Il Mise presenta la prima app per smartphone (speriamo sia l’ultima): una inutile schifezza pre elettorale

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Il sottosegretario Simona Vicari (NCD) ha presentato ieri, in pompa magna, magnificandola come fosse una primizia tecnologica, una nuova app al servizio degli automobilisti. Si chiama “OsservaPrezzi”, e dovrebbe aiutare i consumatori nell’individuare i distributori di carburante più economici. Diciamo subito che se il buon giorno si vede dal mattino, qui è notte fonda. La Senatrice siciliana ha illustrato la novità esibendosi in una presentazione po’ stentata, tradendo fin da subito il suo personale digital divide. Insomma, si capiva che non era del tutto a suo agio. Potete godervi l’audio qui sotto:

 

Dopodiché, la prima domanda che ti viene è: perché? [tweetability]Per quale motivo il Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), si mette in testa di costruire un’app che raccoglie i prezzi dei distributori[/tweetability] di carburanti, quando da anni sul mercato sono presenti diversi attori privati che forniscono il medesimo servizio, e tra l’altro facendolo tutto sommato bene e in maniera puntuale, grazie anche ad un consolidato coinvolgimento in stile social degli utenti?
Forse perché questa è gratuita?
No, visto che lo sono anche le altre.
Forse perché garantisce un servizio migliore?
No, visto che l’app del Ministero non contiene nemmeno la metà dei punti vendita presenti, per esempio, in “Prezzi benzina” una della app concorrenti.
Forse perché è fatta meglio di altri, essendo un progetto del Ministero?
Direi di no, visto che sta subendo sonore e ridicole bocciature dagli utenti dell’unica piattaforma su cui ad oggi è disponibile, ovvero Google Play. Al momento si becca 2 stelle su 5, che nel mondo delle app è un giudizio solitamente riservato alla applicazioni pattumiera.
E non è finita qui: il logo dell’App è quasi raccapricciante, un cerchio con una sagoma di una pompa che sembra realizzata con il vecchio e caro Paint, la grafica interna scadente e, come già detto, i contenuti sono scarsi e inesistenti se paragonati alla concorrenza.
Insomma, una bella figuraccia, che dimostra ancora una volta come i ministeri romani siano anni luce lontani da quella efficienza che vorrebbero raccontarci di poter vantare.
La cosa ridicola è che per questa app scadente, di cui ci si dovrebbe solo vergognare, si è organizzata una bella conferenza stampa in pompa magna e si è sparata la notizia ai quattro venti. Forse l’obiettivo era quello di farsi uno spot elettorale? Fosse così, cara Vicari, credo che si scatenerà il classico effetto boomerang.
Sarebbe interessante capire anche quanto ci è costata tutta questa operazione, finanziata con soldi nostri, buttati e sprecati in un’app inutile che non utilizzerà nessuna e che non serviva a nessuno. Misteri romani.