Troppi tricolori su questi forconi. La rivolta chieda costi standard dal 1° gennaio e Devolution in 3 mesi

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È tutto sacrosanto; una manifestazione, uno sciopero collettivo, una protesta, addirittura una rivolta, lo stadio in cui si anticipa e si cova una possibile rivoluzione. È sacrosanto in questa scassata Italia, piuttosto colpevole il ritardo con cui il Popolo sovrano tenta di rialzare la testa.Insomma, se rivolta veramente sarà, avrà di certo la colpa di essere arrivata in colpevole ritardo. Ma una rivolta contro chi? Contro che cosa? E soprattutto, per raggiungere quale obiettivo?

 

GRIDARE “TUTTI A CASA” È SACROSANTO, MA NON BASTA

img1024-700_dettaglio2_Forconi-entrata-ParlamentoSpiace constatare come la maggior parte dei partecipanti a questi primi sparuti gruppi che protestano abbiano come unico scopo la fantomatica guerra alla “casta”. Anche qui, la lotta agli sprechi politici è sacrosanta, è popolare, è motivante, scatena il facile e giustificato sdegno, ma non rappresenta una soluzione. Al contrario, in questi anni è apparsa più come una gigantesca arma di distrazione di massa, strumento utile per indebolire e delegittimare una classe politica a vantaggio della tecnocrazia europea, quella che di fatto oggi ha preso il potere. La conferma la troviamo nella genesi di questo fenomeno. Tutto ha avuto inizio nel 2007, data di pubblicazione del libro inchiesta “La Casta”, scritto da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo (due che di caste se ne intendono, facendo parte dell’alta casta delle firme di via Solferino), due giornalisti a libro paga del Corriere della Sera, che mai si è distinto come megafono della voce del Popolo, anzi. Seguendo una linea evolutiva abbastanza prevedibile, dal libro “La Casta” e la conseguente incoronazione del Gian Antonio Stella ad eroe nazionale, si è arrivati al boom dei 5 Stelle di Grillo, che ha stravinto le elezioni con un programma sintetico e semplice: “tutti a casa”. A quel punto la china era stata presa, e su questo terreno gli “eroi nazionali” e i masaniello di turno si esauriscono e cambiano in fretta. Ecco allora arrivati al successivo stadio; da Stella a Grillo e ora i forconi. Ovvero, da un libro inchiesta ad un successo elettorale, ed ora arrivano le prime rivolte di piazza. Ma cosa vogliamo raggiungere? Qual è l’obiettivo? Il programma sembra essere lo stesso: “tutti a casa”. Mi domando, per poi farne arrivare altri che inforcheremo con maggiore velocità e ferocia? Fosse così si rischierebbe il solito italico e gattopardesco cambiare tutto per non cambiare nulla. Finisse così sarebbe una colpa grave, sarebbe la seconda rivoluzione mancata, visto che significherebbe che Tangentopoli, anno 1992, non ha insegnato nulla.

 

L’UNICA SOLUZIONE È PIEGARE ROMA,  CANCELLANDO CENTRALISMO E ASSISTENZIALISMO

Cambiare gli uomini non basta, se non cambia il sistema. Ecco allora perché dico che vedo troppi tricolori sui forconi; l’Italia è il problema, non la soluzione. La rivolta dev’essere contro Roma e questo Stato centralista che ha bloccato e boicottato almeno due processi autonomisti, seppur blandi: la Devolution prima e il Federalismo Fiscale poi. Ecco dove indirizzare la rabbia, issiamo sulle barricate la bandiera dell’autonomismo, convergiamo le forze della rivolta e indirizziamole verso l’unica soluzione ai mali di questo Paese: autonomia e indipendenza. Sostituiamo quindi il generico “tutti a casa” con le prime richieste perentorie, immediate e facilmente attuabili. Vengano subito firmati i decreti attuativi per inserire i costi standard, si può fare dal 1° gennaio 2014; costi standard significa dare uno stop immediato agli enormi sprechi della Pubblica Amministrazione, ponendo la parola fine alla lunga tradizione di discriminazione territoriale italiana, che vede alcune Regioni sprecare e depauperare risorse a scapito di quelle più efficienti e produttive, che guarda caso stanno quasi tutte in Padania. E poi subito pretendiamo che venga incardinata e messa ai voti la riforma della Devolution, così da dare un taglio immediato almeno a 120 Parlamentari e soprattutto l’abolizione del Bicameralismo con l’eliminazione del Senato. In tre mesi si potrebbe fare tutto, al massimo quattro, ecco cosa dovremmo chiedere con i forconi.