L’Unicef vuole la cittadinanza facile (jus soli), ma sulla Francia non la racconta giusta…

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L’ex Ministro Rino Formica ebbe a dire tanti anni fa: “la politica è sangue e merda”, così descrivendo in maniera cruda, ma efficace, quanto può scendere in basso il conflitto politico, spesso aspro e senza regole.

Però, perché c’è sempre un però, vi è un limite che sarebbe meglio mai oltrepassare, così da non correre il rischio di allontanarsi troppo dalla decenza; alcune categorie, deboli ed innocenti per definizione, non dovrebbero essere usate per veicolare la propria ideologia e il proprio credo politico.

Ecco il fatto.

L’UNICEF in Italia ha lanciato la campagna “IocomeTU”, azione che invita ogni Comune italiano a consegnare una cittadinanza onoraria ad ogni bambino minorenne nato da stranieri, così da sollecitare un cambio della normativa per l’ottenimento della cittadinanza che in Italia, come in tutti i paesi europei, poggia sul principio dello jus sanguinis e non su lo jus soli.

La volontà di inserire lo jus soli in Italia, ovvero l’automatico ottenimento della cittadinanza per il solo fatto di essere nato sul territorio Italiano, da genitori stranieri, non è affatto un’idea patrimonio di tutti e da tutti condivisa, semplicemente è una posizione ideologica e tra l’altro tutt’altro che maggioritaria nel paese.

La cosa veramente triste è come si giochi sulla presunta volontà di garantire uguaglianza di diritti ad innocenti bambini, per far passare invece il concetto della cittadinanza facile a tutti gli stranieri; questo significa ingannare la gente.

Lo dico chiaramente e a scanso di equivoci: se è un problema di diritti dei minori, in qualche modo violati, agiamo allora su quelli. La cittadinanza dovrebbe rappresentare piuttosto doveri, come quello di appartenere a una comunità, condividerne e accettarne la lingua, la storia, la cultura, le tradizioni e il futuro. La cittadinanza insomma dovrebbe essere il coronamento di un percorso d’integrazione riuscita e non, uno strumento utile all’integrazione.

Elemento non secondario è poi il fine ultimo e conseguente a questa iniziativa politica; nel momento in cui si arrivasse a concedere la cittadinanza al figlio di stranieri nato in Italia, automatica conseguenza dovrà essere una mega sanatoria per tutti i genitori dei bimbi nati in Italia, altrimenti sarebbe difficile gestire, per esempio, l’espulsione di un genitore irregolare che ha un figlio cittadino italiano.

Insomma, questo significherebbe un messaggio chiaro e inequivocabile a tutte le popolazioni che spingono e premono ai nostri confini: venite in Italia. Messaggio nobile nelle intenzioni certo, ma vi domando: possiamo permettercelo?

Ma quali altri paesi europei adottano il principio dello jus soli, così come proposto dall’UNICEF e dal Ministro Andrea Riccardi?

Essendo una follia, non lo adotta praticamente nessuno. Ed ecco allora arrivati alla menzogna mistificatoria.

Non esistendo nessun paese in Europa così scellerato da adottare il principio dello jus soli, l’UNICEF, testuale afferma: ”Se dal vetusto principio dello jus sanguinis passassimo al più inclusivo “jus soli” (acquisizione della cittadinanza per il fatto di nascere sul territorio, come accade in Francia)”

Tralasciando commenti sul fatto che si bolla come “vetusto” lo ius sanguinis, e non se ne capisce il motivo, visto che lo adotta tutta l’Europa, si afferma poi che in Francia si diventa cittadini francesi per il semplice fatto di nascere sul territorio francese: tutto ciò è vero? No, è falso!

La Francia, unico paese a differenziarsi dal resto d’Europa, concede la cittadinanza ai figli di stranieri nati in Francia a patto che almeno uno di essi sia egli stesso nato in Francia, seppur straniero. Insomma, una differenza non da poco, ma di fondamentale importanza.

Anche in Francia la cittadinanza non si regala, e l’UNICEF compie un tentativo maldestro di mistificazione della realtà.

Aveva ragione Formica, la politica è sangue e merda.