Profughi all’hotel Imperial a Muggiò. Una volta eravamo l’operosa Brianza. Avevamo la più antica associazione industriali. Oggi chiudiamo Hotel per metterci i profughi, guidati da Prefettura e Sindacati che pensano solo agli africani
E’ notizia dei giorni scorsi che Milano, la cui area di influenza si spinge fino alla Brianza, ha registrato un mastodontico + 62,5% di presenze turistiche rispetto a una decina di anni fa, nel 2008. Un primato condiviso con tutta la Lombardia, che ha stampato un + 50,3%, accaparrandosi da sola il 9,2% di tutte le presenze della penisola. Anche a Monza e in Brianza le cose vanno alla grande. Basterebbe intervistare qualche operatore del settore, che vi racconterà come Milano stia spopolando e come gli alberghi continuino a riempirsi, non solo per l’effetto Expo. Con queste premesse, vivessimo in uno Stato normale, non ci sarebbe nemmeno da discutere su quale sorte decidere per un Hotel confiscato alla criminalità organizzata. Basterebbe aprirlo e iniziare a riempirlo di visitatori, che tra turisti e presenze business non mancherebbero di certo. È quello che dal 2016 chiedono i lavoratoridell’Hotel Imperial di Muggiò, ovvero che lo Stato si decida a consegnare a loro, o a qualsiasi altro soggetto privato, la proprietà o perlomeno la gestione dell’attività alberghiera. Ci sarebbe lavoro per diverse famiglie, si amplierebbe l’offerta alberghiera, si incasserebbero soldi, tasse, imposte. Basterebbe poco insomma. Questo accadrebbe se vivessimo in un posto normale.
Purtroppo però viviamo nell’Italia dei giorni nostri, dove pare che la prima preoccupazione dello Stato e della politica sia quella di trovare alloggio a questi presunti profughi, ragazzotti giovani e forti in cerca di benessere e fortuna, a scapito nostro. Al diavolo dunque le famiglie, si arrangino questi uomini e donne a trovarsi un altro lavoro, perché il Governo deve trovare alloggi per i profughi. I profughi, sempre e solo i profughi. Succede così che lo Stato ha consegnato l’Hotel Imperial alla Prefettura, nonostante anche il Comune avesse reiterato la richiesta di entrarne in possesso. Niente da fare, prima vengono i profughi. E il Prefetto di Monza, che ha come sua unica attività e scopo l’africanizzazione della Brianza, ne ha già trovati ben 40 da piazzare in Hotel. A spese nostre, naturalmente. Coccolati, vestiti, nutriti. E il lavoro? E il turismo? E le famiglie? Ma chissenefrega, vi pare che un Prefetto italiano possa avere tali preoccupazioni? Effettivamente, lo Stato italiano deve pensare agli africani, giusto?
Si potrebbe allora affidarsi ai sindacati, giusto? I sindacati si preoccuperanno dei lavoratori? O no? Effettivamente. Invece no, anche loro sono molto preoccupati per la gestione dei profughi. Pensate che il segretario provinciale della Flai Cgil di Monza e Brianza, nel dibattito sull’Hotel di Muggiò, trova pure il tempo di polemizzare contro i cittadini arrabbiati e preoccupati, dichiarando oggi su ilGiorno:
Mia figlia di 6 anni è in classe con 11 bambini, figli di migranti. Quando torna a casa da scuola è una bambina felice e serena. La destinazione di un bene confiscato? Essere umani ed essere umani
Ecco l’equazione: se critichi la gestione dei profughi sei razzista. Che stupidaggine. Ci sarebbe poi da far notare che forse la sua bambina è felice e serena, cosa di cui siamo tutti contenti beninteso, perché il suo papà ha un bel posticino come sindacalista. Che non è poi una posizione cosi scomoda. Invece le bambine di quei lavoratori che vorrebbero lavorare nell’Hotel sono un po’ meno felici e serene.
È davvero incredibile come nella operosa Brianza, dove una volta il lavoro era una religione, siamo costretti ad essere rappresentati e guidati da questa gente che il lavoro l’ha visto solo in cartolina, che concepisce solo attività economiche sussidiate dallo Stato, ignorando che i quattrini vanno generati liberando le energie dei privati che vogliono ancora fare libera impresa. Come gestire un Hotel. Invece no, pensano solo ai richiedenti asilo, e qualcuno ai contratti a tanti zeri che cooperative e associazioni varie stipulano con la Prefettura, vera artefice, mente e guida di questo scellerato disegno che sta dilagando anche in Brianza. A spese nostre.