Brianza rossa. Fisionomia di una disfatta

Condividi articolo

Diciamolo subito: se l’operosa e opulenta (una volta) Brianza si colora di rosso, se quello che fu il fortino del centro destra nella ormai lontana tornata del 2009, volta le spalle e si affida alla sinistra, non si può che chiamare le cose con il loro nome: è una disfatta.
Una sconfitta così importante nei numeri e nelle dimensioni, tuttavia, non può essere determinata da singoli errori o episodi, al contrario è il risultato di una serie di fattori negativi che sommati determinano il disastro, soprattutto nei comuni sopra i 15.000 abitanti.
Cominciamo con il dire che il primo sconfitto è questo sistema elettorale. In un momento di disaffezione degli elettori, di malavoglia diffusa verso l’esercizio del voto, insistere nel voler portare gli elettori ai seggi una seconda volta nel giro di due settimane è assurdo e stupido. Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi di tutti, con Sindaci che vengono eletti da maggioranze poco rappresentative e quindi poco legittimanti. Meglio sarebbe, a questo punto, introdurre un sistema simile a quello anglosassone, che prevede l’espressione della seconda scelta di lista espressa già durante il primo turno. Si voterebbe una volta sola dunque, e nel caso di mancato raggiungimento del 51% con la prima scelta di voto, si andrebbe a scrutinare la seconda scelta espressa sulla scheda. Un buon sistema per effettuare la consultazione di secondo turno in un giorno unico, garantendo un’affluenza significativa e risparmiando un po’ di soldini.
Il secondo dato macroscopico, che ha pesantemente punito e mortificato il centro destra in Brianza è di una semplicità disarmante, almeno nella diagnosi: dove non c’è armonia, dove ci si divide, si perde. Non è un caso che l’unico comune che riconfermiamo sopra i 15.000 come centro destra sia Concorezzo, dove nei cinque anni non si sono mai registrati mal di pancia, divisioni, scontri o addirittura scissioni eclatanti.
Al contrario a Muggiò perdiamo, nonostante l’elevato apprezzamento del Sindaco, a causa di una Lista Civica concorrente in seno al centro destra, che non ci ha permesso di vincere al primo turno. A Giussano il centro destra sembra non esistere praticamente piú, un candidato di peso come Trezzi paga le divisioni e arriva con il fiato corto al primo turno, perdendo al secondo. A Besana l’insistenza nel puntare su un candidato uscente da parte di Forza Italia, ha mortificato la possibilità di un cambiamento pur nella continuità: il risultato è stato positivo per Riva, ma non sufficiente a vincere, come pronosticato. A Bovisio vi sarebbero state le premesse per tentare una riconferma, ma anche qui si sono fuse insieme le aspettative personali di un fuoriuscito, l’ex vice Sindaco, con le velleità di un neonato NCD: risultato? Sconfitta di misura al secondo turno.
Insomma, i cittadini chiedono amministratori che governano e non che passino parte del loro tempo a litigare e a polemizzare, questo è il dato evidente che emerge.
Come è evidente, visti i risultati, che per la Lega questa permanenza nel centro destra, almeno quello attuale, rischia di diventare sempre più controproducente, o perlomeno inutile. A perdere saremmo capaci benissimo da soli, senza il bisogno di alleati; al contrario da soli in alcune piccole realtà riusciamo a dare il meglio e a riconfermarci nel tempo. Lazzate, Biassono e Ceriano Laghetto sono di fatto tre monocolori Lega, dove si continua ad amministrare, a vincere e a convincere negli anni. Tre sindaci, di comuni medio piccoli, saranno poca cosa si dirà, ma sono ad oggi una bella fetta di quei Sindaci non di sinistra presenti in Brianza. Qualcosa dovrà pur significare, o no? Come qualcosa avranno pur pesato scandali e inchieste che hanno coinvolto, a vario titolo i nostri alleati di centro destra, e in cui noi come Lega, alla fine, ci abbiamo solo rimesso, scontando una vicinanza in alcuni momenti troppo pesante. O si rinnova il centro destra, o si cambia, oppure tutto perde di senso.

2 risposte a “Brianza rossa. Fisionomia di una disfatta”

  1. Per quanto riguarda Muggiò, non sono in sintonia con l’analisi fatta.
    La lista civica Solo per Muggiò non aveva al suo interno solo elettori del centro destra e anche se non avesse partecipato alla tornata elettorale, Zanantoni non avrebbe vinto al primo turno.
    Al ballottaggio la Fiorito ha avuto 408 voti in più mentre Zananatoni ne ha avuti 853 in meno e su questo ha pesato, secondo me, la bassissima affluenza alle urne. Con soli 9022 elettori votanti al 2 turno su 18595 elettori iscritti significa che saremo governati per 5 anni da un candidato sindaco votato da un elettore su 4 (25% circa).
    E’ il sistema sbagliato del doppio turno.

    1. Paolo premetto che è sempre difficile fare questo tipo di analisi, e soprattutto sapere chi ha ragione, capire poi quanti elettori di cdx o csx abbiamo votato una lista civica è quasi impossibile. Atteniamoci quindi ai fatti e dati oggettivi, ovvero la presenza di una lista civica con a capo un ex. Poi tutto è possibile e legittimo ipotizzarlo.