Giorno terribile, di passione e bestemmie, per tanti poveri e sfortunati contribuenti, quelli che hanno la sventura di vivere in quei comuni, in realtà pochi, che hanno già fissato le aliquote TASI. Poco male per tutti gli altri, anzi, niente da esultare, perché la mazzata arriverà prima o poi a tutti. Certo che ormai in questa Italia pagare salato, esageratamente salato, non è nemmeno più il lato spiacevole della questione, visto che oltre ad una pressione esageratamente alta, siamo costretti a subire un sistema fiscale cervellotico, bizantino, ai limiti della follia, che rende la vita impossibile anche a chi ha voglia di essere salassato. [tweetability]Oltre al salasso, la tortura quindi.Con la TASI si è raggiunta l’apice di questa furia vessatoria[/tweetability], conquistando vette si spera non più ripetibili. Cittadini allo sbando, in preda a scadenze multiple; 16 giugno per i comuni che hanno deliberato, 16 ottobre per tutti gli altri, ma poi alcuni si sono sbizzarriti. Con l’intento di assecondare le esigenze di chiarezza dei contribuenti, hanno incasinato ancora di più il quadro già schizzoide: oggi abbiamo comuni con scadenze a meta luglio, a fine luglio, addirittura alcuni al 16 agosto e tutta la Val d’Aosta che ha deliberato fine agosto. Una favelas normativa, una situazione abborracciata, sconclusionata, senza il minimo rispetto per il cittadino e buona notte al famoso codice che dovrebbe difendere il povero contribuente. Questo disastro porta una firma famosa, ed è quella di Matteo Renzi, un premier che si è concentrato per mesi a pavoneggiarsi e a brigare per le sue fanfaronate: slides, aste per fantomatiche auto blu (in realtà tutti scassoni da 4 soldi), e poi i mitologici 80 euro e così non ha avuto nemmeno cinque minuti per sventare il disastro annunciato: [tweetability]la TASI. Una vergogna senza precedenti[/tweetability]. Ma non finisce qui, perché come detto, al di la delle sciagurate scadenze, la TASI sarà probabilmente una brutta sorpresa anche per tutti gli altri. Renzi si è infatti guardato bene dal porre rimedio ai tagli, oltremodo sanguinosi, previsti dall’ultima legge di stabilità, ma ha fatto di peggio; i comuni si vedranno mutilati pure della quota della vecchia IMU prima casa, e qui si tratta di carne viva, quote fondamentali per ogni bilancio del Comune. Chi finisce il pane mangi brioches, disse una sciura che fece una brutta fine, e Renzi ci ha detto che se il comune finisce l’IMU che si pappi la TASI. Zitti e mosca! Ecco servita la fregatura: ti tolgo l’IMU prima casa e ti costringo ad applicare la TASI, nel frattempo ti taglio anche una bella fetta di trasferimenti, così mica che a qualcuno salti in mente di non applicarla. Un capolavoro. La storia è sempre quella, vogliono i soldi facili e vengono a prenderli dove sanno di trovarli, nei nostri comuni, nei nostri municipi, usano la mano del Sindaco per mettere le mani in tasca dei cittadini, perché hanno ormai vergogna pure a metterci la faccia. [tweetability]Il ritornello quindi, è sempre lo stesso: paga e taci somaro padano, anzi PAGA E TASI[/tweetability] in questo caso, e la faccia ci mettiamo la sua, quella di Renzi.