Leggo un comunicato stampa del Comune di Vimercate, dove con un abile uso delle parole, si conferma la notizia dell’apertura di un centro accoglienza profughi, si lascerebbe anche intendere una non condivisione del comune e contemporaneamente si rivendica la volontà di accoglienza ma sempre ricordando che “anche volendo il Comune non potrebbe opporsi”. Una prova di equilibrio verbale stupefacente. Dove però si fatica ancora a capire la posizione del Comune: è d’accordo o meno sull’apertura del centro accoglienza in centro città? Mistero.
La mia attenzione è caduta però sulle poche righe in cui si parla anche dei costi che verranno sostenuti per gestire il centro, o meglio di quali soldi verranno utilizzati. Si dice nel comunicato:
“È il naturale proseguimento di un lavoro di accoglienza cominciato già anni fa e che ha dato ospitalità quest’anno a oltre 550 persone sul territorio provinciale, ora ridotte a circa 260 distribuite in tutta la Provincia,e che prosegue con risorse provenienti dal Ministero e in gran parte dall’Unione Europea.”
A parte che sui numeri presentati dal Comune di Vimercate i conti faticano a tornare. Si dice che quest’anno sono state accolte 550 persone, ma che ora in piena emergenza, con la Prefettura che invia lettere allarmate ai Sindaci, il numero sarebbe addirittura più che dimezzato. Quindi l’emergenza non c’è? Curioso che il numero di immigrati si dimezza e la Prefettura corre ad aprire non un solo centro, ma addirittura due, visto che si pensa di aprirne uno anche a Monza. Senza contare che solo un mese fa è stato richiesto ai Sindaci di mettere a disposizione le case sfitte dei cittadini. Probabilmente il Comune si è preso una licenza poetica, nel tentativo di blandire la cittadinanza, o di nascondere la reale situazione, per evitare che la gente sappia tutta la verità.
Veniamo poi alle risorse usate per finanziare l’apertura del centro. Anche qui, nel tentativo forse di placare la rabbia dei contribuenti che vedono i proprio sudati soldi utilizzati sempre per altri e mai per i nostri cittadini, il Comune afferma che verranno in gran parte usati fondi europei. A parte che non mi risulta che l’Europa crei ricchezza dal nulla e la distribuisca in Italia, al contrario anche i fondi europei sono frutto delle nostre sudate tasse, e oltretutto l’Italia da all’Europa più soldi di quelli che riceve. Ma soprattutto non risulta essere vera questa affermazione!
Facciamo allora un po’ di chiarezza. I fondi europei a cui si fa, spesso a sproposito, riferimento sarebbero quelli del FER (Fondo Europeo per i Rifugiati). Come possiamo leggere dalle pagine ufficiali del sito del ministero, già a partire dal 2008 i fondi del FERIII (2008-2013) non sono più destinati ad alimentare il Fondo nazionale per l’Asilo.
Ecco l’inciso riportato:
“Il FER III, per il periodo 2008-2013 istituito con la Decisione 573/2007/CE, invece, ha assunto una destinazione del tutto autonoma rispetto al Fondo nazionale per l’Asilo.I contributi che ne deriveranno saranno, infatti, destinati non più all’attività istituzionale per l’accoglienza, realizzata con lo Sprar sulla base della legge 189/2002, ma saranno destinati ad azioni complementari, integrative e rafforzative di essa.”
Senza tenere conto che le cifre del FER sono sempre state davvero irrisorie, e solo una quota di questa piccola parte è finanziata con fondi europei.
Ecco le cifre:
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per il Programma Annuale 2008* Euro 12.773.698,01, di cui Euro 9.909.520,30 di quota comunitaria;
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per il Programma Annuale 2009 Euro 6.168.124,96, di cui Euro 4.470.815,00 di quota comunitaria;
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per il Programma Annuale 2010 Euro 10.174.355,74 di cui Euro 7.202.618,28 di quota comunitaria;
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per il Programma Annuale 2011* Euro 27.605.715,14 di cui Euro 19.840.535,43 di quota comunitaria;
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per il Programma Annuale 2012* Euro 17.565.386,95 di cui Euro 11.992.321,00 di quota comunitaria;
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per il Programma Annuale 2013* Euro 26.402.572,55 di cui Euro 18.858.797,00 di quota comunitaria.
È invece il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), lo strumento utilizzato per far fronte alla continua invasione di cittadini extracomunitari che sbarcano sulle coste italiane, che ha visto anche il coinvolgimento di comuni e realtà del terzo settore. E chi paga lo SPRAR? A pagare è, come detto, il Fondo nazionale per l’Asilo che già dal nome “nazionale” non da molte possibilità di interpretazioni diverse dalla realtà: paga pantalone, lo stato italiano, cioè noi contribuenti.
Ma quanto ci costa questo Fondo nazionale per l’asilo? Trovare le cifre non è facile, ma con un po’ di pazienza qualcosa si trova.
Ecco alcune informazioni riportate sul sito della Camera dei Deputati.
Per il 2013 il fondo aveva una dotazione di 190 milioni di euro, a cui ne sono stati aggiunti ulteriori 20 con il decreto-legge 15 ottobre 2013, arrivando così a 210 milioni di euro.
Per il 2014 il fondo è stato dapprima ulteriormente incrementato di 50,8 milioni di euro, e poi è stato creato un ulteriore Fondo di previsione presso il Ministero dell’Interno di 62,7 milioni di euro.
Ma tutto questo fiume di denaro non è bastato a fronteggiare i disastri provocati da Mare Nostrum e per questo sono stati destinati ulteriori 60 milioni di euro provenienti dal fondo di riserva per le spese impreviste, e ancora altri 53 milioni di euro stanziati in sede di assestamento.
E così si arriva a oltre 400 milioni di euro stanziati per gestire il sistema dello SPRAR, e tutto con soldi che arrivano dalle casse dello stato italiano.
A confronto l’esigua cifra di 18,8 milioni di euro che l’Europa ha girato per il 2013, che peraltro non serve a finanziare queste attività ma altre, risulta essere davvero ridicola.
Questi sono i dati, suffragati da documenti ufficiali, che smentirebbero la vulgata comune, rilanciata anche dal Comune di Vimercate nel suo comunicato stampa, in cui le spese sarebbero in gran parte coperte da fondi europei.
A questo punto bisogna fare chiarezza: il Comune è a conoscenza di fondi europei specifici per il centro di Vimercate? Lo dica e presenti le carte, i documenti. Oppure ci si è affidati semplicemente al sentito dire? Giusto per cercare di nascondere le dimensioni di un disastro che la Lega denuncia da tempo, e per evitare che i normali cittadini sappiano quali e quante risorse nostre vengono utilizzate per alimentare un sistema dell’accoglienza che non ha fatto altro che spingere migliaia di persone verso la morte. Sono infatti oltre 3.000 i morti solo tra gennaio e settembre 2014 nel Mar Mediterraneo. I cittadini meritano di conoscere tutta la verità, in maniera trasparente, anche quelli di Vimercate.