Inizierei con il ricordare come sarebbe stato il mondo politico secondo i nostri «sondaggisti».
Nelle elezioni politiche del 2006 avrebbe dovuto trionfare la coalizione di Centro Sinistra, l’Unione guidata da Romano prodi, e pure con una netta vittoria. In realtà si trattò di un sostanziale, quanto clamoroso pareggio.
Nelle elezioni politiche del 2008 ci raccontavano di una Lega Nord ai minimi termini e del grande successo della lista «Sinistra Arcobaleno». Risultato? La Lega ebbe uno dei migliori risultati della storia e per la lista di sinistra fu un mezzo disastro.
Nel 2013 tutti i sondaggisti davano lo smacchiatore di giaguari Bersani vincitore a mani basse delle elezioni, e di un Berlusconi morto e sepolto.
Risultato? Un ribaltamento totale, con Berlusconi che pareggia le elezioni e il Movimento 5 Stelle che si impone con una performance nemmeno lontanamente prevista dalla numerosa pletora di sondaggisti.
Anche nelle ultime europee si dicevano certi di un testa a testa tra Pd e Grillini. Ve lo ricordate? Naturalmente fu l’ennesima colossale figuraccia.
A questo punto l’unica domanda a cui vorremmo venga data risposta è di tipo sociologico più che demoscopico: ma come diavolo si fa a credere ancora ai sondaggi? E chi ancora vi paga per fare previsioni sballate? In realtà non ci crede nessuno, ma leggerli ci conforta, ci tiene impegnati e soprattutto serve per sporcare qualche pagina di giornale con stuzzicanti quanto inutili notizie. L’impressione è che gli istituti demoscopia in Italia siano un po’ i fratelli minori delle testate giornalistiche: più che la scienza, a comandare è la volontà politica di influenzare l’opinione pubblica. Altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui si buttano ancora valanghe di quattrini per avere risultati così grossolanamente sbagliati.
Ed in questo clima di affidabilità, ecco arrivare il sondaggio che ci racconta come i leghisti vorrebbero addirittura lo scioglimento della Lega Nord. Ommamma, che sparata!
Commissionato dal quotidiano Libero e realizzato da Arnaldo Ferrari Nasi&Associati, il sondaggio pone una domanda chiara agli elettori della Lega:
Con Matteo Salvini, la Lega Nord sta cercando di diventare un movimento nazionale per governare il paese. Secondo lei è più opportuno…
Ecco le risposte dei presunti elettori leghisti:
Sciogliere la Lega Nord in un nuovo partito più grande per avere anche tanti voti di elettori Sud e di non leghisti, per cercare di vincere e governare 61%
Mantenere il nome Lega Nord anche rischiando di non vincere 34%
Non so 5%
A loro è bastato effettuare 600 telefonate per confezionare la notizia bomba, che subito Libero giustamente rilancia con un titolo ad effetto: «Salvini, il sondaggio terremoto: per due padani su tre deve sciogliere la Lega e rifare il partito»
Vista l’affidabilità conclamata (ma alla rovescia) dei sondaggi in generale, possiamo affermare con un buon grado di approssimazione che la stragrande maggioranza degli elettori della Lega Nord non vuole effettivamente sciogliere la Lega Nord.
Ma perché commissionare un siffatto sondaggio? Non c’è bisogno di un sondaggio, o di qualcuno che faccia 600 telefonate, per intuire che sciogliere la Lega Nord sia semplicemente una follia. Cancellare un movimento che vanta ancora oggi il carattere dell’unicità nel panorama politico italiano. Un movimento che è l’unico e il primo nato per incarnare e risolvere la questione settentrionale; per dare voce alle istanze di un Nord che da sempre subisce le angherie di uno Stato centralista che non fa altro che soffocarlo con la burocrazie, depredandolo delle proprie risorse economiche.
Non importa quanti voti prendi oggi, quanto ne hai presi ieri e quanti potenzialmente potresti prenderne. Sciogliere la Lega Nord non risolverebbe il problema che l’ha fatta nascere, quindi la Lega Nord non potrà mai scomparire se non quando finalmente verrà ristabilita la giustizia e verrà affrontata e risolta positivamente la questione settentrionale.
La Lega Nord non è semplicemente un simbolo o un nome, non è un’operazione mediatica e politica ben riuscita, la La Lega Nord è ben altro, è la forza di un territorio che non potrà essere oppresso per sempre. Per questo qualsiasi cosa accada, qualsiasi decisione si potrà prendere in merito, avrà sempre le capacità di sopravvivere a se stessa. La Lega Nord è una maledizione per Roma e per chiunque tenterà mai di soffocarci.
Beninteso, non sono certo così sciocco da intuire che in questo momento vi sia una platea immensa di elettori in fuga da intercettare; c’è un 50% che non vota e di questi molti provengono dalla grande famiglia del Centro Destra. Ma voglio essere chiaro: nessuna tattica, per spregiudicata che sia o per efficace possa sembrare, dovrà mai pregiudicare la strategia a cui invece dovrebbe rispondere. Altrimenti sarebbe una tattica buona per l’avversario, non per noi.
Stiamo tranquilli, di elezioni ne abbiamo vinte tante, ma ci siamo ritrovati sempre a ripartire dal via. La politica non è la Champion’s League.