L’Autodromo di Monza rischia grosso ed il suo futuro è incerto, forse come mai è accaduto nella centenaria storia dell’impianto. I problemi che stanno attanagliando il circuito sono molteplici, si stratificano da tempo; accantonati, nascosti o solamente rimandati; paiono riemergere oggi tutti insieme, inesorabilmente incancreniti.
L’unica speranza, in questa generale apatia in cui si continuano a vivere questi mesi decisivi, continua ad essere rappresentata dall’offerta di 20 milioni di euro, lanciata ormai svariati mesi fa, da Regione Lombardia. Il governatore Maroni si è offerto di entrare nella proprietà del circuito, facendosi carico di una grande responsabilità, evidentemente intuendo come il rischio di perdere la F1 rappresenterebbe una vera catastrofe, economica e di immagine. L’unico ostacolo a questa operazione sta negli oneri fiscali, da qui la richiesta al Governo di poter usufruire di una defiscalizzazione.
Inspiegabilmente, e contrariamente anche alle stesse dichiarazioni e intenzioni positive manifestate più volte dal Governo e dai suoi uomini, tutti gli emendamenti presentati per ottenere la defiscalizzazione sono stati cassati dal Governo. Anche quelli presentati da parlamentari del PD. Parole e promesse al vento, per mesi.
Uno, a questo punto, si aspetterebbe una reazione esplosiva dagli amministratori locali; cioè io mi sarei aspettato che il Sindaco della città di Monza, rappresentante di un territorio schiaffeggiato a più riprese dal Governo, avesse reagito come un pit bull, non come un grigio archivista del ministero. Ci fosse stato Marco Mariani, per dirne uno, probabilmente avrebbe azzannato il braccio di qualche ministro. E non solo metaforicamente. E poca differenza avrebbe fatto, ve lo assicuro, il “colore” politico di quel ministro. Accadde così quando Monza dovette difendersi dalle strampalate idee della coppia Alemanno/Flammini, che volevano organizzare un GP di F1 a Roma.
Mariani e Alemanno erano entrambi di centro destra, ma il Sindaco di Monza non esitò un attimo a reagire in difesa della sua città e dei suoi cittadini, come testimoniano le cronache di quei giorni. Perché così dovrebbe fare un Sindaco, l’appartenenza politica viene dopo il rispetto dovuto ai propri cittadini.
Oggi invece apriamo i giornali e riscontriamo la pochezza e l’ignavia con cui le istituzioni del territorio reagiscono a questo trattamento ricevuto dal Governo. Mentre Roma ci snobba, l’unica preoccupazione del Sindaco di Monza sembra essere quella di difendere il Governo, di evitare le polemiche, di non urtare la sensibilità del Premier Renzi. Poverino. Ecco lo stucchevole comunicato stampa di oggi del Sindaco:
“Mi pare che attorno alla dichiarazione di inammissibilità in Commissione sia stato sollevato un gran polverone: come dimostrano gli atti della Camera, che sono pubblici, non c’è stato nessun voto, nessun parere o espressione del Governo, nessuna bocciatura politica alla proposta di defiscalizzare la condivisione tra enti pubblici della proprietà di immobili di proprietà pubblica.
C’è stato un pronunciamento di natura esclusivamente tecnica. Alla luce di questo fatto credo sia proprio inutile per la causa comune montare casi che non ci sono o, peggio, fare propaganda politica.
Il patto con il governo e con i parlamentari che stanno aiutando il territorio, ma anche tutto il Paese, vista l’importanza per l’Italia del Parco monumentale recintato più grande d’Europa e dell’Autodromo Nazionale di Monza, è molto chiaro: c’è la volontà politica di trovare la migliore soluzione, che deve però essere compatibile con le regole.
Perché nessuno sta chiedendo scorciatoie o favori, ma un provvedimento giusto, che va nell’interesse pubblico, che per quel che ci riguarda è quello di fornire un ulteriore strumento a Regione Lombardia per garantire investimenti pluriennali a favore del Parco e del circuito nazionale. Serve tenacia e competenza per incardinare in modo corretto la soluzione del problema. Una contrapposizione tra Regione e Governo non giova a nessuno, e non aiuta chi grida allo scandalo o accusa il presidente Renzi perché i tecnici del Parlamento, esercitando la loro funzione, esprimono un giudizio sull’ammissibilità di un emendamento a un provvedimento che riguarda argomenti di tutt’altra natura.”
Un testo in cui, oltre alla grave sudditanza politica, traspare in maniera evidente tutta la spocchiosità e l’arroganza di cui a volte, spiace constatarlo, Scanagatti cade vittima.
Quando il Sindaco sottolinea che “Serve tenacia e competenza per incardinare in modo corretto la soluzione del problema”, vuole chiaramente dare d’intendere che chi ha lavorato in questi mesi alla stesura degli emendamenti, compreso l’onorevole Roberto Rampi del PD, siano naturalmente dei debosciati incompetenti. Su due piedi verrebbe da chiedersi: di grazia, tu che sei un espertone, perché non hai sprecato un paio di minuti del tuo prezioso tempo per scrivere tu un emendamento, dall’alto della tua tenacia e competenza? Avremmo risolto subito i problemi, non ti pare? Peccato davvero non ci abbia pensato. Peccato anche che sia stato proprio il Sindaco Scanagatti, nella sua veste di Consigliere parlando ai banchi della provincia, un mesetto fa, sempre con lo stesso tono tra lo spocchioso e l’arrogante, ad insegnarci a tutti come fosse stato un errore presentare un emendamento al mille proproghe. “Era chiaramente il provvediemnto sbagliato!”, ci disse allora, “quello sulle banche popolari invece è il decreto adatto per inserire l’emendamento per la defiscalizzazione”. Peccato che adesso, a bocciatura incassata, viene a raccontarci ancora una volta che era chiaramente sbagliato pure quello. I famosi profeti del giorno dopo.
E ancora, Scanagatti, punta l’indice contro chi fa della propaganda politica. Ora mi domando, caro Sindaco, ma quando si parla di propaganda politica si intendono le dichiarazioni rese dal Ministro Poletti il mese scorso? Quando per prendersi gli applausi assicurò tutti i presenti in Villa Reale che il governo avrebbe concesso la defiscalizzazione? Quindi era solo propaganda politica? Ah bene a sapersi!
Cerchiamo di essere seri, perché qui la questione è solo e puramente politica, basta prenderci in giro! Almeno noi non siamo più disposti a sopportare il “latinorum” di qualche saccente burocrate romano, anche e soprattutto se prontamente condiviso e rilanciato dalle cocorite nostrane.
Il Partito Democratico governa in Comune, in Provincia e al governo di Roma. Tutte istituzioni ferme, imbalsamate e che non stanno muovendo un dito per aiutare il futuro dell’Autodromo. E al di là di ogni goffo e patetico tentativo di scaricare colpe e responsabilità sulla Regione (l’unica istituzione tra l’altro che si è mossa da tempo) solo perché la Regione è l’unico livello in cui la sinistra non governa, la responsabilità politica di questa situazione è tutta del PD e dei suoi uomini. Delle due luna: o al PD non interessano molto le sorti dell’Autodromo oppure sono totalmente inadeguati.
Più passa il tempo e più ci accorgiamo di quanto avremmo bisogno oggi di un sindaco con le palle! Caro Marco Mariani, ci manchi tanto!