Avevamo sognato una sorte diversa per la nostra provincia. Noi che l’abbiamo sognata, amata, desiderata e che tanto ci siamo battuti per ottenere l’agognata autonomia.
Ho avuto l’onore di far parte della prima Giunta della Provincia di Monza e della Brianza, un’esperienza per me indimenticabile, per alcuni aspetti controversa e frustrante, ma sicuramente un orgoglio.
È davvero triste assistere a questo declino della nostra provincia, certo in gran parte causato dalle scellerate scelte dei governi Monti-Letta-Renzi, ma aggravato da una visione burocratica e arida di valori dell’attuale presidenza e maggioranza.
Non stupisce allora la notizia di oggi, con cui la Provincia ha deciso di installare un centro di raccolta e smistamento immigrati nei nuovissimi uffici della Provincia, realizzati solo quattro anni fa, nel grande complesso di Limbiate. Si tratta di 570mq di uffici nuovissimi, di elevata qualità, che potevano e dovevano essere valorizzati in altra maniera. Adesso saranno trasformati in dormitori, in centro smistamento immigrati, una destinazione incompatibile con ogni ipotesi di valorizzazione del bene, che sicuramente sarà deteriorato.
Conosco bene quei locali, avendoli frequentati come assessore per quattro anni, lì c’era pure il mio ufficio. È triste constatare come non vi sia nessun rispetto nemmeno per i soldi dei contribuenti, e si arrivi a pensare di prendere uffici nuovi, facilmente valorizzabili in forme più convenienti per la Provincia, e di metterli a disposizione per soddisfare le richieste di uno Stato che sarebbe invece chiamato lui ad affrontare, con risorse proprie e con luoghi più adatti a svolgere questa funzione.
Senza contare i rischi e i pericoli di questa operazione: nel comunicato si fa riferimento ad un numero di persone che transiteranno nel centro tra i 30 e i 50. Sorvolando sul fatto che tra 30 e 50 ci passa una bella differenza (quasi il doppio), è chiaro che non vi è assoluta certezza di quanti saranno accolti nel centro. Anche perché, una volta realizzato, chi controlla se arriveranno a 200? Una concentrazione elevata di stranieri aumenta fortemente i rischi, come si è constatato in altre realtà, e considerata la vicinanza della struttura con alcuni luoghi sensibili, si pensi alle centinaia di studenti che affollano proprio la zona a ridosso del centro, avrebbe sconsigliato questa soluzione. Ma i rischi contano poco, visto che il Presidente Ponti doveva assolutamente soddisfare le richieste del potentissimo consorzio che gestisce tutta l’operazione di accoglienza in Brianza, si parla di cifre economicamente importanti, e che sollecitano le istanze di tutto un mondo che non può permettersi di non far più arrivare immigrati in Brianza. Senza immigrati niente rimborsi. Quindi Ponti alla fine ha dovuto cedere, non aveva alternative, e davanti all’impossibilità di infilare l’amara supposta a qualche sindaco, ha deciso di prendersela lui, offrendo un pezzo pregiato del patrimonio immobiliare della nostra provincia.
Si chiude così idealmente un cerchio. La sinistra brianzola non ha mai voluto veramente la provincia di Monza e della Brianza, e questa decisione non fa altro che confermare il poco rispetto che si ha dell’ente brianzolo e dei suoi beni faticosamente realizzati o ristrutturati da poco. Ma in fondo chissenefrega, tanto paga pantalone!