Il tormentone Province, che sta impegnando le cronache nazionali da anni, da la misura di quanto sia ridicolmente tragico questo stato chiamato Italia. Oggi, grazie ad una sapiente opera di copia e incolla del notissimo Sergio Rizzo, firma sopravvalutata del Corsera, viviamo un’altra puntata di questa infinita telenovela. A corto di argomenti rispetto ad una eliminazione di un ente, che peraltro non si elimina nemmeno nel nuovo DL Delrio, presente in ogni Stato del mondo, si è deciso di entrare a pieno titolo nel terreno del ridicolo, dando in pasto al popolo un po’ di numeri a casaccio. Rizzo con due clic di mouse taglia e incolla un dossier del Ministero Affari regionali ( dicastero questo si inutile ma di cui è meglio non saperne i costi), in cui, udite udite, si arriva a sentenziare che il taglio delle Province potrà garantire 11.300 nuovi posti agli Asili Nido! C’è qualche collegamento tra il taglio delle Province e gli asili nido?!?!? Assolutamente no, però a livello mediatico la cosa pare funzionare, tant’è che il Corsera ne fa la notizia principale su corriere.it. Un ragionamento degno di un rigattiere di Provincia, e a questo punto, così ragionando, potremmo dire che per pagare lo stipendio di Sergio Rizzo ci tolgono il pane di bocca! Infatti con i soldi pubblici elargiti al suo giornale, che gli paga un profumato stipendio, ci compreremmo oltre 700.000 chili di pane! Infatti lo Stato versa al Corriere della Sera 2.839.000 di euro, per stessa ammissione di Rizzo.
Ed è inutile perfino chiedere a Delrio e a Rizzo per quale motivo si ipotizzi che con l’eliminazione di Presidenti e Giunte, passando quindi le leve del comando a impiegati statali e burocrati strapagati, quella percentuale di inefficienza denunciata nel dossier debba migliorare? Gli acquisti sarebbero gestiti sempre dalle medesime persone, dirigenti e funzionari, che controllano la spesa oggi, perché dovrebbero tutto ad un tratto diventare più efficienti?
Come non si spiega come si faccia a a paragonare i costi di riscaldamento di edifici diversi, anche il più sprovveduto dei cronisti si renderebbe conto che il costo deriva dal livello di efficienza energetica, e non tanto dal fatto che una Provincia sia un ente di primo o secondo livello.
Considerazioni inutili, tanto in questa ridicola telenovela chiamata Italia, solo i venditori di fumo hanno successo. Poveri noi.