La vittoria elettorale del PD a Milano rischia di trasformasi in una grande sbornia, foriera di esaltazioni e deliri di conquista. Vogliono mettere le mani sulla Lombardia.
Le urne erano chiuse da una manciata di minuti, le agenzie battevano i primi exit pool, e già Pierfrancesco Maran si gettava addosso ai microfoni dei cronisti lanciando la sfida: «con questi numeri possiamo conquistare la Lombardia».
A raffreddare gli entusiasmi del recordman piddino di preferenze, giusto il giorno dopo, ci ha pensato direttamente il Sindaco Beppe Sala in modalità padre padrone: «Maran vuole avere un futuro politico, ragioneremo insieme perché continui ad avere centralità con una formula diversa». Una supercazzola politichese per ridimensionare il ruolo di un assessore, Maran, che in questi cinque anni non è stato particolarmente gradito dal primo cittadino milanese.
IL PD VUOLE METTERE LE MANI SULLA LOMBARDIA
Rimaniamo però sullo stato di esaltazione del Partito Democratico milanese, che ha pensato bene di lanciare già il guanto di sfida per le regionali del 2023, convinti ancora una volta che sfondare Milano significhi conquistare automaticamente anche la Val Brembana e tutta la Pianura Padana. Certo, la sconfitta del Centro Destra a Milano è stata pesante nei numeri, ma attenzione che rischia di essere una illusione ottica, almeno nelle dimensioni percepite.
L’affluenza a Milano si è fermata al 47,72%, quasi sette punti in meno della media nazionale, che ha segnato un comunque deludente 54,69%. Nel Municipio 1, il salotto milanese, addirittura siamo fermi al 44,6%. Ciò significa che gli elettori del Centro Destra non sono andati a votare, la responsabilità è sicuramente di tutta la coalizione, regalando a Sala una vittoria imponente nei numeri, che rischia però di non riflettere il vero sentimento dei milanesi. Perché un Sindaco davvero amato trascina alle urne, i milanesi hanno scelto invece di rimanere comodi sul divano.
LA LOMBARDIA NON È (SOLO) MILANO
E poi la Lombardia non è Milano, ma questo non lo riescono proprio a capire i salottieri di sinistra. L’uscita di Maran tradisce il vero spirito del PD, quello che continua a condannarli a una non comprensione dell’anima vera e profonda della Lombardia. Così come ci si illude che la Lega abbia abbandonato, come dice Maran, lo spirito e la voglia di essere sindacato del territorio. Si illude che la battaglia per l’autonomia della Lombardia, che loro hanno osteggiato fino a ipotizzare una inverosimile richiesta di commissariamento della nostra regione, sia stata dimenticata o accantonata. Non è così, come si accorgeranno già nei prossimi mesi.
Noi continuiamo con il buon governo della Lombardia, impegnati a cavarci fuori da questa crisi sanitaria ed economica, lasciamo al PD l’esaltazione e la voglia di vincere le elezioni per mettere le mani sulla Lombardia. Pensiamo a lavorare per i lombardi, perché al di là delle campagne gratuitamente e volutamente ostili, è una cosa che ci riesce bene. I numeri della campagna vaccinale lo dimostrano, dicendo che siamo ai vertici in Europa, non solo in Italia. Ci vediamo nel 2023!