L’ultima battaglia del PD Lombardo è stata lanciata contro il Referendum, lanciato da Regione Lombardia, per far esprimere i cittadini lombardi sulla possibilità di riconoscere lo statuto speciale alla Lombardia. Detto in spiccioli, che rendono bene l’idea, significherebbe poter disporre di quel tesoro di oltre 40 miliardi di euro (quarantamiliardi)) che ogni anno partono dalle tasce dei lombardi verso Roma, senza però trovare ritorno. Tecnicamente si chiama residuo fiscale, tra persone semplici lo chiamiamo così: furto.
E perché mai, direte voi, il PD sarebbe contro la possibilità che i cittadini facciano sentire la propria voce per tenersi i propri soldi?
Al netto del fatto che ultimamente il PD non gradisce molto le elezioni, proprio per concetto (Province e Senato lo dimostrano), quelli del PD ci raccontano che secondo loro sarebbero soldi sprecati. Contestano che i 30 milioni di euro, la cifra messa a bilancio per finanziare il referendum, potrebbero essere utilizzati per il sociale, che poi ad ascoltar loro significherebbe spenderli per accogliere profughi, clandestini, immigrati in genere, che arrivano a decine di migliaia grazie alle loro scellerate politiche, mare nostrum in testa.
A parte che 30 milioni di euro, secondo la CGIA di Mestre, si recupererebbero giusto in 6 ore (sei ore) nel caso la Lombardia fosse regione autonoma, credo però sia davvero scorretto, stupido e masochistico pensare che un referendum, in cui si chiamano ad esprimersi dieci milioni di lombardi sul loro futuro, sarebbe inutile. Credo che su un tema così importante dovremmo innanzitutto essere tutti lombardi, prima che del PD, della Lega o di Forza Italia.
Il peso politico di un referendum, la sua forza numerica e la sua ufficialità, vanno oltre al mero significato normativo o costituzionale. La democrazia ha queste regole qua, semplici semplici: la gente si esprime con il voto e il popolo è sovrano. I cavilli vengono dopo.
E sapete chi ha dimostrato di pensarla così? Bhè proprio il segretario del Partito Democratico, si proprio Matteo Renzi. Oggi in conferenza stampa, sollecitato sul tema riforme costituzionali, è arrivato addirittura a dichiare che, udite udite, il Governo è disposto a togliere qualche voto nell’approvazione della riforma, in maniera volontaria, così che non raggiungendo i due terzi si potrà andare ad un referemdum confermativo. Ecco, anche questo sarebbe un referendum inutile, non necessario dal punto di vista legale e costituzionale, e assolutamente molto più costoso rispetto ai 30 milioni di euro della Lombardia. Ma Renzi vuole che la riforma (che fa pure schifo a tanti del PD) abbia una copertura democratica, che il popolo si esprima, a prescindere dalla legge e dai tecnicismi.
Ecco, amici del PD lombardo, ascoltate il vostro capo, e per una volta siate prima di tutto lombardi. Non è tanto difficile.