Questo è il primo post dell’anno. Un post che è post 2014, che è molto post leccornie, ma anche molto post vacanze (poche) e probabilmente, anzi sicurmente, è abbastanza “pre” qualcosa d’altro, si spera di più serio ed interessante. Tutto questo per avvisare che ciò che scriverò in questo post si muoverà su un crinale molto sottile: quello che divide il serio dal faceto, il grave dal leggero e il preoccupante dall’innocuo.
Il fatto. Il primo giorno dell’anno, al cimitero di Lazzate, è comparsa una scritta su un muro, realizzata notte tempo: “Ergastolo ai leghisti”. La prima reazione, un po’ di tutti, è stata quella dell’indignazione. Al di là dei contenuti, su cui ognuno può avere la propria opinione, violare le sacre mura del camposanto ha fatto storcere il naso a molti.
Dopodiché si è passati all’analisi del messaggio: “ergastolo ai leghisti”. Molti si son detti: “Ergastolo? Ma se ormai non va più in galera nessuno in Italia?”. Ed effettivamente, in Italia la giustizia è quello che è. Ammetto però che anche io sono rimasto un po’ basito, perché se uno si arma di coraggio e bomboletta spry, e decide di invadere di notte un luogo sacro come il cimitero, bhè ti aspetteresti un tono più deciso nell’invettiva. Tipo: “al muro i leghisti”, “impicchiamo i leghisti”, oppure “a morte i leghisti”. Ecco appunto, “a morte i leghisti”. Questo era proprio il contenuto di un’altra scritta, sempre al cimitero, sempre su un muro, realizzata nel settembre del 2012 (a meno di due mesi dalla scomparsa del Sindaco Cesarino Monti).
Confrontando le due scritte, senza il bisogno di ricorrere ad una perizia calligrafica, sembrerebbe evidente come “la mano” sia la stessa. Se fai la “R” o la “S” in un modo così particolare, ti beccano subito che sei sempre tu a scrivere. Questo sarà elemento utile alle indagini, ma la cosa si fa interessante sotto un altro punto di vista: l’evoluzione che ha interessato il pensiero del cretino in questione. Che sia un cretino pochi dubbi, perché altrimenti la notte di capodanno, al buio e al freddo, troveresti occupazione migliore che andare a fare scritte al cimitero, però è un cretino che inizia ad elaborare e a compiere un certo percorso. Nel 2012 voleva uccidere tutti i leghisti, immaginiamo principalmente quelli di Lazzate, avendo scelto il nostro cimitero. Ora, a distanza di due anni e qualche mese, vorrebbe comminare a tutti i leghisti la pena dell’ergastolo. E non fatevi spaventare dal termine “ergastolo”, magari associandolo al concetto di fine pena mai. Giova ricordare infatti, che in Italia la pena detentiva massima sia di 30 anni, anzi per l’esattezza di 26 anni (a cui eventualmente se ne possono aggiungere altri 4 di cautelare). Avendo parlato di “ergastolo” al singolare, (perché si può comminare anche più di un ergastolo) direi che abbiamo compiuto un discreto passo avanti, rispetto alla morte a cui ci condannava solo 28 mesi prima.
E vorrei anche che non vi sfuggisse un particolare che potrebbe essere rilevante nella nostra analisi: tra la prima scritta e la secondo, ovvero nel 2013, vi sono state le elezioni amministrative, ed è iniziato un nuovo corso della lunga stagione amministrativa targata Lega di Lazzate, che dura ormai ininterrottamente dal 1993. Quindi il cretino in questione, molto probabilmente, ha tenuto a manifestare il proprio mutato apprezzamento alla nuova amministrazione, e lo ha fatto a suo modo, ma riducendo di parecchio la pena: dalla morte a 26 anni di carcere. Pur nelle sue limitate capacità intellettuali, va riconosciuta e apprezzata nel cretino una certa capacità e un certo impegno nell’elaborazione di un giudizio. Potremmo quindi portare la nostra breve analisi a questa affascinante conclusione: la Lega di Lazzate, dopo aver convinto con il proprio operato quasi 2/3 degli elettori, che è un risultato straordinario in democrazia e difficilmente migliorabile, visto che tutto il nostro rispetto va a quella parte che svolge il necessario ruolo di opposizione, si tenta ora il miracolo di convincere anche i cretini, quelli che addirittura fino a poco tempo fa si auguravano stragi di leghisti e lo andavano scrivendo sui muri. Non escludo infatti, tra qualche anno, che la stessa mano possa firmare in futuro messaggi del tipo: “bravi i leghisti”. L’evoluzione del cretino, perché anche i cretini insomma, davanti ad un operato amministrativo apprezzabile, possono cambiare idea, e questo è un bel risultato. Che dite?