Cosa può essere peggio del prendere una decisione sbagliata? Probabilmente farlo e poi non avere il coraggio di assumersi la responsabilità davanti a chi ti contesta. Ed è quello che è successo ieri a Limbiate, dove era convocato un Consiglio Comunale aperto chiesto dalle forze di minoranza, in cui si è discusso della contestata apertura di un centro profughi a Mombello (Limbiate) nelle strutture di proprietà della Provincia di Monza e Brianza.
Come sappiamo il Sindaco era pressoché all’oscuro della decisione, presa quindi sopra la sua testa senza nemmeno avvisarlo, e proprio dalla inedita coppia formata da Prefetto e Presidente della Provincia (che per di più è pure lui Sindaco): loro hanno deciso sulla pelle degli altri e senza nemmeno avere poi la decenza e l’educazione di una telefonata preventiva.
La cosa scandalosa, anzi direi proprio indecente, è che sempre la strana coppia, dopo aver calpestato ogni forma di garbo istituzionale, ieri si è guardata bene dal presentarsi davanti ai cittadini limbiatesi, nonostante fossero richiesti ed invitati, che erano comprensibilmente infuriati. Insomma, sono scappati.
IL MIO INTERVENTO IERI NEL CONSIGLIO COMUNALE APERTO DI LIMBIATE
DALLA PREFETTURA NEMMENO UN SOSTITUTO
Il presidente Ponti, molto esperto nell’arte dello svicolare, ha liquidato la faccenda lanciando in pasto alla platea la sua consigliera delegata, ovvero il Sindaco di Lissone Concettina Monguzzi, la quale si è immolata per il suo Presidente e a cui va almeno il merito di averci messo la faccia. E la Prefettura? Non pervenuta. Nemmeno si è degnata di farsi sostituire da qualche vice o da qualcuno dei tanti funzionari che affollano l’inutile struttura di via Prina. Mi domando: questo è il rispetto che le istituzioni dimostrano verso i proprio cittadini? Evidentemente, per usare un francesismo, ai loro occhi non contiamo un cazzo! E visto che non c’è due senza tre, anche l’ASL, chiamata a giustificare la coesistenza tra un centro profughi e un centro di raccolta sangue dell’AVIS, ha pensato bene di darsela a gambe. Questo è il livello di serietà delle istituzioni italiane. Ma avevamo pochi dubbi in merito.
SE SCAPPANO AVRANNO QUALCOSA DA NASCONDERE?
A questo punto se uno scappa evidentemente avrà qualche cosa da nascondere? Per questo i timori e le paure rimangono tutte intonse, proprio perché chi doveva venire a tranquillizzare e rasserenare gli animi, non lo ha fatto. Perché? Forse perché non sarebbero riusciti a tranquillizzarci? Evidentemente sì, altrimenti perché nascondersi?
Forse l’ASL non si è fatta vedere perché non avrebbe potuto garantire fino in fondo sui possibili rischi causati dalla vicinanza delle due strutture? Forse il Prefetto non si è fatto vedere perché non è in grado di garantirci chi transiterà da quel luogo, in quanti lo faranno e quanto tempo rimarranno? E perché forse non è in grado di garantirci che nessun clandestino, magari già colpito da provvedimento di espulsione, possa ritornare come richiedente asilo e compiere crimini? Così come successo a Terni, dove un ragazzo è stato addirittura sgozzato?
Queste sono qualcosa di più di semplici ipotesi o supposizioni, perché le documentazioni che abbiamo letto e visionato ci portano a pensare che le motivazioni della fuga stiano proprio nell’impossibilità di dare risposte certe, di trasmettere sicurezza e di garantire che davvero non corriamo rischi.
LA RELAZIONE DELL’ASL E IL SOPRALLUOGO FANTASMA
Prendiamo per esempio la famosa relazione dell’ASL di Monza e Brianza, quella che la Provincia spaccerebbe come la prova che non vi sia incompatibilità tra il centro profughi e il centro Avis. Questa relazione in realtà si occupa perlopiù di verificare la messa a norma del centro profughi stesso, e poco o nulla dice delle problematiche che si potranno poi ripercuotere sulla futura permanenza del Formentano. Come dire: l’ASL ha indicato alcune prescrizione per rendere agibile il centro profughi, ma non si può escludere che un domani, durante una verifica sui requisiti del centro Avis, decida a quel punto che non può continuare a rimanere aperto, magari a causa della vicinanza con il centro profughi stesso. È poi incredibile leggere come l’ASL abbia visitato degli spazi pressoché vuoti, non ancora allestiti e nemmeno sia stato fornito uno straccio di progetto. La nota recita infatti così in un passaggio:
I locali destinati all’accoglienza, al momento del sopralluogo, non erano ancora allestiti, né sono stati presentati progetti o documentazione in merito, pertanto non è stato possibile verificare ulteriori requisiti specifici
Più che un sopralluogo pare una mezza presa in giro, la solita vicenda all’italiana, in cui l’importante è sistemare le carte anche se poi effettivamente non si è potuta visionare né la struttura completa né un progetto di massima.
SI CONTINUA A MENTIRE SU SICUREZZA E SCREENING SANITARI
E cosa dire poi della lettera, a doppia firma Prefetto e Presidente della Provincia, inviata ai consiglieri comunali di Limbiate? La strana coppia dichiara, nuovamente, che gli ospiti del centro di Limbiate non saranno sottoposti a screening sanitari, perché arriverebbero già controllati.
Tutto bene, peccato solo che fu la Provincia in un precedente comunicato, ad indicare tra le varie attività che si sarebbero svolte nel centro di Limbiate, anche quella degli screening sanitari. Solo dopo, vista la malaparata e le proteste dell’AVIS, si precipitarono a negare, facendo una pessima figura come avevo segnalato qui.
Ieri, durante il consiglio comunale aperto, nuovamente si è parlato degli screening sanitari che si svolgeranno al centro di Limbiate. Quanta confusione e quante bugie!
Ancora più terrificanti sono le poche righe con cui il Prefetto e il Presidente della Provincia liquidano i rischi legati alla sicurezza. Ecco cosa scrivono:
Per quanto riguarda gli aspetti relativi alla sicurezza, si evidenzia che dal 20 marzo 2014, data del primo arrivo dei richiedenti asilo in ambito provinciale, non si è verificato alcun episodio rilevante sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica
Avete capito? La Prefettura e la Provincia dicono che non ci dobbiamo preoccupare della sicurezza, perché in questi mesi non è mai successo nulla. Come dire: quando succederà qualcosa, solo allora ci preoccuperemo di fare qualcosa. Aspettare che ci scappi il morto per intervenire. Che novità! Come sempre il cancello lo chiudiamo solo dopo che i buoi sono scappati, tipico atteggiamento italico.
TRASPARENZA, NUMERI E SICUREZZA. TRE RICHIESTE PERENTORIE
Ho chiuso il mio intervento di ieri, durante il Consiglio Comunale aperto, con tre richieste precise e perentorie:
- Provincia e Prefetto devono garantire la massima trasparenza per quanto riguarda gli aspetti economici. Quanti soldi costerà la gestione del centro e dei profughi sparsi per tutta la provincia, dove arrivano i soldi che finanziano l’emergenza, ovvero se si attinge soltanto a fondi statali o anche a finanziamenti europei e se si in che misura.
- Puntuale comunicazione dei numeri relativi alle presenze, arrivi e partenze, dei profughi in transito a Limbiate.
- Quali azioni si intendono mettere in campo per garantire la sicurezza, ed evitare episodi limite come quello, già accaduto, in cui un richiedente asilo era già stato colpito da provvedimenti di espulsione e ha compiuto un efferato omicidio.
Staremo a vedere se qualcuno scapperà ancora, anche davanti a queste semplici richieste.
Una risposta a “Prima impongono il centro profughi e poi scappano di fronte ai cittadini”
E cosa centrano i due bei coniglietti?sembra una immagine da pet shop poi parlate di profughi..