Il PD lombardo, infantile e irresponsabile come sempre, oggi scende in piazza per raccogliere le firme sui medici di famiglia. Ma il problema è nazionale, lo dicono i numeri e pure quelli del PD in Emilia Romagna.
La Lega ha riempito le piazze negli ultimi due fine settimana. Centinaia di gazebo in cui migliaia di cittadini hanno firmato la petizione rivolta al Ministro Speranza. Motivo? La carenza dei medici di famiglia, una vera emergenza che sta creando disagi e problemi a migliaia di lombardi. Il PD, protagonista di quasi tutti i governi degli ultimi anni, come ha reagito? Organizzando a sua volta una raccolta firme, però contro Regione Lombardia. Una roba da asilo infantile. Così si riproduce, dalla tragedia alla farsa, la contrapposizione che da qualche anno sta scaldando l’Aula di Consiglio Regionale.
Ma insomma, si chiedono i cittadini, è colpa di Regione o del Governo? In sintesi, ha ragione la Lega o il PD?
La problematica, come tutte le questioni complesse, trova la soluzione attraverso azioni diverse e coordinate, alcune già messe in campo, come cercherò di spiegare sinteticamente più avanti. Dicevamo però che si voleva tentare di capire chi, tra Regione e Governo, è davvero responsabile di questo disastro? A chi dobbiamo dare ragione, magari anche la nostra firma, a chi invece dobbiamo indirizzare i nostri improperi quando non troviamo un medico che ci possa visitare?
C’è un sistema, che supera chiacchiere e propaganda, convenienze di parte e supercazzole varie, per scoprirlo. Semplice, magari grezzo, ma super efficace. Ci si arriva per logica: se l’emergenza medici di famiglia è responsabilità degli errori di scelta e programmazione di Regione Lombardia, sarà sufficiente verificare se al di là del fiume Po la situazione cambia in meglio. L’azione legislativa e amministrativa di Regione Lombardia si limita ai propri confini, se il problema si verifica anche fuori da questi, è la controprova che gli errori stanno davvero altrove, precisamente a Roma.
Quindi, se si dovesse scoprire che la carenza di medici di famiglia è pressoché patita in quasi tutte le regioni, sarà difficile continuare a sostenere che la colpa sia di Regione Lombardia. Perché chi amministra Regione Lombardia non decide per le altre regioni. Semplice, lineare, inconfutabile.
Bene, andiamo a vedere allora cosa succede nelle altre regioni.
Il dato da prendere in esame, per avere una fotografia immediata della situazione odierna e soprattutto futura, è il rapporto tra i medici di base in uscita nei prossimi anni e quelli che entreranno. Perché, non dobbiamo dimenticarlo, per formare un medico ci vogliono anni, quindi la programmazione deve partire da lontano. Ecco allora la situazione in tutte le regioni italiane, illustrata da questo grafico elaborato dall’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani (qui trovate lo studio completo):
Come possiamo leggere il quadro nazionale che emerge è gravissimo. In Italia, nel periodo 2022-2028, sono previsti 27.301 medici di base in uscita, che verranno sostituiti solo da 8.631 giovani medici in entrata, pari al 32%. Questo si traduce in una riduzione di medici pari a 18.670 unità. Quindi, primo indizio: il problema è nazionale, riguarda tutta italia, e allora cominciamo a sospettare che non può essere imputato alla sola Regione Lombardia.
Ma andiamo avanti nell’analisi della tabella. Scopriamo poi che sono solo due le Regioni che invertono la tendenza generale, ovvero solo due regioni nei prossimi 7 anni vedranno un numero maggiore di nuovi MMG (Medici di Medicina Generale) rispetto a quelli in uscita. Si tratta della Valle d’Aosta (4 unità in più) e il Trentino (14 unità in più). Cosa accomuna Trentino e Valle d’Aosta? Sono entrambe due regioni a statuto speciale, ovvero godono di maggiore autonomia. Secondo indizio: chi ha autonomia riesce a invertire la tendenza, la stessa autonomia che da 5 anni chiede e rivendica Regione Lombardia. Inascoltata.
Arriviamo al dato lombardo: ci saranno 3.925 medici di base che usciranno dal sistema e verranno sostituti solo da 2.924, pari al 26%. E’ il dato peggiore tra le regioni? No. Il Lazio prevede un ricambio che si ferma al 25%, la Sicilia il 23%, l’Abruzzo il 21% e via fino al dato più basso della Sardegna, con il 10%. Ma tutte le altre regioni più importanti patiscono previsioni drammatiche: il Veneto avrà un ricambio pari solo al 32%, la Campania al 28% e la mitologica Emilia Romagna si ferma al 36%. Tutte le Regioni patiranno un saldo gravemente negativo, persino quella regione sempre additata dal Partito Democratico come il meglio del meglio nella gestione sanitaria: l’Emilia Romagna di Bonaccini.
Non è un caso, infatti, che è lo stesso Assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna a ricordare come la responsabilità sta nella programmazione nazionale:
«Da anni siamo impegnati a fronteggiare il tema della carenza di medici di famiglia, che purtroppo riguarda l’intero Paese e che richiede una soluzione sovraregionale» – sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini
Le differenze, pur con tutti gli sforzi degli amici del PD di coprire gli errori e orrori dei loro governi, non sono così significative da nascondere la verità che emerge eclatante dai numeri: il problema dei medici di famiglia è nazionale, frutto di una programmazione sbagliata del Governo e dei tagli sanguinosi attuati dagli ultimi governi nella sanità.
Ecco perché la Lega, da anni, sta sollevando la questione in tutte le regioni dove governa, sia con azioni politiche che ufficialmente nel tavole della Conferenza Stato Regioni.
Si va bene, il PD dice balle, ma come risolviamo la questione?
Ok, quelli del PD dicono balle, ma dove sta la novità? Chiederanno i più avveduti tra voi. E questo non risolve nulla. Quindi, ora che abbiamo smascherato la ridicola azione politica del PD che cerca maldestramente di gettare responsabilità alla Lega e a Regione, cerchiamo di capire come si è arrivati fin qui e, soprattutto, cosa possiamo fare per risolvere il problema.
Inquadriamo innanzitutto le competenze sulla gestione dei medici di base. I medici di medicina generale sono liberi professionisti che operano per il sistema sanitario in base ad un Accordo Collettivo Nazionale siglato a livello governativo. Non sono quindi dipendenti del sistema e per questo la Lombardia ha competenza marginale sull’organizzazione della categoria dei medici di famiglia.
Per diventare medici di base bisogna compiere un lungo percorso di studi. Lungo e costoso. Motivo per cui le borse di studio giocano un ruolo decisivo nell’aumentare il numero di giovani medici. E chi finanzia le borse di studio? Le borse di specializzazione in medicina generale sono definite a livello nazionale, di concerto fra Ministero della Salute e Ministero dell’Università e della Ricerca.
E quante borse di studio sono state finanziate negli ultimi anni? Ecco i dati.
Triennio 2016/2019 | 90 borse di studio |
Triennio 2017/2020 | 100 borse di studio |
Triennio 2018/2021 | 317 borse di studio |
Triennio 2019/2022 | 313 borse di studio |
Triennio 2020/2023 | 174 borse di studio |
Numeri scarsi, addirittura dimezzati nell’ultimo triennio. Ma Regione Lombardia può decidere di finanziare ulteriori borse di studio? Sì, Regione Lombardia può integrare finanziando con risorse proprie ulteriori borse di studio, come del resto ha fatto nel triennio 2018-2021 con ulteriori 35 borse di studio. Ma lo può fare utilizzando le risorse del Fondo Sanitario Nazionale, ovvero dovrebbe ridurre le prestazioni sanitarie del nostro sistema, incidendo sulla carne viva di malati e pazienti. A voi pare giusto? I cittadini lombardi patiscono un residuo fiscale, differenza tra le tasse pagate e risorse trasferite dal governo, pari a 54 miliardi di euro ogni anno, e dovremmo pure sopperire alle competenze che sono del Governo? In sostanza, dovremmo tagliare la sanità lombarda per fare ciò che sarebbe compito di Roma? No, i nostri malati e i nostri cittadini non lo meritano, e non intendiamo scalfire l’eccellenza della sanità lombarda, quella sì responsabilità di Regione Lombardia.
Cosa ha fatto Regione e cosa si deve fare?
Regione Lombardia non è comunque rimasta a graduare, in attesa che al Governo arrivi una vera maggioranza di centro destra, non i disastrosi governi del PD, quelli che negli ultimi anni, da Mario Monti a Gentiloni, passando per Renzi, hanno tagliato 36 miliardi sulla sanità, trentasei miliardi!
Regione Lombardia, con DGR n. 5004 del 5 luglio 2021, ha approvato le linee di sviluppo del corso di formazione in medicina generale, prevedendo l’attuazione del tirocinio professionalizzante. In questo modo, gli specializzandi potranno sostituire alcune attività teoriche con la pratica sul campo e la conseguente assegnazione di un massimo di 1.000 assisti. Un’iniziativa questa che permette di velocizzare ed efficientare il percorso formativo degli aspiranti medici di base e di potenziarne l’attività pratica potendo a coprire ogni anno circa le esigenze di circa 300 mila cittadini. Inoltre, allo specializzando che assume l’ambito carente o l’incarico temporaneo, grazie a questa delibera, vengono riconosciuti gli stessi incentivi del MMG “titolare”, in particolare per quanto concerne la medicina di gruppo e per il personale di studio.
E ancora, Regione Lombardia ha fissato a 1.000 il numero massimo di assistiti per i medici in formazione tramite DGR 5004 del 5 luglio 2021. Questa soglia, definita congiuntamente con le sigle sindacali dei MMG, permette agli iscritti al terzo anno del corso di studiare e lavorare contemporaneamente ed è il valore definito più alto già in deroga rispetto alla normativa nazionale. Aumentare tale soglia, pregiudicherebbe il percorso formativo degli specializzandi.
Insomma, è intuibile il disagio e il nervosismo degli esponenti del Partito Democratico, impegnati a coprire le malefatte e la cattiva programmazione dei loro governi, ma non è scaricando le colpe all’avversario politico che si risolve il problema per i cittadini. Sarebbe più corretto, più saggio e più intelligente unirsi a Regione Lombardia per chiedere con forza un cambio di rotta al Ministro Speranza. Correttezza, saggezza e intelligenza. Forse non è roba che possiamo aspettarci da PD e 5Stelle, impegnati solo in becera propaganda. Noi continuiamo a lavorare per i lombardi.