Il tempo è sempre galantuomo si usa dire, anche se in politica si è troppo spesso abituati a dire tutto e il contrario di tutto, convinti che scommettendo sulla (poca) memoria degli elettori (che poi non votano quasi più) si riuscirà sempre a sfangarla. E allora alla luce della nomina della nuova mini giunta provinciale, cioè l’avvenuta assegnazione delle deleghe ai consiglieri delegati del nuovo ente provinciale, constatiamo che come al solito gli amici della sinistra predicano bene e razzolano male. Anzi, malissimo. E sai che novità!
Ricordo che il fu capogruppo dell’opposizione PD in consiglio, Domenico Guerriero (oggi assessorino all’urbanistica), non passava giorno che non ricordasse all’allora esecutivo di centro destra, guidato da Allevi, come sarebbe stato utile dimagrire la giunta, diminuire il numero degli assessori, e lo faceva anche quando il numero degli assessori cominciava ad assottigliarsi a causa delle prime dimissioni.
Da notare che Guerriero non ne faceva solo una questione di opportunità politica legata al momento, ma rivendicava una presunta diversità programmatica del centro sinistra, cioè sosteneva che proprio nel loro programma c’era la determinazione a nominare una giunta molto snella nei numeri (forse perché nel 2009 erano sicuri di perdere?). Ecco cosa dichiarava il 17 febbraio 2011 a commento della decisione di Allevi di non sostituire un assessore dimissionario:
“Siamo soddisfatti dell’annuncio del presidente Allevi, perché si va nella direzione da noi auspicata già in campagna elettorale di ridurre gli assessori e quindi le poltrone”
Ridurre assessori e poltrone. Alla fine noi del centro destra lo abbiamo fatto davvero quando eravamo maggioranza, Guerriero prometteva che lui avrebbe fatto meglio, ma lo faceva quando era opposizione. Facile. Adesso lui è in maggioranza, e nonostante siano alla guida di un ente che di preciso non si sa ancora cosa farà, con che soldi e con che personale, su una cosa stanno lavorando alacremente, senza perdere tempo: nel distribuire cadreghe.
E la vicenda della distribuzione delle deleghe è finita nel solco della migliore tradizione italica: un esercito in cui tutti sono generali. Il gruppo consigliare di maggioranza è formato infatti da 10 consiglieri e ben 9 di questi sono stati promossi al grado di mini assessore. E contando che il decimo sarebbe “un pelo” già oberato da cariche, essendo il Sindaco di Monza, nonché presidente di ANCI Lombardia, si può dire che Ponti ha fatto en plein! Strike, filotto, game, set e partita.
Distribuire incarichi come se non ci fosse un domani, attenti a dare una briciolina di pane a tutti, equamente, senza scontentare nessuno. È ritornata la vecchia spartizione democristiana. E non è finita, perché rimane in panchina il Sindaco Borgonovo, a cui abilmente la delega gliela si fa un po’ vedere, un po’ annusare, come l’osso per mettere a cuccia il cagnolino. Attendiamo un sussulto di dignità dal Sindaco di Concorezzo, sperando che si voglia sfilare immediatamente da questo triste teatrino da prima repubblica, rifiuti questa logica spartitoria fine a se stessa, senza un progetto senza un’idea. Le idee, i programmi, questi sconosciuti. Pensate che ancora non sono arrivate in discussione in aula le linee programmatiche del presidente; eh sì perché lui non sa ancora cosa fare, ma nel frattempo spartisce i rimasugli di un potere di cui ancora non se ne conoscono i confini. Che roba triste.
Ma non è tutto, perché c’è pure di peggio. Il presidente Ponti è addirittura intenzionato a sdoppiare la poltrona di Presidente dell’assemblea dei sindaci: tenetevi forte perché qui si sfiora il ridicolo.
La legge Delrio è chiara e inequivocabile sul punto, visto che al comma 55 dell’art. 1 recita:
Il presidente della provincia rappresenta l’ente, convoca e presiede il consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci,
Il presidente della provincia preside l’assemblea dei sindaci, scritto nero su bianco. Zero possibilità di equivoci. Ma si sa che l’appetito vien mangiando, e allora la fantasia si mette al lavoro quando l’obiettivo è quello di distribuire poltrone come fossero caramelle, zuccherini per addolcire il palato di qualcuno rimasto a bocca asciutta. Ecco allora uscire il coniglio dal cilindro: Ponti ha ventilato l’ipotesi di nominare un secondo presidente dell’assemblea dei sindaci, che rimarrebbe presidente per l’assemblea dei sindaci intesa alla vecchia maniera. E per questo “illustre” ruolo già si è fatto il nome del sindaco di Besana Sergio Cazzaniga. Insomma, quelli che nel programma elettorale auspicavano la riduzione delle poltrone, una volta al potere, non solo non le riducono ma le moltiplicano. Vergogna, questa sconosciuta.