Appello a tutti i candidati del collegio di Seregno: chiedete al Comune di Milano di salvare il Frecciarancio. Regione è già disponibile a mettere la sua parte di risorse. Chi risponderà?
La campagna elettorale è sempre foriera di grandi promesse, annunci, proclami. La politica, immersa nel frullatore mediatico dei trenta giorni di campagna elettorale, schizza parole e brandelli di programma elettorale ovunque. Molti cittadini, sbagliando, fanno spallucce a prescindere, credendo che tutta la politica sia solo parole, promesse vane, aria al vento. Certo passare tra il dire (in campagna elettorale) e il fare (quando si governa) è sempre difficile, sopratutto nella giungla burocratica e istituzionale italiana, ma ci deve essere sempre un minimo di fiducia. Perché la politica alla fine siamo noi, riguarda noi e incide sulle nostre di vite.
OCCUPARSI DI UN TRAM NON È POLITICA DI SERIE B
Soprattutto la politica non è solo grandi temi, grande riforme, grande promesse. C’è anche la politica della porta accanto, quella che decide quale strada asfaltare, quale scuola costruire, quale treno fermare e anche se sopprimere un tram. Qualcuno la considera politica di serie “B”, io ho sempre pensato che fosse quella dimensione politica che tocca ogni cittadino. Puoi non comprendere l’importanza di una riforma elettorale ma sicuramente ti interesserà sapere se ti hanno sistemato la buca sotto casa.
Ecco allora che vorrei lanciare un appello a tutti i candidati del mio collegio elettorale, quello di Seregno. Perché ci sono tremila persone che abitano tra Limbiate e Milano, nella popolosa cintura a nord di Milano, che da anni ogni giorno raggiungono la metropoli con un tram dai vagoni arancioni. Qualcuno, affettuosamente, lo chiama “frecciarancio”. E’ alta velocità? Direi di no, soprattutto ora che in alcuni tratti è costretto ad avanzare a 5km/h. Quando però tutti intorno sono bloccati nel traffico, anche avanzare a 35 km/h sembra di essere sopra una Formula Uno.
Perché l’appello? Perché in Italia, paese dalle decisioni bizzarre e misteriose, capita spesso che le cose che funzionano si cancellino. L’Assessore alla mobilità Arianna Censi del Comune di Milano, attraverso una lettera inviata il 20 giugno 2022 a Mauro Anzani dell’Associazione Utenti del Trasporto Pubblico, ha fatto candidamente trapelare la decisione di cessare il servizio della linea di tram da Limbiate a Milano. La lettera, che potete leggere qui, è uno degli aspetti misteriosi e incomprensibili di questa vicenda.
I MISTERI NELLA LETTERA DELLA CENSI
La Censi scrive come se stesse scrivendo ad un caro amico di penna, esordendo però con un “ciao Mario”, quando il destinatario si chiama “Mauro”. Un refuso, niente di male. Ricorda un precedente incontro tra i due, proprio sul tema della tranvia, facendo intendere che fosse già da tempo che la questione e il tema della chiusura del servizio fosse cosa nota. E perché non si è avvisato nessuno? Mistero…
Poi la Censi nella lettera sostiene almeno due cose palesemente false. La prima, quando dice:
essendomi impegnata ad esperire tutte le ipotesi di mantenimento della linea
Ma come? Non ti confronti con nessuno dei Comuni interessati dalla tratta, non li avvisi nemmeno in realtà, così come non scrivi una riga a Regione Lombardia, non chiedi nemmeno l’attivazione di un tavolo tecnico (come accaduto nel 2012), eppure all’amico Mario (che però è Mauro) arrivi a dire che hai fatto di tutto per non chiudere il tram? No. In realtà non è stato fatto nulla.
E poi ancora, per giustificare l’impossibilità di evitare la chiusura, più avanti nella missiva sostiene:
ho dovuto recepire l’indicazione che sottolinea l’impossibilità di proseguire con l’esercizio tranviario non oltre l’autunno del 2022, termine che i tecnici della commissione della sicurezza dei trasporti del Ministero (ANSFISA) hanno indicato come improrogabile.
Qui si nasconde il secondo mistero di questa vicenda. Dov’è questo documento dell’ANSFISA? Cosa dice esattamente? Nessuno lo sa, perché questo documento non si riesce a capire dove sia. Sempre che esista veramente. Quando sarebbe fissata poi la scadenza “improrogabile”? Cosa si intende per “non oltre l’autunno del 2022”? Questa scadenza perentoria sarebbe il 21 settembre o il 21 dicembre? All’inizio o alla fine dell’autunno 2022? Mistero…
Noi abbiamo provato, invano, a scoprirlo e ad avere chiarezza sul punto. Lo abbiamo fatto come V Commissione di Regione Lombardia, ma in risposta alla richiesta di visionare il documento dell’ANSFISA ci è arrivata una relazione dell’ATM. Che però non cita nessuna scadenza “improrogabile”. Poi abbiamo provato con una interrogazione parlamentare, di cui attendiamo l’esito. Vedremo.
Nel frattempo l’autunno arriva e qualcosa bisogna fare, anche alla svelta. Ecco allora che forse la politica qualcosa può ottenere, anche in campagna elettorale. Rivolgo un appello a tutti i candidati del nostro collegio: impegnatevi a chiedere al Comune di Milano, che è contrattualmente l’ente affidatario del servizio, l’apertura di un tavolo di tecnico per valutare gli interventi mirati che possano scongiurare la chiusura, come ha già ufficialmente richiesto Regione Lombardia. Attivando lo stesso percorso di confronto seguito nel 2012, che dieci anni fa ha avuto successo e ha garantito la continuazione dell’esercizio del tram fino ad oggi.
Regione Lombardia, nell’ultima seduta di Consiglio Regionale di giovedì 8 settembre 2022, ha già manifestato la disponibilità a contribuire economicamente ai lavori, insieme a tutti gli enti coinvolti.
La lettera è già da qualche giorno sul tavolo dell’Assessore Censi del Comune di Milano, così come è arrivata a Città Metropolitana, ad Atm e alla Provincia di Monza e Brianza.
APPELLO AI NOSTRI CANDIDATI
I candidati hanno la possibilità di promettere qualcosa e farlo prima del 25 settembre, quando chiederanno il voto. Aprire il tavolo tecnico, tornare indietro sulla decisione di chiudere il tram, farlo adesso prima dell’apertura delle urne. Si può fare, si può trovare il tempo di farlo, tra un comizio e l’altro dove i candidati prometteranno di investire sulla mobilità sostenibile, sulla difesa dell’ambiente, sulla qualità dell’aria, su tanti altri grandi progetti. Ecco, iniziamo a farne uno piccolino ma importante: non cancelliamo quello che già c’è di sostenibile. Salviamo il tram tra Limbiate e Milano. Si può fare, basta volerlo. Basta essere politici che si impegnano a fare e non solo a fare promesse. Chi risponderà all’appello?