Se qualcuno si domandasse cosa sia mai l’Italia, il suo vero volto e la sua tradizione, non si faccia ingannare dalla storia antica, illudere dalla narrazione di antichi fasti o dalla cultura che fa capolino ad ogni angolo di strada. Queste sono le ricchezze della penisola italica. L’Italia è un’altra cosa.
Per farsene una buona idea di cosa sia veramente, è sufficiente rileggere le cronache di settantadue anni fa oggi. L’8 settembre 1943 è la giornata che più di altre ha significato al mondo cosa sia l’Italia.
Uno Stato guidato da uomini politici furbastri (credendosi però furbi), scaltri, doppiogiochisti, imbroglioni, pasticcioni, disorganizzati, paurosi e codardi al limite dell’infamia.
Questa gente guida un popolo che non è, perennemente abbandonato, ma in verità anch’egli vittima di se stesso e della classe dirigente che puntualmente delega al governo. L’Italia non ha subito l’8 settembre, l’Italia è un 8 settembre che si perpetua.
Alle ore 12.00 dll’8 settembre 1943 l’ambasciatore tedesco si recava in visita al Re. Vittorio Emanuele III lo rassicurava con queste parole:
«Dica al Führer che l’Italia non capitolerà mai. È legata alla Germania per la vita e per la morte»
Alle ore 19.45, nemmeno otto ore dopo, il maresciallo Badoglio comunicava attraverso un messaggio registrato e divulgato via radio la resa incondizionata dell’Italia. Eisenhower aveva già annunciato al mondo la resa dell’Italia un’ora prima di Badoglio. Perché nessuno si fidava degli italiani, né i tedeschi né tantomeno gli alleati.
Ad arrendersi fu lo stesso Badoglio che solo 45 giorni prima era stato nominato primo ministro, sostituendo Benito Mussolini e che subito si era precipitato ad assicurare gli alleati tedeschi che l’Italia avrebbe continuato la guerra al fianco della Germania nazista. In realtà gli emissari italiani stavano trattando la resa con gli alleati fin dal mese di luglio. Doppiogiochisti come lo furono sempre e come lo saranno in futuro.
Ma l’infamia più grossa non fu questo ma ben altro: alle ore 05.00 del 9 settembre 1943 il maresciallo Badoglio, il Re, la sua famiglia e il solito codazzo di notabili, dignitari e imboscati fuggirono da Roma. Non abbandonavano solo la loro capitale al suo destino, abbandonavano l’Italia e centinaia di migliaia di giovani soldati sparsi in giro per mezza Europa. Senza ordini, senza aiuti, senza onore, senza dignità. I più furono presi prigionieri, molti perirono e altri furono eroi per nulla.
Questa è l’Italia. Non sforzatevi oltre l’8 settembre.