Si torna a parlare di federalismo?

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Locandina Varese 2 AprileQuesta mattina mi è capitato di sfogliare un quotidiano che leggo raramente, semplicemente per questioni geografiche, “La Provincia” di Como. A pagina due ho divorato un’intervista a Giuseppe Berta, autore del saggio La via del Nord: Dal miracolo economico alla stagnazione
. Un lavoro interessante, di cui avevo già letto la presentazione scritta da Maurizio Crippa su Il Foglio, qualche settimana fa. Il tema è la questione settentrionale e il federalismo, due tematiche che hanno accesso in me il fuoco e la passione per l’attività politica, tanti anni fa, quando ero ancora più giovane di un ragazzo. La tesi di Berta è che il Nord avrebbe esaurito il suo ruolo di guida, di faro, che non possa dunque rivendicare più quelle peculiarità straordinarie che hanno garantito benessere e ricchezza per decenni al Nord Italia. Che abbia davvero ragione Berta fino in fondo è tutto da discutere, ma indiscutibile è l’appassirsi e l’ingrigirsi delle tematiche federaliste, in Italia tutta ma nel Nord Italia in particolare: da fulgido esempio di sistema che poteva, e doveva, rinnovare la politica e l’assetto costituzionale italiano, sta via via perdendosi nel dimenticatoio del pensiero politico, ridotto ad argomento buono per qualche convegno di illuminati e cocciuti difensori del sistema federale. Chiudo il giornale e scarico la posta elettronica; mi ritrovo un invito ad un incontro pubblico dal titolo: “Il federalismo, questo sconosciuto” (Giovedì 2 aprile ore 20.30, Sala “Giuseppe Montanari”, via dei Bersaglieri 1 – Varese). Presenti il Sindaco Attilio Fontana e il prof. Stefano Bruno Galli. Ad inviarmelo è nientemeno che Giancarlo Pagliarini, già Onorevole e Ministro, ex leghista, ma soprattutto da sempre un federalista convinto, amante del modello svizzero.  Sarò una coincidenza, e pure insignificante, al contrario mi piace pensare che la fiammella del federalismo non sia morta, che ancora brucia in noi la voglia di battersi per la difesa della questione settentrionale, per rivendicare le nostre differenze, da spendere sempre in positivo e mai contro, quelle differenze che hanno fatto grande la nostra terra. Crediamoci, perché la nostra salvezza non potrà che passare attraverso queste idee.