, sistemare aiuole, spazzare le strade, verniciare paletti, cose di questo tipo. Perché lavorare fa bene allo spirito, oltre a darti un sollievo economico naturalmente, anche se temporaneo. Ti senti utile, rimani attivo e soprattutto non ti senti abbandonato. Naturalmente i soldi per acquistare i voucher ce li mette tutti il comune, perché lo Stato non da nulla in questo caso, (forse perché non si tratta di Rom né di stranieri) ma vi assicuro che questo sarebbe pure irrilevante, perché lo Stato fa di peggio! Oltre a non metterci un quattrino, perché si tratta di miei concittadini, poco attraenti rispetto a persone più “esotiche” e affascinanti, addirittura mi pone dei limiti assurdi all’acquisto dei voucher, nonostante vengano spesi a favore di persone in difficoltà. Con la Finanziaria 2010, infatti, anche le spese per rapporti di lavoro accessorio sono computabili entro i tetti di spesa per il personale e al Patto di stabilità. Solita storia, i soldi che i comuni raccolgono dai propri cittadini non si possono spendere, perché lo Stato, di fatto, te li frega!
Ora immaginate solo per un attimo cosa potrebbe accadere: per esempio che un disoccupato mio concittadino, impossibilitato a vedersi impegnato in lavori utili per il comune, si vedrà qualche ragazzotto giunto qui in spregio alle nostre leggi, con vitto e alloggio pagati, che farà quegli stessi lavori che a lui sono stati preclusi. Voi come vi sentireste? Lei caro Prefetto, ha mai pensato che tutto questo rappresenti una gigantesca ingiustizia? Cosa aspettate, mi domando? Che vengano a prendervi con i forconi sotto i vostri uffici? Meglio agire in fretta, eliminare queste odiose ingiustizie.
Perché pare incredibile, ma la morale dello Stato Italia è pressappoco questa: se tu comune aiuti i Rom ti premio, se aiutai gli immigrati ti pago se invece vuoi aiutare i tuoi concittadini ti frego pure i tuoi soldi! E se non è razzismo questo…