La Prefettura, spaventata e disperata, è ricorsa all’utilizzo di donne e bamini come scudi umani per fermare la protesta. Noi andiamo avanti, anche per proteggere quelle donne e quei bambini
Abbiamo costretto la Prefettura ad una mossa disperata. Prima vittoria. Mossa che, del resto, era prevedibile, per questo non ci ha colto di sorpresa. Sapevamo che di fronte ad una reazione unica, straordinaria, genuina e fiera, come quella dei cittadini di Lazzate, avrebbero utilizzato ogni mezzo possibile. Sapevamo che non avrebbero avuto scrupoli, né attenzioni particolari. Sapevamo, anche perché eravamo informati, che da settimane cercavano dei richiedenti asilo donne con bambini, da utilizzare come scudi umani, per fronteggiare la protesta. Non è però così facile trovarne, visto che sono in numero ridottissimo, rispetto alla stragrande maggioranza composta da giovani maschi esuberanti.
Appena ne hanno trovate un paio non hanno perso tempo. Hanno organizzato il trasferimento. Lo sapevamo, anche quando leggevamo le comunicazioni della Prefettura, che nero su bianco asseriva il contrario. Hanno deciso il trasferimento di queste donne da Ronco Briantino, dove erano accolte in una confortevole e pacifica struttura. Hanno scelto la settimana più adatta, quella di ferragosto, non hanno avvisato nessuno e le hanno infilate dentro il Borgo, a fronteggiare la protesta. Protesta che c’è stata, ma naturalmente qui siamo cittadini civili, noi rispettiamo davvero le donne e i bambini.
Ora lascio al giudizio personale di ognuno di noi, perché tutti abbiamo una coscienza, la decisione di coinvolgere un una situazione di pericolo, più volte denunciata, due giovani ragazze della Costa d’Avorio, e due innocenti bambini di 3 e 6 anni. Ognuno dovrà fare i conti con la propria di coscienza. Se ce l’ha e se la usa. Noi speriamo, e faremo di tutto, perché non accada nulla di spiacevole. Una cosa è chiara: chi ha esposto al rischio queste persone innocenti ha un nome e un cognome.
Una cosa è certa. Non ci fermeremo. Si metta il cuore in pace la Prefettura, la D&G, e tutti quelli che pervicacemente hanno portato avanti questa operazione. La nostra battaglia, come cittadini e come amministrazione, non è mai stata contro gli ospiti, piuttosto contro l’attivazione di una struttura di accoglienza, per noi incompatibile in quei luoghi. L’idea, certo incosciente, sarebbe quella di fiaccare la resistenza popolare, indebolire il fronte della protesta con l’utilizzo di donne e bambini. Una volta acquietati gli animi, come accade ovunque, trasferire il grosso degli ospiti, completando e saturando il centro di accoglienza. Tutto prevedibile e previsto, anche se inorridisco ancora all’idea che le istituzioni adottino tali stratagemmi. Quella degli scudi umani è una delle pratiche più vili che si possa adottare in un conflitto, ma spesso risulta efficace.
Ma noi non ci fermeremo. Sapete perché? Proprio perché ora in questa faccenda ci sono di mezzo donne e bambini. Questo è un motivo in più per richiedere il rispetto delle leggi e delle norme, per evitare di mettere in pericolo le persone più indifese. Ancora una volta, giova sempre ricordarlo, siamo noi dalla parte dei buoni. Siamo noi che difendiamo davvero i diritti e il benessere di donne e bambini. Per questo continueremo, senza arretrare un millimetro.
La macchina amministrativa è già in movimento.