Caro Efe, non è solo una questione di “bal”

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Con Efe Bal per me (e per tanti altri) la misura è colma. Siamo ormai al fallo da dietro (similitudine quanto mai azzeccata!) o al massimo al fallo di reazione (come qualche strenuo difensore e giustificazionista cerca ancora di abbozzare); in entrambi i casi la sanzione inevitabile è quella del cartellino rosso.

Tutto è nato dall’idea di Efe Bal (tra l’altro non nuova), di stampare e affiggere alcuni manifesti in cui lei si è autocandidata e autoproclamata, di fatto, testimonial della Lega Nord. Il tutto utilizzando un claim abbastanza trash e alquanto discutibile: “Ministro dei lavori particolari”, evidentemente un chiaro riferimento alla sua attività di prostituzione.

Oggi il lavoro è una tragedia così grande da rendere i cittadini, tutti e non solo i leghisti, particolarmente sensibili e poco inclini alla satira.

Credo che qualcuno abbia sbagliato a non fermarla prima, per esempio quando pensò bene di pubblicizzare la sua iscrizione alla Lega Nord in questo modo. Era fin troppo chiaro dal principio che il suo tentativo fosse quello di impostare una campagna di “guerriglia marketing” sfruttando la Lega.

A rendere ancora più evidente l’esigenza di cacciare Efe Bal c’è pure l’ultimo suo maldestro tentativo di difesa, attraverso un video di oltre 7 minuti pubblicato qualche ora fa sul suo profilo Facebook: nel video cerca di trovare riparo sotto il cappello del pietismo, sostenendo di essere vittima di attacchi solo a causa della propria sessualità. Che baggianata! Quei 10cm di pelle in più, caro Efe Bal, non c’entrano proprio un bel niente. Non è una questione legata alla tua sessualità, ma è ciò che fai e che dici a non essere tollerabile. A testimonianza di quanto siano false queste giustificazioni, è la sua reazione quando esplode in pesanti attacchi personali, dileggiando dei presunti difetti fisici (davvero presunti) di una giovane ragazza desiana che aveva evidentemente osato attaccare la “regina”. Senza contare che sempre nel video, in piena crisi isterica, regala epiteti tutt’altro che carini ad alcuni militanti leghisti, definiti “codardi e bastardi”. Si lascia pure andare in una sua personalissima visione di ciò che la Lega Nord sarebbe, ovvero: un movimento “fascista, razzista e xenofobo”.

Questo video zeppo d’insulti fa il pari con la delirante e scioccante intervista radiofonica rilasciata ieri alla trasmissione “La Zanzara”. Anche lì Efe Bal, in uno scontro con Massimiliano Bastoni, ha potuto liberamente dare nell’ordine: del “bastardo” ad uno storico militante della Lega Nord, delle “racchie” a tutte le leghiste, chiudendo poi con la definizione di “simbolo del cazzo” dedicata alla nostra bandiera, il Sole della Alpi. Pensandoci bene ci sarebbe materiale sufficiente per portarla magari in tribunale, ma credo sia sufficiente limitarsi ad aprire la porta e cacciarla dalla nostra grande casa, così come previsto dall’art. 33 comma B del nostro Statuto.

La Lega Nord non è il circo Barnum, dove si fanno esibire tutti quelli che raccolgono applausi, a prescindere dallo spettacolo che mettono in scena. La Lega non è un tram che si prende quando fa comodo, e che si sfrutta per farsi parecchia pubblicità (come ha ammesso lo stesso Efe Bal nella sua video confessione). La Lega Nord è una grande famiglia, in cui bisogna avere rispetto di tutti, in cui si può accettare anche qualche critica ogni tanto, senza esplodere in crisi isteriche.

Soprattutto la Lega Nord ha una storia da rispettare, dei simboli che sono per tanti quasi sacri, e che non possono essere utilizzati al solo scopo di fare foto pubblicitarie e magari eccessivamente didascaliche della propria attività. Che significato avrebbe fare una foto con il Sole delle Alpi che copre la schiena di un cliente mentre lo si sta scopando? Non è questione di essere o meno un bacchettone, (io non lo sono per niente) ma non ci trovo nessun senso, se non quello di creare clamore, scandalo e quindi pubblicità. A Efe Bal naturalmente.

Abbiamo tollerato troppo. Abbiamo già sopportato un Consiglio Regionale della Lombardia che concedeva (senza nessun senso) il patrocinio al Gay Pride, senza che ci venissero spiegate le motivazioni politiche (se possono esistere) che stanno alla base di tale scelta. E ancora oggi le stiamo aspettando. Ora, se non reagiamo subito, rischiamo di ridurci a mero strumento pubblicitario di una prostituta transessuale turca, che molto furbescamente ha pensato bene di diventare, grazie a noi, “l’uomo più famoso d’Italia” (parole e convinzioni sue). Da oggi aumenterà i clienti Efe Bal? Questo è sicuro, ed è dopotutto quello che cercava. Non sono altrettanto sicuro però che la Lega Nord aumenterà i suoi elettori. Soprattutto, e di questo ne sono convinto, gli elettori non sono soltanto dei clienti, e che la politica non è come il marketing pubblicitario, in cui ogni valore viene piegato alla logica del successo, del mercato e delle vendite. La politica è fatta di idee, convinzioni, progetti e sfide portate avanti anche se non sono popolari. Diamo una pedata nei “bal” a Efe e torniamo a fare politica.