La storia e la gloria non salveranno Monza. Serve solo la grana. Ecco perché…

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Bene l’iniziativa lanciata ieri da Regione Lombardia dal titolo: “Scendi in Pista con la Lombardia!”. Una buona idea quella di lanciare una raccolta firme per difendere e sostenere la permanenza del Gran Premio di Formula Uno a Monza. Ciò dimostra, ancora una volta, che la Regione guidata da Roberto Maroni è l’unica istituzione che da tempo si muove e si impegna per cercare di salvaguardare un evento cruciale e importantissimo per il territorio. A questo punto è sempre più evidente e scandaloso il totale menefreghismo con cui sia il comune di Monza che la Provincia, i primi che dovrebbero preoccuparsene, stanno affrontando un momento così decisivo e cruciale per le sorti di un pezzo di storia dell’intera città, e non solo.

Purtroppo non basteranno le giuste e sacrosante rivendicazioni sollevate ieri dal Governatore lombardo, che ha ricordato come Monza sia una delle pietre miliari della storia del motorsport e quindi della stessa Formula Uno. Quella striscia bituminosa, che attraversa il più grande parco cintato d’Europa, è intrisa da un secolo di olio, benzina, sudore e sangue che hanno segnato l’epopea dell’automobilismo sportivo. La storia delle quattro ruote passa da Monza. Questo è vero ed innegabile e la Formula Uno non potrà privarsene così facilmente. Pensare però che tutto questo sia sufficiente a salvarci sarebbe un tragico errore.

I SOLDI E LA VELOCITÀ

Purtroppo (o per fortuna) la Formula Uno è un business in cui i soldi contano più di ogni altra cosa, anche della sua stessa storia. Il perché non è poi così tanto difficile da spiegare ma per farlo voglio partire da lontano, precisamente da un giorno del lontano 1908.

Un figlio di papà (che da poco gli aveva lasciato una discreta fortuna), uno di quelli che potremmo oggi con qualche ragione chiamare “bamboccione”, si lanciava a tutta velocità al volante della sua elegante Isotta Fraschini. Alla vista di due poveri ciclisti il giovanotto perse il controllo della pesante ammiraglia e finì a gambe all’aria nel fosso. Quel giovane era Filippo Tommaso Marinetti, proprio in quel momento e in quel giorno scoprì la velocità. Ne rimase così folgorato ed elettrizzato che da lì iniziarono a maturare in lui le idee che lo portarono poi a scrivere il Manifesto del Futurismo.

La scoperta della velocità fu scolpita nella storia con questa prosa poetica.

Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità

E cos’è in fondo la velocità, secondo Marinetti, se non l’elemento che spinge l’uomo e il mondo sempre in avanti, senza più guardarsi indietro.

Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!… Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.

Sfondare le misteriose porte dell’impossibile. Ecco il senso della velocità, e quindi della ricerca quasi ossessiva verso ciò che può renderci più veloci. Possiamo quindi affermare che l’essenza stessa della Formula Uno sembra racchiusa in queste poche parole. Una lotta continua contro il tempo e lo spazio, dove un centesimo di secondo fa la differenza. Sempre più veloci.

Da più di un secolo eserciti di ingegneri, progettisti, meccanici e piloti si dannano per limare quel tempo, per abbassare quel decimo, quel centesimo di secondo. Questa avvincente corsa verso ciò che sembra impossibile si alimenta con un fiume di denaro. Chi ha più soldi va più veloce, chi ha più soldi vince. Inutile scandalizzarsi, è sempre stato così. Ce ne sono tanti di campionati al mondo, magari più combattuti, certamente più spettacolari e con costi più abbordabili. Ma la Formula Uno è unica. Il suo successo è ineguagliato, perché è il luogo dove più di ogni altro si rinnova quotidianamente quella sfida tra l’uomo e la velocità, quella che affascinò per primo il Poeta Marinetti.

Bernie Ecclestone è semplicemente quello che ha capito prima e meglio di altri questo semplice concetto; lui è il gran capo che si è messo alla testa di tutti per fornire ciò di cui i suoi colleghi team manager avevano estremo bisogno: il denaro. Montagne di denaro. La F1 è un grande business, oggi per il suo controllo arrivano offerte che sfiorano gli 8 miliardi di dollari; questa è considerata come una grande fortuna per chi in Formula Uno ci corre. Sarebbe ingenuo credere che una squadra scelga di rinunciare ad un pezzo di questo grande business semplicemente per difendere la storia, la leggenda, la tradizione o peggio qualche tifoso. Una squadra di F1 semplicemente non può permettersi di rinunciare al denaro, perché ogni dollaro è la benzina che alimenta la sfida tra l’uomo e la velocità.

LA F1 VALE PIÙ DI EXPO

Il Governo Italiano e Regione Lombardia si sono impegnati e spesi per la buona riuscita di Expo 2015, nella convinzione che ogni euro investito in Expo potesse moltiplicarsi nelle ricadute future, dirette ed indirette. Expo è certo un grande evento, che però dura in fondo solo pochi mesi; il Gran Premio di Formula Uno a Monza è invece una magia che si ripete ogni anno, un evento i cui benefici sono certi e non hanno bisogno di essere sperimentati. Lasciamo pure perdere il Governo italiano, incapace persino di concedere una banale defiscalizzazione, quindi totalmente disinteressato a salvare il Gp brianzolo. Il Gran Premio a Monza vale per la Lombardia molto più di quello che vale Expo, nonostante questo siamo tutti i giorni impegnati a discutere di Expo, dei suoi numeri, del suo indotto dei suoi conti. Per la Formula Uno giusto qualche trafiletto. Non va bene e per questo, come ho già auspicato, Regione Lombardia deve continuare sulla strada intrapresa senza paure e timori, andando fino in fondo. Se i bilanci di Sias non permettono nemmeno di intavolare una trattativa per il rinnovo, (come ormai appare evidente) è il caso che Sias faccia un passo indietro e che Regione intervenga in prima persona, anche garantendo il denaro necessario al rinnovo se necessario. Nessuno si potrebbe scandalizzare, perché Regione Lombardia eroga decine e decine di contributi ogni anno, per permettere lo svolgimento di numerose manifestazioni sul territorio Lombardo. Aiutare Monza significherebbe dare una mano alla più importante tra queste manifestazioni. Chi potrebbe eccepire qualcosa? Nessuno, a parte i grillini. Poi finalmente a ottobre potremmo brindare al rinnovo direttamente in Villa Reale, con le migliori bollicine del mondo!