Non vuoi pagare il canone in bolletta? Il Sindaco può aiutarti

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Il Consiglio di Stato corre in aiuto ai sindaci che possono attendere a rispondere all’Agenzia delle Entrate che chiede aiuto per tosare i cittadini con il Canone

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Il Canone Rai è odioso. Non tanto per le 113,50€ bellamente rapinate, piuttosto perché lo Stato ci obbliga a finanziare un’azienda televisiva che fa acqua da tutte le parti, che ha a libro paga più dipendenti di tutte le altre TV generaliste messe insieme, che non fa uno straccio di servizio pubblico e che offre un prodotto spesso più scadente della concorrenza. Un’azienda politicizzata per definizione, dove per anni i politici della vecchia partitocrazia si sono vantanti del particolare metodo aziendale di reclutamento: si assumeva un democristiano, un socialista, un comunista e uno bravo.

Nel 1995 avevamo pure votato un referendum per sbarazzarci di questo carrozzone e liberarci della conseguente tassa sulla TV. Ma i partiti hanno fatto finta di niente. Figurarsi.

Ora arriva Renzi, con la sua idea di infilare il Canone Rai in bolletta per garantirne un radioso futuro fatto di sprechi. Solo che ora saltano fuori i pasticci. Perché l’idea che «un contatore uguale una TV», che a prima vista appare come la cosa più ovvia e semplice del mondo, nasconde in realtà una moltitudine di insidie e casistiche diverse, in cui è sovente difficile districarsi. Così da mesi lo Stato ha chiamato in aiuto il suo braccio armato, l’Agenzia delle Entrate, che si è subito data da fare iniziando a stalkerare tutti i sindaci della penisola. Me ne sono accorto perché al mio Sindaco sono cominciate a piovere missive spedite dal S.A.T. (Sportello Abbonamenti TV) dell’Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale di Torino. Tutte, più o meno, di questo tenore:

In Base alle vigenti disposizioni di legge ed in particolare a quanto previsto dalla Legge di «Stabilità 2016», questo Ufficio dell’Amministrazione Finanziaria dello Stato, per poter garantire una corretta riscossione dell’imposta televisiva, evitando una possibile «doppia» imposizione del canone tv verso quei cittadini facenti parte di nuclei familiari già abbonati, ha la necessità di dover acquisire, nel più breve tempo possibile, i dati anagrafici aggiornati dei maggiorenni, di codesto Comune, comprensivi di tutti gli elementi richiesti nell’allegato tracciato ad eccezione di quelli relativi ai cittadini senza fissa dimora.

Ora si da il caso che a Lazzate da anni abbiamo opposto ogni tipo di resistenza ai vari esattori RAI, un po’ per obiezione di coscienza, un po’ perché abbiamo sempre condiviso ogni azione utile a cancellare l’odioso balzello. Per tutti, non solo per gli evasori. Quando bussavano al comune chiedendo elenchi e nominativi, abbiamo sempre cercato di opporre resistenza. E pure questa volta, restii a piegarci all’ennesima richiesta, abbiamo chiamato in nostro soccorso la CO.NORD, la Confederazione dei Comuni e delle Province del Nord, un’ottima alternativa all’ANCI, associazione ormai da anni piegata ai voleri del Governo romano.

A CO.Nord abbiamo chiesto: ma siamo obbligati a far lavorare il nostro ufficio anagrafe (gratuitamente) per aiutare la Rai ad incassare denaro?

La risposta è arrivata dopo pochi giorni ed è stato un bel regalo per chi come noi vuole continuare a resistere a questa rapina di Stato.

Ecco cosa ci dice Co.Nord.:

Una novità […] è emersa con la recente pronuncia del Consiglio di Stato del 14 aprile, che chiamato per legge a dare un parere prima della promulgazione del decreto attuativo della riforma che prevede il Canone Rai in bolletta ha sollevato una serie di perplessità. I giudici amministrativi hanno lamentato che il decreto, redatto dal Ministero dello Sviluppo Economico, non offrirebbe una definizione di «apparecchio TV», ma non preciserebbe neanche se il Canone vada pagato una volta sola anche in presenza di più apparecchi televisivi nella singola casa. Queste precisazioni per il Consiglio di Stato sono necessarie per chiarire definitivamente che il canone non può essere richiesto per i possessori di smartphone o tablet, che possono comunque ricevere il segnale televisivo, e che l’imposta va pagata una sola volta per nucleo familiare anche in presenza di più apparecchi televisivi.

E già qui ci sarebbe materiale utile per rispondere all’Agenzia delle Entrate, ricordando che il primo dovere di un Sindaco è quello di difendere i proprio cittadini, anche e sopratutto di fronte alle prevaricazioni e ai soprusi di Stato. Se volete vessare i cittadini con la vostra ingordigia fiscale, abbiate almeno il buon gusto di scrivere leggi e decreti che siano minimamente comprensibili.

Ma c’è dell’altro nella pronuncia del Consiglio di Stato, che sembra fatto apposta per dare forza e senso al nostro rifiuto. Prosegue Co.Nord:

L’aspetto della pronuncia però che più ci interessa in riferimento al Suo quesito, riguarda quello legato alla privacy. Il Consiglio di Stato infatti si sofferma sulla procedura in atto che richiede un enorme scambio di dati fra i vari enti coinvolti, come appunto nel caso in oggetto fra Comune e Agenzia delle Entrate, senza che il decreto preveda una qualche disposizione regolamentare che assicuri il rispetto della normativa sulla riservatezza.

E qui rullano i tamburi, ci si alza sul divano e parte la ola! Ogni Sindaco ha il diritto, io credo sia anzi un dovere, di rispedire al mittente le richieste del S.A.T.. Co.Nord spiega pure i termini della risposta che presto provvederemo ad inviare:

A fronte di questa nuova pronuncia … si potrebbe rispondere all’Agenzia sottoponendo il problema della tutela della riservatezza dei dati stessi, viste le censure del Consiglio di Stato, chiedendo se non sia più opportuno attendere la stesura da parte del Governo del regolamento per la tutela della riservatezza di questi, come richiesto dai giudici amministrativi.

È importante che ogni Sindaco compia questa piccola battaglia, non tanto per difendere genericamente gli evasori, piuttosto per mettere in difficoltà l’attuazione del Canone Rai in bolletta per tutti, anche per chi lo ha sempre pagato, così da spingere l’esecutivo verso la migliore delle soluzioni: abolirlo una volta per tutte.