Forse aveva ragione Alda Merini, quando diceva che “chi è a corto di bugie non può salvarsi“, l’importante certo è che non arrivi mai nessuno a smentirti. In questi giorni il lungo romanzo della vicenda “Penati e Serravalle” si arricchisce di un capitolo interessante, ma andiamo con ordine.
GAVIO, SERRAVALLE E PROVINCIA DI MILANO
In quel periodo, Filippo Penati Presidente della Provincia di Milano, si convince che sia divenuta urgente la necessità dell’ente milanese di diventare socio di maggioranza assoluta della Società Milano – Serravalle. La motivazione sarebbe quella di garantire il controllo pubblico di una società strategica, in quanto proprietaria di infrastrutture viabilistiche importanti. Però la Provincia di Milano detiene il 37% delle azioni, e il Comune di Milano il 18%, quindi la maggioranza è già pubblica.
La Provincia, tuttavia, vuole acquisire un ulteriore 15% di azioni. Si da il caso che il 27% di queste, sia detenuto dal Gruppo Gavio. Il giorno 17 luglio 2005, i giornali danno notizia che il Gruppo Gavio starebbe aiutando il Gruppo Unipol, guidato da Giovanni Consorte, nella scalata alla Banca Antonveneta, pare con una cifra intorno ai 50 milioni di euro.
TUTTO IN UN GIORNO. UNA TORRIDA E INFINITA GIORNATA DI FATICHE
Arrivò il 29 luglio 2005, mentre nelle lontane e fresche Isole Fær Øer si svolgevano i festeggiamenti nazionali in onore di S.Olav, meritevole di aver cristianizzato la Scandinavia, sotto la Madonnina si consumava una giornata lunga e frenetica per Filippo Penati e la sua Giunta.
Il termometro a Milano, quel giorno, arrivò a segnare quasi 34°c, con un tasso di umidità oltre il 70%, che significa un’afa bestiale. Dev’essere stata davvero una giornataccia.
Ecco quindi come prende corpo l’operazione Serravalle. Penati aveva individuato la dormiente società della Provincia di Milano, la ASA (Azienda Servizi Acque), come soggetto adeguato per diventare holding delle partecipazioni dell’Ente, su tutte naturalmente quella di Milano Serravalle S.p.A., ma diventa necessario un cambio di Statuto. La Giunta della Provincia di Milano si riunisce così per votare la delibera che va a modificare lo statuto di ASA, per trasformala in ASAM (Azienda Servizi Acque e Mobilità). Un sostantivo in più che fa la differenza. La nuova ASAM necessità però della liquidità per far fronte all’acquisto delle azioni di Gavio, essendo priva dei fondi necessari. Come fare? Semplice, nella stessa seduta di Giunta viene approvata una seconda delibera, quella con cui si mette in pegno l’intero pacchetto azionario Serravalle detenuto dalla Provincia, il famoso 37%, a favore di Banca Intesa, che è così disposta a finanziare ad ASAM l’importo necessario per acquisire il 15% di azioni detenute da Gavio. Avete capito bene, si mette in pegno l’intero 37% di azioni per acquistare il 15% della stessa società.
Corrono veloci le lancette di quel Venerdì torrido ed afoso, il sudore segna i volti dei membri della giunta, pochi per la verità. E’bene infatti ricordare, anche il numero degli Assessori presenti in quella seduta: su 15 ben 7 erano assenti. Tra i presenti, in perfetta forma, l’Assessore all’attuazione della Provincia di Monza, Gigi Ponti. Difficile pensare a malanni di stagione in piena estate, molto più probabile l’epidemia di mal di pancia. Pensare che sarebbe bastato un solo assente in più e il numero legale non sarebbe stato raggiunto.
E’ sempre il 29 luglio, oltre alla giunta, si riunisce l’assemblea di ASA, Presidente è sempre Filippo Penati, che prende atto della trasformazione in ASAM e immediatamente nomina il nuovo Consiglio di Amministrazione. Una lunga giornata, come Asterix nelle dodici fatiche, Penati e i suoi sono instancabili. Arrivano veloci le comunicazioni ai membri del nuovo CDA di ASAM, così veloci che immediatamente, nello stesso giorno, vengono riuniti e il neonato Consiglio di Amministrazione approva l’acquisto del 15% delle azioni Serravalle, detenute da Gavio, al prezzo di 8,83€ cadauna, per un totale di spesa di 238 milioni di euro. La plusvalenza per il Gruppo Gavio non è roba da poco, si tratta di 175 milioni di euro. Davvero non male, considerato che dalle intercettazioni lo stesso Gavio si augurava di spuntare 4€ ad azione, evidentemente la Provincia di Milano fu poi molto più generosa. A questo punto la lunga e incredibile giornata è finita.
PASSANO GLI ANNI E ARRIVANO LE INCHIESTE
Molti anni dopo, il 13 settembre 2011, Gigi Ponti, all’epoca ancora Consigliere Provinciale di Monza e Brianza, è chiamato a difendersi in merito all’inchiesta della Corte dei Conti che indagava sull’acquisto delle azioni Serravalle, e sul loro prezzo esorbitante, da lui avvallato quando era Assessore della Provincia di Milano. Ponti così dichiarava sul Giornale di Seregno di quel giorno:“Erano state fatte delle perizie che dicevano che il prezzo era congruo. Si erano espressi dei tecnici. Non era una valutazione campata per aria”.
Personalmente ho sempre nutrito qualche dubbio, credo legittimo, sulla possibilità che il Sindaco di Cesano Maderno, allora delfino di Penati, fosse riuscito a leggere la perizia della “Vitale&Associati”, non fosse per i tempi stretti in cui si arrivò alla decisione. Abbiamo visto quanto fu convulsa quella giornata del 29 luglio 2005, difficile credere che si sia trovato il tempo anche per l’attenta lettura di una perizia che risultava essere arrivata lo stesso venerdì 29 luglio.
D’altro canto un dubbio non vale niente, la difesa è chiara, ovvero la decisione è stata ponderata e supportata da una perizia che riteneva congruo il prezzo.
“NESSUNO HA UNA MEMORIA TANTO BUONA DA POTER ESSERE UN PERFETTO BUGIARDO” Abraham Lincoln
In questi giorni arriva però una novità importante, di quelle che cambiano le carte in tavola, ovvero le Procure di Milano e di Monza avrebbero accertato, grazie anche al ritrovamento di alcune mail scambiate in azienda dopo il 29 luglio, che quella famosa perizia della “Vitale&Associati”, quella che a detta di Penati, Ponti e tutto il PD giustificava il prezzo di 8,83€, non poteva essere stata consegnata il 29 luglio 2005, semplicemente perché fu redatta e spedita almeno una settimana dopo, probabilmente i primi giorni di agosto.
Aspettate, rileggiamo cosa aveva dichiarato Gigi Ponti, giustificando il suo voto nella seduta del 29 luglio 2005:
“Erano state fatte delle perizie che dicevano che il prezzo era congruo. Si erano espressi dei tecnici. Non era una valutazione campata per aria” Avevamo capito bene, non era una decisione campata per aria! Lui evidentemente aveva letto la perizia, naturalmente prima di prendere quella decisione che generò un debito enorme ad ASAM, e di conseguenza alle due Province, oggi ancora titolari del debito in quanto azioniste. Altro che le famose fatiche di Asterix, qui siamo alla chiaroveggenza, forse addirittura stoica divinazione! Già solo leggere, in poche ore di una convulsa giornata, una corposa e complicata relazione, sarebbe difficile per molti, farlo poi addirittura diversi giorni prima che questa venga redatta, devo dire è stupefacente.
IN CONSIGLIO A MONZA PONTI RIMASE IN SILENZIO E IL PD LO DIFESE
Altrettanto stupefacente la reazione dello stesso Ponti e del gruppo del PD, quando proprio in quei giorni di settembre 2011 presentammo come Lega Nord un provocatorio ordine del giorno in Consiglio Provinciale a Monza, chiedendone le sue dimissioni, proprio per aver avallato questa sciagurata delibera, andata poi a danno della Brianza. Tutto il gruppo prese le sue difese, lui tacque, e il capogruppo Domenico Guerriero ripeté la linea di difesa:”La scelta che fece allora la Provincia di Milano fu legittima, discussa e approfondita in molti ambiti, anche con esperti”. Discussa e approfondita, in un sol giorno e con esperti che ancora non avevano inviato la perizia. Forse anche lui un seguace dello stoicismo e della divinazione? Può essere.
In verità, come spesso accade, la Lega aveva visto lungo.
GUERRA DI PERIZIE, MA I CONTI NON TORNANO
Ma possibile che gli unici a fare una perizia sulle azioni Serravalle furono quelli della “Vitale&Associati”? In realtà no.
In quel periodo furono diverse le perizie, redatte a vario titolo, volte a determinare un valore delle azioni di Milano Serravalle S.p.A. Intesa San Paolo, istituto tesoriere della Provincia, fissava il prezzo a 5,5€, tra l’altro suggerendo di non comprare direttamente da Gavio. Lazard Italia, advisor per la quotazione in Borsa di Serravalle, fissava la forchetta tra 4,98€ e 7,2€, a cui però doveva essere applicato uno sconto IPO (Initial public offering) del 10%, facendo scendere la valutazione tra 4,48 e i 6,48. Infine Credit Suisse, che valutava le azioni a 5,12€. Da qualsiasi parte si prendano questi numeri, i conti faticano a tornare.
CARO GIGI, SE CI SEI, BATTI UN COLPO!
A meno che, perché vogliamo concedere il beneficio del dubbio, le Procure non si sbaglino, le mail intercorse in azienda siano fasulle e davvero Gigi Ponti lesse quella relazione il giorno 29 luglio 2005.
Fosse così, a questo punto c’è un solo modo per dissipare ogni dubbio, ovvero che Gigi Ponti parli, dichiari che quella relazione non fu retrodata dagli uffici, che le Procure si sbagliano e lui la lesse ufficialmente prima di deliberare. Aspettiamo un po’ di chiarezza. Meglio però che Ponti si rilegga prima le parole di Abraham Lincoln: “Nessuno ha una memoria tanto buona da poter essere un perfetto bugiardo”.
3 risposte a “NOVITA’ SUL CASO SERRAVALLE, CROLLA LA DIFESA DI PENATI E PONTI? LA PERIZIA ARRIVÒ DOPO LA GIUNTA?”
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